Mercoledì 31 Luglio 2024
CRISTIANA MARIANI
Magazine

Giuseppe Ninno: "Ho lasciato il posto fisso per il mio Mandrake, credete nei vostri sogni”

L’attore è diventato uno dei creator più seguiti di tutta Italia: “La famiglia Imbarazzi è nata dalle continue telefonate di mia madre”

Migration

Cambiare vita a 38 anni. Lasciare un posto fisso per seguire i propri sogni, ma anche per assecondare la propria indole. E fare il botto sui social network, e non solo. Quella dell’attore, autore e content creator Giuseppe Ninno è una vera mandrakata, ma non nel senso di truffa. Nel senso proprio di trovata e opera ingegnosa. E non è un caso che il nome di “battaglia” che ha scelto sia proprio Mandrake. È con questo nickname che si è fatto conoscere sui social network insieme alla “sua” famiglia Imbarazzi. Che interpreta in ogni personaggio.

Mandrake, su TikTok ha due milioni e mezzo di follower, su Instagram 957mila. Si aspettava un successo del genere?

"Assolutamente no. Risultati del genere arrivano senza che tu possa immaginarlo e sono belli per questo. Il primo video l’ho fatto nel 2016, la famiglia esiste da luglio 2021. Non è stato un successo immediato, ma è cresciuto nel tempo".

Come è nata la famiglia Imbarazzi?

"Guardando la realtà ed estremizzandola. La comicità è questo. È nata per gioco, dopo una telefonata di mia madre a luglio 2021. Ho trovato sul mio smartphone 14 telefonate sue perse in mezz’ora, mi sono allarmato pensando che fosse successo qualcosa a qualcuno della mia famiglia e invece voleva chiedermi solo se avessi mangiato. In quel momento mi si è accesa una lampadina e ho realizzato un video. Mai mi sarei aspettato una serialità, doveva rimanere un’idea fine a se stessa".

Perché i suoi personaggi funzionano?

"Senza dubbio per la bellezza (ride, ndr). In realtà forse a far ridere sono le situazioni reali di cui parlo. In tanti si riconoscono. All’inizio c’era chi contestava il mio utilizzo del dialetto, però i miei video erano pensati per utenti del mio territorio, ovvero da Brindisi a Lecce. Poi dai risultati sui social ho iniziato a capire che il mio pubblico andava oltre i 100 chilometri del Salento e quindi ho cominciato a usare il dialetto, lasciando anche qualche parolaccia, in modo meno preponderante per farmi capire un po’ da tutti".

Cosa si deve aspettare chi viene a vedere il suo spettacolo ‘Imbarazziamoci’?

"Un’ora e mezza di tranquillità, risate, immagini di cose passate e quindi anche un po’ di nostalgia, ma anche qualche messaggio più serio".

Lei a 38 anni ha lasciato il posto fisso per dedicarsi a tempo pieno all’attività che desiderava. Cosa consiglia a chi vorrebbe fare lo stesso?

"Di pensare bene a quello che si fa, ma non ponderare troppo. Non bisogna dare retta a troppe persone. Se inizi a farti troppi problemi, i treni passano e tu non ci sali. È come il bunjee jumping: se aspetti troppo, rischi di perdere il momento e non ti butti. Il mio consiglio è: non fatelo per imitare me o altri, ma fatelo se pensate di avere qualcosa da dare e vi sentite pronti. Perché poi il vostro momento arriva. Che non significa obbligatoriamente la fama o grandi palchi. Vuol dire semplicemente riuscire a vivere di quello che si fa".

I suoi progetti futuri?

"La produzione sui social network non si ferma mai. Arriveranno nuovi video della famiglia Imbarazzi e continueremo anche con lo spettacolo".