Roma, 28 gennaio 2025 – L’inverno è una stagione che indubbiamente ha una sua bellezza e una sua particolarità, soprattutto se si pensa a paesaggi innevati, caminetti accesi e tazze fumanti, ma porta con sé anche malinconia, giornate gelide, poca luce. È comprensibile fantasticare su vacanze esotiche irraggiungibili, ma nel frattempo, dalla Scozia arriva una soluzione originale per combattere il grigiore invernale in attesa di volare verso mete calde: l’Hurkle-Durkling. Si tratta di un’antica pratica che sta vivendo un revival, conquistando sempre più persone in cerca di comfort e serenità. L’espressione risale al XIX secolo; la definizione riportata nei ‘Dictionaries of the Scots Language’ è “rimanere a letto od oziare quando ci si dovrebbe alzare”. Questo piccolo rituale mattutino, condiviso sempre più spesso sui social, rappresenta un invito a rallentare, a riscoprire la gioia di momenti semplici ma significativi.
Che cos’è l’Hurkle-Durkling
L’Hurkle-Durkling significa prolungare il piacere del tepore delle coperte, trasformando il letto in un rifugio accogliente, prima di scendere da letto e lasciare il piumone. Si può accompagnare il momento con un libro, una tazza fumante o anche con la meditazione. Non è ozio fine a sé stesso, ma un gesto di cura personale, un antidoto allo stress quotidiano e una ribellione silenziosa contro il ritmo frenetico del mondo. Per comprendere le origini dell’Hurkle-Durkling bisogna tornare indietro nel tempo, nella Scozia di due secoli fa, tra freddo pungente e piogge incessanti. La parola deriva da “Hurkle”, che significa accovacciarsi per scaldarsi, e descrive quel piacere unico di restare avvolti nel calore delle coperte mentre il mondo è là fuori e attende. In un’epoca di burnout e incertezze, questa pratica si è guadagnata un posto speciale nel cuore di chi cerca una pausa rigenerante. Gli utenti la reinterpretano creativamente: c’è chi la trasforma in un momento di self-care con candele e tisane, chi la usa per un risveglio produttivo soft con laptop e colazione a letto, e chi la vede come un mini-ritiro spirituale per meditare o leggere.
Risveglio lento
Se si vuole provare l’Hurkle-Durkling, basta seguire semplici passi. Innanzitutto bisognerebbe puntare la sveglia 20 minuti prima del necessario per godersi un dolce risveglio lentamente, senza fretta né ansia di alzarsi. È utile creare il proprio nido con coperte morbide, cuscini e la temperatura ideale. Niente social attivi e, in generale, dispositivi tecnologici spenti: deve essere un momento di calma e comfort, tutto dedicato a sé stessi. Se si racconta questo rituale a colleghi, amici e conoscenti e qualcuno critica e polemizza, si può sempre tagliare corto facendo presente che si tratta di un’arte antica e benefica, che non fa certo male a nessuno.
Altri consigli
In un mondo che corre sempre più veloce, l’Hurkle-Durkling ci ricorda quanto sia importante e rigenerante rallentare. Passare qualche minuto in più sotto le coperte non è solo una coccola: è un modo per riconnettersi con sé stessi e affrontare la giornata con calma. Questa antica abitudine scozzese compare nel rapporto sulle tendenze del 2025 di Hilton, dove la nota azienda alberghiera ha notato un crescente interesse per l’Hurkle-Durkling, che, insieme alla Sleepcation (la vacanza-fuga per riscoprire il piacere del dormire), rientra nella categoria in forte crescita del turismo del benessere, un settore che il Global Wellness Institute prevede supererà il trilione di dollari quest’anno. A differenza di altre esperienze di benessere, come la sylvoterapia (dove si deve camminare fino a una foresta per un’intensa immersione nel verde) o lo snowga (yoga nella neve), l’Hurkle-Durkling non richiede alcuno sforzo. Non serve, inoltre, un hotel a 5 stelle per concedersi qualche coccola mattutina: anche la propria camera da letto, piccola o grande che sia, può trasformarsi in un’oasi di relax. Basta usare lenzuola fresche, aggiungere cuscini extra, accendere luci soffuse o candele profumate e preparare una bevanda calda speciale in base alle proprie preferenze, da sorseggiare quando si è ancora sotto il piumone.