Venerdì 10 Gennaio 2025
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Huppert l’inquieta: "Mia figlia mi fa da madre"

La diva francese parla del nuovo film, “L’ombra di Caravaggio”. Con Scamarcio e con la sua Lolita insieme sul set diretto da Placido

Un film su Caravaggio, diretto da Michele Placido, attende Isabelle Huppert alla fine dell’emergenza Covid. Gireranno in Italia questo autunno, con Riccardo Scamarcio nel ruolo del pittore maledetto, tormentato e infelice: Isabelle Huppert sarà una delle persone conquistate dal suo talento. Una donna che lo proteggerà, lo incoraggerà, lo amerà. Sul set con lei, la figlia Lolita Chammah, 36 anni, avuta col produttore Ronald Chammah e già diretta in passato anche da Chabrol.

Intanto, però, in un pomeriggio d’estate, in uno dei parchi del Forte Village, dove si svolge il festival Filming Italy Sardegna arriva Isabelle Huppert. E un po’ di soggezione ti viene, quando la vedi. Perché questa donna minuta, dalla pelle bianchissima e dalla voce sottile, è una delle leggende del cinema mondiale.

Nata a Parigi nel ’53, musa di Tavernier, Chabrol, Haneke, è l’unica attrice ad aver vinto due volte la Palma come miglior protagonista a Cannes: ha vinto due coppe Volpi alla Mostra del cinema di Venezia, un Orso d’argento a Berlino, un Leone d’oro alla carriera, un Golden Globe. Se c’è un Olimpo del cinema, lei vi abita stabilmente. E tutto questo, Isabelle Huppert lo ha costruito, un ruolo dopo l’altro, dipingendo donne nervose, ferite, inquiete, tormentate, lucidissime, sensuali, spigolose, raramente sentimentali. In Sardegna ha ricevuto il Women power award, un premio dedicato alla sua forza di donna. "Ma non si tratta di potere: parlerei più di impegno", dice.

Madame Huppert, fra poco interpreterà “L’ombra del Caravaggio”, diretta da Michele Placido. Che cosa la ha sedotta in questo progetto?

"Mi piaceva ritrovare Michele Placido, con cui avevo recitato nel 1981 in Storia di donne. E poi mi piaceva il personaggio: quello di una nobildonna, la marchesa Costanza Sforza Colonna, che intuisce la grande forza rivoluzionaria dell’arte di Caravaggio, che capisce la sua visione. È un film che parla di luci e di ombre. Le luci e le ombre dei quadri e quelle della vita".

Nel film reciterà anche sua figlia, Lolita Chammah. Che effetto le fa? E sua figlia le chiede mai consigli?

"È la terza volta che recitiamo insieme, ma la prima che non interpretiamo madre e figlia. Lei sarà una giovane prostituta a Roma. Se mi chiede consigli? Mai: sul set siamo due attrici, ognuna con la sua maturità. Fra le due, semmai, la madre è lei!".

Nei giorni del lockdown, i più terribili della pandemia, era a Parigi, da sola. Che cosa le ha fatto più paura?

"Paura? Non ho avuto paura. Non per me: io sono abituata a stare da sola, il lavoro dell’attrice è più solitario di quanto si pensi. Ho avuto paura per gli altri, per i più deboli, quelli che non hanno il lusso di poter lavorare con la propria immaginazione. Quelli che hanno perduto il lavoro".

Ha avuto un lungo rapporto col cinema italiano: ha lavorato con Ferreri, con i fratelli Taviani, con Marco Bellocchio. Con chi vorrebbe lavorare, oggi?

"Con Nanni Moretti. Con Sorrentino e con Garrone: ma credo anche con molti altri".

Nell’ “Ombra del Caravaggio” nel ruolo del pittore c’è Scamarcio. Che cosa ama di lui?

"I magnifici occhi verdi. Quando c’è lui sul set, l’attenzione la richiama tutta addosso al suo volto".

Lei è una delle attrici più premiate, celebrate, iconiche del panorama mondiale. Qual è il suo metodo? Come prepara un personaggio?

"Non ho un metodo. Non si può anticipare quello che farai sul set: sul set è questione di vivere l’attimo. Tutto si svolge in quell’istante. Io non penso ai gesti che farò, ai toni di voce che avrò. Penso solo a vivere quel momento".

C’è un personaggio che vorrebbe fare, e non ha mai fatto?

"Mi piacerebbe, perché no?, interpretare un uomo. A teatro ho interpretato Orlando di Virginia Woolf: mi piacerebbe portare anche al cinema un personaggio maschile".