Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Giorno dei morti, l'origine e perché la commemorazione dei defunti è il 2 novembre

Nasce con il rito bizantino e diventa quella che conosciamo oggi grazie alla riforma cluniacense

Candele in una chiesa

Martedì 2 novembre 2021 cade la commemorazione di tutti i fedeli defunti, meglio nota con il nome di "giorno dei morti": si tratta di una ricorrenza della Chiesa cattolica che nasce secoli fa e che si intreccia con alcune credenze pagane e folkloristiche.

Le anime dopo la morte

Presso i popoli antichi era convinzione comune che dopo la morte del corpo le anime dei defunti meritevoli continuassero a esistere in un mondo diverso dal nostro: pensiamo ad esempio al Valhalla per la mitologia norrena, oppure ai Campi elisi per quella greca e romana. In modo non dissimile, la dottrina della Chiesa cattolica prevede che le anime possano dimorare in tre diversi regni ultraterreni: quello che ci importa, in questo caso, è il Purgatorio, dove si trovano coloro che ancora non possono accedere alla visione beatifica perché non hanno espiato le colpe passate. Proprio le preghiere e le messe del 2 novembre possono aiutare nel conseguimento della comunione eterna con Dio.

La storia del giorno dei morti

La storia di quello che diventerà il giorno dei morti cattolico inizia con il rito bizantino, in base al quale il sabato prima della domenica di Sessagesima (fra gennaio e febbraio di ogni anno) era dedicato alla commemorazione dei defunti. Già dal VII secolo in molti monasteri si celebravano simili giornate, ma non c'era uniformità di data. Fu l'abate benedettino sant'Odilone di Cluny, ideatore della riforma cluniacense, a decidere che il 2 novembre la messa e l'eucarestia sarebbero state offerte "pro requie omnium defunctorum", cioè in memoria di tutti i defunti. Era l'anno 928 d.C. e da allora la data della festa dei morti non ha più conosciuto modifiche ed è stata fatta propria da tutta la Chiesa cattolica.

I dolci dei morti

Una curiosa rimanenza delle antiche credenze pagane si è conservata fino ai giorni nostri: si tratta della consuetudine di preparare dolci a ridosso del 2 novembre, spesso in modo che ricordino la forma e/o il colore delle ossa. Secoli fa, mettere in tavola un dolce era un evento eccezionale, riservato a ricorrenze speciali: oggi non è più così, ma l'idea di celebrare i defunti in questo modo è rimasta. In alcune regioni d'Italia si lasciano la notte fra l'1 e il 2 novembre sulla tavola imbandita, a disposizione dei propri morti che verranno a visitare casa.