Venerdì 22 Novembre 2024
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Halloween, 5 leggende italiane da brividi

Lo spirito di Azzurrina a Montebello, il fantasma di Matelda nel castello di Poppi, la dama nera di Milano, le streghe di Benevento. Le storie di paura che resistono al tempo

Il castello di Poppi (Tavanti)

Il castello di Poppi (Tavanti)

Roma, 27 ottobre 2023 – Sebbene l’Italia non sia la patria di Halloween, sono molte le storie di streghe e fantasmi che fanno parte del nostro immaginario popolare e che continuano ad affascinare e attirare la curiosità degli appassionati di esoterismo. Vediamo alcune delle leggende italiane più famose e interessanti. 

Azzurrina

Una delle leggende più note è quella di Azzurrina, il fantasma di una bimba che infesterebbe il castello di Montebello, nel riminese. Guendalina – questo il suo vero nome – sarebbe stata la figlia del signore locale Ugolinuccio Malatesta, affetta da albinismo e per questo tenuta nascosta agli occhi dei più per via della credenza popolare che vedeva una correlazione tra questa condizione e la stregoneria. La madre avrebbe tentato più volte di tingerle i capelli per nascondere la malattia, ma con scarsi risultati, in quanto in pochi giorni assumevano un’inquietante colorazione azzurra, da cui il soprannome “Azzurrina”. Un giorno, la bambina cadde in un pozzo del castello mentre inseguiva una palla, ma il suo corpo non fu mai trovato. Da allora infesterebbe i sotterranei dell’edificio, manifestandosi solo in occasione del solstizio d’estate ogni cinque anni.

La dama nera di Milano

Parco Sempione è uno dei giardini pubblici più noti e frequentati di Milano, ma nella notte nasconderebbe una presenza sinistra. La leggenda narra della “dama nera”, una bellissima ragazza vestita con un lungo abito scuro e con il volto coperto da un velo dello stesso colore, come se si stesse recando a un funerale. Non viene descritta come un’entità pericolosa: se approcciata potrebbe solo scomparire, per poi tornare nel parco a qualche giorno di distanza. Tuttavia, nel caso si fosse meno fortunati e si incrociasse il suo sguardo, si potrebbe piombare in uno stato di confusione e dissociazione tale da dimenticare persino importanti eventi della propria vita

Le streghe di Benevento

Le janare sono una tipologia di streghe presenti nel folclore dell’Italia centro-meridionale, in particolare in quello del beneventano. Leggenda vuole che, grazie a un patto con il diavolo, durante la giornata si presenterebbero come delle normalissime donne, per poi assumere una forma decisamente più spaventosa nella notte: rughe, unghie lunghe, capelli sporchi e occhi demoniaci. Le janare sarebbero solite penetrare nelle case nella notte, per torturare e poi soffocare i bambini. Per evitare di farle entrare, è necessario disporre una scopa o un sacchetto di sale davanti alla porta di casa. Tra le altre disgrazie portate da queste streghe ci sarebbero l’aborto spontaneo e l’infertilità. E se ci si trovasse faccia a faccia con una janara? Bisognerebbe prenderla per i capelli e immobilizzarla; la strega prometterebbe poi protezione per le sette generazioni successive in cambio della libertà. 

Il fantasma di Villa Magnoni 

A Cona, nei pressi di Ferrara, si troverebbe una villa infestata dal fantasma di un’anziana. Chi ne parla fa riferimento a un presunto fatto di cronaca avvenuto negli anni Ottanta: un gruppo di giovani avrebbe visitato Villa Magnoni, venendo sorpresi dallo spettro che inveiva verso di loro e malediceva le loro anime mentre si affacciava a una finestra. Nel tragitto di ritorno verso casa, i ragazzi avrebbero perso la vita in un misterioso incidente stradale. Dopo il fatto, le porte e le finestre dell’edificio sarebbero state murate. Tuttavia, pochi giorni dopo, una delle finestre venne trovata nuovamente aperta: quella dalla quale l’anziana aveva maledetto i visitatori indesiderati.

La torre del diavolo

Questa storia vede come protagonista una nobildonna, Matelda, proprietaria del Castello di Poppi, in provincia di Arezzo. La donna, trascurata dal marito spesso via di casa per lunghi periodi, sarebbe stata solita ospitare per la notte i giovani più belli del borgo. Ma nessuno avrebbe dovuto scoprirlo. Per evitare la diffusione di voci, secondo la leggenda, gli amanti venivano fatti uscire da un cunicolo, che portava però a una stanza delle torture dove una serie di congegni a lama li uccideva in atroci sofferenze. Tuttavia, vista la sparizione di quasi tutti i giovani, il borgo avrebbe iniziato a dubitare di Matelda, che venne murata nella torre del suo castello, dove morì di stenti. Ad oggi c’è chi sostiene di sentire ancora le sue urla; storia vuole che il fantasma sarebbe ancora presente nel palazzo, pronto a sedurre e a condannare il malcapitato alla stessa fine dei suoi amanti.