Domenica 1 Settembre 2024
GIOVANNI SERAFINI
Magazine

I cento anni di Eiffel, ma non è una festa

Uno sciopero dei dipendenti blocca l’accesso alla Torre a un secolo esatto dalla morte dell’ingegnere. Contestato il progetto del Comune

I cento anni di Eiffel, ma non è una festa

I cento anni di Eiffel, ma non è una festa

Un secolo esatto dopo la morte di Gustave Eiffel (27 dicembre 1923) il suo monumento più famoso, la Torre che porta il suo nome e che è diventata il simbolo della Ville Lumière, rimane desolatamente chiusa. Fermi gli ascensori colorati in giallo e rosso. Chiuse le biglietterie. Smarriti i turisti, centinaia di persone che hanno prenotato la visita da settimane e adesso vanno avanti e indietro fra i quattro piloni giganteschi. "È uno scandalo. Chiudere i battenti durante le feste di Natale! Sono venuto apposta da Berlino con mia moglie e i nostri tre bambini. Siamo proprio delusi, Parigi non è più Parigi", protesta Friedrich sventolando i biglietti comprati su internet.

"Sciopero. Tour Eiffel chiusa. Vogliate scusarci", è scritto su un grande pannello nero. La “grève” è stata decisa a larga maggioranza dai 340 salariati per denunciare una "gestione irresponsabile" da parte della Sete, la Société d’exploitation de la Tour Eiffel, controllata al 99 per cento dal Comune di Parigi che ha il compito di vegliare sulla manutenzione, sul flusso dei turisti e sulle animazioni. "La Sete ha in mente un modello economico irrealizzabile, troppo ambizioso, privo di supporti, che ci porterà a sbattere tutti contro il muro. Hanno sottovalutato le spese e sopravvalutato gli incassi", dicono i sindacati.

Lo scontro è in atto da tempo, in particolare da quando sono stati divulgati i progetti “assiro-babilonesi” del sindaco di Parigi, la socialista Anne Hidalgo che è in cerca di rivincita dopo la sconfitta alle presidenziali 2022 (candidata ufficiale del partito, ottenne un misero 1,7 per cento).

Secondo i piani della Hidalgo la Tour Eiffel dovrebbe diventare il punto centrale di tre arrondissement (settimo, quindicesimo e sedicesimo) semi-vietati alle automobili e ristrutturati per diventare una sorta di grande Disneyland, con tanto di deposito bagagli per turisti pilotati qui direttamente da stazioni e aeroporti.

I costi dovrebbero ammontare a 352 milioni di euro, afferma la Sete: troppo pochi per il progetto, replicano i sindacati, e certamente non finanziabili con gli incassi dei biglietti. Lo scorso anno la Tour Eiffel ha accolto 5,9 milioni di visitatori; l’anno prossimo – secondo la Société d’exploitation – dovrebbero salire a 7,4 milioni. Un’esagerazione: oggi salgono ogni giorno sulla torre 16.164 turisti; ipotizzare che si superi la barra dei ventimila appare assurdo per un monumento, per quanto solido, che ha 134 anni di vita. Di qui l’agitazione dei dipendenti della Sete, che oltretutto reclamano aumenti di stipendio.

Costruita nel 1889 per l’Esposizione universale, la Tour Eiffel aveva in previsione ieri sera al primo piano uno spettacolo suoni e luci del dj francese Michael Canitrot, con tanti di abeti illuminati e Babbi Natale pronti ad accogliere i bambini: un omaggio a Gustave Eiffel per i cento anni dalla morte. "L’ingegnere non c‘è più, ma il suo lascito è ben vivente", ha commentato via Twitter il presidente Emmanuel Macron.

Erano le 13 e 30 del 31 marzo 1889 quando la grande torre di ferro venne inaugurata davanti al tout Paris. Ventuno colpi di cannone echeggiarono nell’aria quando un’immensa bandiera tricolore venne issata all’altezza di 312 metri, vertiginosa per l’epoca (oggi, dopo la sostituzione dell’antenna, si arriva a 330 metri). Seguito dal presidente Sadi Carnot e da uno stuolo di invitati illustri, l’emozionatissimo Eiffel si arrampicò lungo i 1710 gradini che portavano al terzo piano: "Mi sento come se avessi avuto un infarto", commentò una volta in cima.

Fu un momento storico che cancellò le critiche dei contemporanei ("inutile e mostruosa" secondo Alexandre Dumas, "uno scheletro privo di grazia" secondo Maupassant) e aprì alla Francia le porte dello splendore, quando la Ville Lumière diventò la meta di intellettuali, artisti e miliardari provenienti da ogni parte del pianeta.