Giovedì 31 Ottobre 2024

Giornata mondiale dell’acqua oggi, i numeri choc dell’Unesco. Istat: in Italia le reti idriche perdono il 42% di quella potabile

Ecco tutti i dati del nuovo rapporto pubblicato per conto dell’Un-Water, organismo dell’Onu che coordina il lavoro sull’accesso all’acqua. Le percentuali dello spreco

Roma, 22 marzo 2024 – Nella giornata mondiale dell’acqua 2024 che si celebra oggi, un dato choc. Nelle reti idriche italiane si perde ancora il 42,4% di acqua potabile: lo sottolinea l’Istat sulla base dei dati 2022. Con quell’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione si potrebbero soddisfare le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno. Il dato sulla dispersione è peggiore di quello del 2020 (42,2%). Le reti comunali di distribuzione erogano ogni giorno, per gli usi autorizzati, 214 litri di acqua potabile per abitante (36 litri in meno del 1999). Nel 2023 è al 28,8% la quota delle famiglie che non si fidano a bere acqua di rubinetto (stabile rispetto al 2022).

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Giornata dell’acqua 2024: i numeri dell’Unesco

Ogni giorno, oltre 1.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di malattie legate ad acqua e servizi igienici inadeguati; oltre 1,4 milioni di persone restano uccise ogni anno. Questo ci dice l’ultimo rapporto Unesco. A livello mondiale quasi 1 miliardo di bambini (953 milioni) sono esposti a livelli alti o estremamente alti di stress idrico.

Giornata mondiale dell'acqua oggi, 22 marzo 2024
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Che cos’è lo stress idrico

Per stress idrico s’intende il rapporto tra la domanda totale di acqua e le scorte rinnovabili disponibili di acqua superficiale e sotterranea. La domanda d’acqua comprende gli usi domestici, industriali, per l’irrigazione e per l’allevamento.

Acqua e bambini, i numeri choc

In Italia si stima che nel 2022 erano circa 298mila i bambini esposti a livelli elevati o molto elevati di stress idrico. Nel mondo 240 milioni di bambini sono fortemente esposti al rischio di inondazioni costiere e 330 milioni di bambini sono altamente esposti alle inondazioni fluviali. I dati rivelano forti disparità, con i più poveri e coloro che vivono nelle aree rurali che hanno meno probabilità di utilizzare un servizio di base. Nella maggior parte dei Paesi, l’onere della raccolta dell’acqua continua a ricadere soprattutto su donne e ragazze.

Acqua: la fatica delle donne

A livello globale, in 2 famiglie su 3 le donne sono le principali incaricate del trasporto dell’acqua. Il 16% della popolazione mondiale, pari a 1,8 miliardi di persone, raccoglie l’acqua da fonti situate fuori casa. Di questi, il 63% delle donne è responsabile del trasporto dell’acqua, rispetto al 26% degli uomini. A livello globale, le ragazze hanno più probabilità di andare a prendere l’acqua rispetto ai ragazzi in tutte le regioni, ad eccezione dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale. Nell’Africa subsahariana, il 45% della popolazione raccoglie l’acqua e le donne hanno una probabilità quattro volte superiore rispetto agli uomini di essere incaricate del trasporto dell’acqua.

L’accesso all’acqua è un diritto umano

L’accesso universale all’acqua potabile è un bisogno fondamentale e un diritto umano. Garantire l’accesso all’acqua potabile a tutte le persone contribuirebbe a ridurre malattie e decessi, soprattutto tra i bambini. Eppure 2,2 miliardi le persone vivono ancora senza accesso all’acqua potabile gestita in modo sicuro mentre 3,5 miliardi non hanno accesso a servizi igienico-sanitari sicuri. Lo rileva il nuovo rapporto pubblicato dall’Unesco, per conto dell’Un-Water, organismo dell’Onu che coordina il lavoro sull’accesso all’acqua.

L’obiettivo delle Nazioni Unite per il 2030

Quindi l’obiettivo delle Nazioni Unite di garantire questo accesso per tutti entro il 2030 è lungi dall’essere raggiunto, afferma l’Unesco avvertendo che c’è motivo di temere che tali disuguaglianze possano continuare ad aumentare. Per preservare la pace, dunque, gli Stati devono rafforzare la cooperazione internazionale e accordi transfrontalieri, afferma il direttore generale dell’Unesco Audrey Azoulay.

Tra il 2002 e il 2021 la siccità ha colpito più di 1,4 miliardi di persone, ricorda l’Unesco aggiungendo che a partire dal 2022, circa la metà della popolazione mondiale ha sperimentato una grave scarsità d’acqua per almeno una parte dell’anno, mentre un quarto ha dovuto affrontare livelli ‘estremamente elevati’ di stress idrico, utilizzando oltre l’80% della fornitura annuale di acqua dolce rinnovabile. Si stima che il cambiamento climatico aumenterà la frequenza e la gravità di questi fenomeni, con forti rischi per la stabilità sociale.