Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Gli oceani cambiano colore: colpa del global warming

Entro il 2100 i mari diventeranno molto più blu o molto più verdi a causa dei cambiamenti climatici

Gli oceani diventeranno più blu o più verdi

Gli oceani stanno cambiando colore per colpa del global warming. A concluderlo è uno studio a cura del Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, secondo cui l'aumento delle temperature sta modificando la composizione del fitoplancton, facendo diventare l'acqua molto più verde o molto più blu. CHE COS'È IL FITOPLANCTON È sostanzialmente l'insieme dei microrganismi vegetali alla base della catena alimentare negli ecosistemi marini. Comprende alghe e creature microscopiche che fanno la fotosintesi, ossia che sfruttano l'energia solare per produrre sostanze organiche. La capacità del fitoplancton di assorbire e riflettere la luce in modo diverso influisce sulla tonalità assunte dalle distese acquatiche. RISCALDAMENTO GLOBALE E FITOPLANCTON Il team guidato dalla dottoressa Stephanie Dutkiewicz ha creato un modello matematico per prevedere come cambierà la distribuzione del fitoplancton in relazione all'attuale trend climatico. Le simulazioni hanno evidenziato che, entro il 2100, le alterazioni a carico dei microrganismi acquatici determineranno un notevole cambiamento di colore nel 50% degli oceani. PIÙ BLU E PIÙ VERDE Il modello suggerisce che nelle regioni subtropicali l'acqua diventerà molto più blu a causa della drastica diminuzione del numero di alghe. Al contrario le zone adiacenti ai poli si accenderanno di un verde intenso, in quanto l'aumento delle temperature favorirà abbondanti fioriture di fitoplancton. MARI A RISCHIO Nell'articolo pubblicato sulla rivista Nature Communications viene sottolineato che le alterazioni cromatiche sono il sintomo di un fenomeno che rischia di squilibrare la catena alimentare, con esiti imprevedibili per gli habitat marini. Secondo i ricercatori, la transizione verso tonalità più blu e più verdi è in parte già in atto, ma non è visibile a occhio nudo. Per questa ragione, da qui in avanti occorrerà monitorare le immagini satellitari, in modo da riuscire a valutare la reale portata del problema.