I vampiri sono tra noi, titolava una straordinaria antologia di storie vampiriche curata da Ornella Volta, maggiore studiosa del tema nel dopoguerra in Italia, insieme a Valerio Riva per Feltrinelli nel 1960, al momento in cui furoreggiava sugli schermi l’incantevole Et mourir de plaisir di Roger Vadim, tratto dall’immortale Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu, con due bellissime interpreti, Elsa Martinelli e Annette Stroyberg.
Ora Crema al Museo Civico presenta una mostra di grande interesse, aperta fino al 12 gennaio 2025. Il titolo è Vampiri, a cura di Lidia Gallanti, Silvia Scaravaggi e Edoardo Fontana, artista e collezionista, accompagnata da un bel catalogo edito dall’istituzione.
La vicenda della creatura della notte succhiatrice di sangue inizia con un fatto storico determinante nella storia europea, la pace di Passarowitz, nel 1718, che sanciva il passaggio di buona parte dei Balcani all’Impero austro-ungarico. Con quei vasti territori giungeva anche il vampiro, con una vera e propria epidemia di non morti che seminano il terrore a oriente, suscitando interventi di dotti teologi, come il padre Augustin Calmet, o addirittura di un papa, Benedetto XIV, al secolo Prospero Lambertini, che era però molto scettico sulla vicenda, e consigliava un rappresentante della chiesa nelle terre d’oriente di considerare il tutto come frutto dell’ignoranza e della malevolenza di preti senza scrupoli che volevano sfruttarla.
Da quel momento l’ascesa del nero signore della notte è inarrestabile. La storia letteraria parte alla grande all’inizio dell’Ottocento con Il vampiro di John William Polidori (1819), in cui al centro della storia è lord George Gordon Byron, la cui immagine era avvolta in nubi di zolfo dopo la fuga dalla Gran Bretagna avita per sospetto di incesto.
Quasi un secolo, sempre in terra di Albione, porta alla versione più celebre, quella di Bram Stoker, che con Dracula, uscito per la prima volta nel 1897 ha portato alla perfezione la rappresentazione del personaggio, creando una delle icone principali della cultura popolare del Novecento.
La mostra di Crema, potendo contare su prestiti da collezioni pubbliche e private, presenta una sequenza di immagini rare, con una speciale dedica al tema della belle dame sans merci, la bella crudele, di cui ha scritto in modo memorabile Mario Praz ne La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, uscito nel 1930.
Una bellissima tavola di Aubrey Beardsley, Dreams, sta insieme a una xilografia di Dante Gabriele Rossetti dal titolo Lady Lilith e alla bellissima illustrazione di Edmond Dulac per Leonora di Edgar Allan Poe.
La mostra a Crema è una occasione preziosa per vedere un mito pop da angolazioni diverse, tra arte, letteratura, cinema e antropologia, con numerose sorprese e conferme, come le bellissime opere di Alberto Martini, maestro dell’occulto, straordinario illustratore di Poe e artista alla corte della marchesa Casati Stampa a cui quest’anno dedicano mostre il Castello Sforzesco a Milano e la sua città natale, Oderzo (Treviso).