Roma, 15 ottobre 2024 – La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Povertà si celebra ogni anno il 17 ottobre. Come spiegano gli esperti delle Nazioni Unite, la povertà è una condizione che presenta diverse dimensioni, alcune visibili e altre nascoste, ma tutte interconnesse. Il tema scelto per il 2024 intende mettere in evidenza uno dei fronti meno visibili a occhio nudo, ma comunque tristemente reale del problema di portata globale: il maltrattamento sociale e istituzionale subito dalle persone che vivono in ristrettezze. L’obiettivo è promuovere la comprensione e il dialogo tra gli individui e le comunità, nonché lo sviluppo sostenibile della società nel suo complesso.
Fenomeno complesso
La povertà non è un fenomeno esclusivo dei Paesi in via di sviluppo; è presente anche nei Paesi occidentali, dove le sue manifestazioni non si limitano agli aspetti economici. Per i bambini e gli adolescenti, le opportunità di crescita educativa sono fondamentali: la loro assenza porta a quella che viene definita “povertà educativa”. L’associazione Save the Children la descrive come “la privazione della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”. In altre parole, si tratta di negare alle persone un futuro migliore e dignitoso.
Discriminazioni
Coloro che vivono in povertà sono spesso stigmatizzati, discriminati, giudicati. Vengono sovente incolpati per la loro situazione e trattati con mancanza di rispetto. Le forme di maltrattamento sociale portano a discriminazioni e distorsioni anche sul piano istituzionale, in cui possono essere espressi altri pregiudizi, inclusi quelli legati al genere, all'orientamento sessuale, alla razza o all'etnia. “Le esperienze quotidiane di ingiustizia e disumanizzazione minano l'autostima, distruggono l'autonomia personale, negano la dignità delle persone e la possibilità di uscire dalla povertà. Il maltrattamento sociale e istituzionale rappresenta una disastrosa perdita di potenziale umano per la società”, commentano gli operatori dell’Onu.
Joseph Wresinski
La Giornata Internazionale per l’eliminazione della povertà, istituita nel 1987 dal predicatore presbiteriano Joseph Wresinski, francese di origini polacche, e ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1993, attraverso la risoluzione 47/196, adottata il 22 dicembre 1992.
“Laddove gli esseri umani sono condannati a vivere nella miseria, i diritti sono violati. Unire le forze per farli rispettare è un dovere sacro” ha dichiarato padre Wresinski, fondatore del Movimento Internazionale ATD Quarto Mondo. Il 17 ottobre di 37 anni fa, a Parigi, centomila persone accorsero presso il Sagrato del Trocadéro per ascoltarlo. Aveva conosciuto molto da vicino l’estrema povertà, padre Joseph. Commentando l’infanzia infelice vissuta in condizioni disperate, nell’estrema difficoltà economica della sua famiglia, il biografo Georges-Paul Cuny scrive: “Joseph sarà marchiato a fuoco dall’esperienza della vergogna, che riempie del suo fiele fino a ingozzare con il suo avvilimento. La ricorderà così bene che a questo marchio d’infamia attribuirà prima di tutto l’orrore della miseria, la sua agonia morale, la sua distruzione dell’essere”.