In Inghilterra è già una realtà consolidata e normalizzata da qualche anno, ma presto potrebbe prendere piede anche in altri Paesi tra cui l’Italia. Si parla molto dei Duvet Days, un’espressione che, tradotta letteralmente, significherebbe giornate del piumone. Si tratta di giorni in cui, di fatti, senza prendere ferie o chiedere formale permesso per assentarsi, i lavoratori restano a casa e non lavorano, ma si dedicano al proprio tempo personale e famigliare. Questo temporaneo stop ai doveri aziendali può essere richiesto per diversi motivi, fondamentalmente per recuperare benessere a vantaggio della propria salute psico-fisica. È un tema di forte attualità se si pensa che continuano ad aumentare i malesseri legati al burn-out, al sovraccarico a causa di giornate sempre più frenetiche, così come sono in crescita i casi di dimissioni non tanto perché si è ricevuta un’altra offerta più vantaggiosa quanto perché si è ormai saturi della situazione professionale in cui ci si ritrova.
Le origini
Nonostante se ne discuta soprattutto di recente, il fenomeno dei Duvet Days è nato circa una trentina di anni fa, precisamente nel 1997, in Gran Bretagna. In alcune imprese i dipendenti erano stati incoraggiati a prendersi una giornata tutta per sé una volta ogni trimestre aziendale. Si tratta, dunque, di uno strumento di welfare d’impresa già riconosciuto e ben avviato oltremanica. Rispetto alle esperienze di coloro che hanno conosciuto e sperimentato questo sistema, sembrerebbe non manchino i vantaggi, e non solo per i dipendenti. Infatti grazie ai Duvet Days può migliorare il rapporto di fiducia tra lavoratori e imprese, con un avvicinamento che accorcia le distanze tra le due parti, anziché arrivare a una gelida distanza o allo scontro in momenti faticosi. Oltretutto concedendo queste parentesi di riposo le aziende riaccolgono dopo 24 ore dipendenti più produttivi e motivati.
Bed rotting e goblin mode
Le giornate del piumone non vanno confuse con altri due fenomeni che invece sono fondamentalmente negativi per le persone e che purtroppo hanno preso piede nella società contemporanea, sempre più esausta e stremata dalla corsa al fatturato e dalla competizione estrema. Il bed rotting indica un’iniziativa personale di chi passa ore e ore a letto sul divano a oziare, davanti a una serie o sui social, magari mangiando cibo-spazzatura a volontà. Il goblin mode è un altro trend recente simile a quello descritto in precedenza. L’espressione evoca creature piccole e mostruose ben note a chi conosce saghe fantasy come ‘Il signore degli anelli’ e ‘Harry Potter’. In entrambi i casi si tratta di forme di imbruttimento psico-fisico che potrebbero essere avvisaglie, se non già una manifestazione conclamata, di stati depressivi e di disagi più profondi rispetto a una semplice e ordinaria stanchezza.