Roma, 27 gennaio 2025 – I "giorni della merla", tradizionalmente associati al 29, 30 e 31 gennaio, sono considerati i giorni più freddi dell'anno secondo la cultura popolare. Ma perché si chiamano così? La spiegazione più diffusa rimanda a una leggenda legata a una merla e ai suoi piccoli. Nel 2025 il 29 gennaio segnerà anche l’inizio del Capodanno Cinese.
La leggenda della merla
Si narra che un tempo i merli fossero candidi, al contrario di oggi. Durante un inverno particolarmente rigido, una merla cercò rifugio in un comignolo per proteggersi dal gelo. Dopo tre giorni di freddo intenso, uscì dal rifugio con i suoi piccoli, ma il fumo del camino aveva annerito le loro piume, trasformandole per sempre in nere. Da allora, si dice, i merli hanno piume scure e gli ultimi tre giorni di gennaio vengono chiamati "della merla".
Tradizioni popolari e previsioni meteorologiche
I tre giorni della merla sono entrati nell'immaginario collettivo come una sorta di spartiacque stagionale. Secondo un detto popolare simil proverbio, se negli ultimi giorni di gennaio farà particolarmente freddo, la primavera sarà mite; al contrario, quando sono relativamente caldi il presagio è negativo perché si prospetta una primavera incostante. Dunque, ben venga il gelo nei giorni della merla. Questa credenza riflette l'osservazione empirica della natura, quando le variazioni climatiche erano seguite con attenzione per organizzare i lavori agricoli.
L’ultimo giovedì del mese di gennaio corrisponde anche al giorno in cui in molte piazze del Piemonte e della Lombardia viene bruciata la Giubiana, o Gioeubia a seconda del dialetto. In città come Busto Arsizio e in Brianza, così come in alcuni comuni della provincia di Varese e di Como, verrà costruita una grande donna fantoccio: figure altissime oggi realizzate con stoffa e cartapesta, che vengono bruciate al tramonto. Come nel caso del Capodanno cinese, questa tradizione secolare era collegata all’anno agricolo e all’atto propiziatorio di scacciare il gelo per dare il benvenuto al nuovo anno e alla primavera.
Le varianti regionali: storie di ghiaccio e sopravvivenza
Oltre alla leggenda del comignolo, esistono altre narrazioni legate ai giorni della merla. In alcune zone del Nord Italia, si parla di una merla che attraversò un fiume ghiacciato per salvare i suoi piccoli, mentre in altre tradizioni, il termine "merla" potrebbe riferirsi a strumenti o usanze contadine, come un’antica unità di misura del grano. Questi racconti cambiano a seconda delle regioni, ma condividono il tema del freddo intenso e della resilienza.
Tra scienza e tradizione: un legame che resiste
Nonostante non vi sia alcun fondamento scientifico nel considerare i giorni della merla i più freddi dell’anno, il periodo coincide spesso con un abbassamento delle temperature invernali. Questa coincidenza, unita alla forza della narrazione popolare, ha permesso al mito di sopravvivere nel tempo. Ancora oggi, i giorni della merla rappresentano un momento di riflessione sulle stagioni, perché simbolicamente ci connettono al tema del freddo e delle cose da lasciar andare, del cambiamento e del fuoco, che brucia e riscalda ricordando che il sole è presto destinato a fare ritorno nelle nostre giornate e nella natura.