Roma, 18 maggio 2017 - BIBLIOPEGIA antropodermica, modo “indicibile” per dire che è stata usata pelle umana nella rilegatura di libri o cataloghi. Ma il tema scelto da Icom (International council of museums) per la Giornata internazionale dei Musei, che cade oggi, è “Musei e storie controverse: raccontare l’indicibile nei musei”, senza pregiudizi. Preso alla lettera dalla Veneranda Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana di Milano che estrae dal deposito dei tesori, fino al 18 giugno, il piccolo elegante “Traité d’Anatomie descriptive, physiologique et pittoresque à l’usage des artistes”, pubblicato a Bruxelles-Leipzig nel 1861. Firmato Henri van Holsbeék. Semplice, la legatura in mezza pelle. Ma un cartoncino a informa che si tratterebbe di un volume rilegato in pelle umana femminile, donato all’Ambrosiana da donna Pina Chierichetti nel 1930. La pelle femminile – si legge in un ritaglio di giornale – è preferita poiché “il parait qu’elle est plus souple que celle de l’homme” (più morbida di quella dell’uomo). Una pratica “che non fu prerogativa di stregoni impazziti o fanatici indemoniati, ma si diffuse nel Settecento tra i medici, per ragioni di prestigio, e nell’Ottocento tra i più romantici bibliofili”.
LE PORTE sono aperte oggi in 350 musei italiani. Sempre a Milano, alla Triennale, con “Giro Giro Tondo. Design for Children”, gli “indicibili” provvedimenti disciplinari presi nei confronti del maestro Alberto Manzi, che denunciava il sistema di classificare gli alunni attraverso i voti numerici in maniera univoca. A Roma, nelle sale dell’Accademia nazionale di San Luca, la curiosità è per tre “controversi” dipinti, due Madonne di Scuola fiorentina e di Scuola veneta, e una nobildonna attribuita al Bronzino, parte del lascito del barone Michele Lazzaroni, artista, collezionista, scrittore, e autore di restauri al limite della contraffazione condotti su centinaia di opere smerciate a collezionisti e musei americani (fenomeno definito “falsificazione d’arte antica”). A Bologna, l’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, da un secolo e mezzo impegnato a riconoscere alle persone con disabilità visiva il diritto all’accesso al patrimonio culturale, invita a incontri nelle sale del Museo Tolomeo e Museo Tattile Anteros. A Carbonia il Museo del carbone racconta la Grande Miniera di Serbariu e il bacino carbonifero sulcitano, che sono stati l’area estrattiva con il più alto numero di incidenti mortali e non (un quinto di quelli avvenuti in tutte le miniere sarde).
A MONTEFIORINO (Modena), nel Museo della Resistenza dedicato alla repubblica partigiana che fu insediata nella zona, sarà proposta la scabrosa vicenda di Giovanni Rossi, un capo partigiano ucciso all’inizio del 1944 da alcuni dei suoi uomini. Ma forse è a Itri (Latina), al Museo del brigantaggio, che viene proposto il dilemma politico-culturale più “indicibile”: i “briganti” che si opposero all’unificazione della penisola, sono forse “fratelli d’Italia” anche loro?