L’8 giugno ricorre la Giornata mondiale degli oceani che, oltre a celebrare la bellezza e la ricchezza di mari e oceani, punta a sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica su quanto sia importante salvaguardare questi ecosistemi, dal momento che la stessa sopravvivenza del genere umano è legata a essi.
Il clima
Una minaccia per gli Oceani arriva dal cambiamento climatico. A causa di quest’ultimo, entro la fine del XXI secolo, è a rischio il 20-40% delle forme vitali presenti nella cosiddetta zona crepuscolare oceanica (nota anche come mesopelagica). Si tratta di una fascia posta tra i 200 e i 1.000 metri di profondità, scarsamente illuminata dai raggi solari, in cui è ospitato lo stock ittico più grande e meno sfruttato del mondo. È quanto è emerso da un recente studio diffuso sulla rivista ‘Nature Communications’ da un team di ricerca internazionale capeggiato da Katherine A. Crichton dell'Università britannica di Exeter. In uno scenario ad alte emissioni, la vita degli oceani nella zona crepuscolare potrebbe scomparire nell'arco di un secolo e mezzo, con effetti che potrebbero persistere per migliaia di anni.
La plastica
Come però hanno ricordato anche le ultime edizioni della Giornata mondiale degli Oceani, e occorre rimarcare anche quest’anno, un altro enorme pericolo è rappresentato dalla plastica. A partire dal 2005 la presenza di questo materiale nelle acque oceaniche è aumentato come non era mai successo negli ultimi 40 anni. Più di 170.000 miliardi di frammenti di plastica – pari a 2,3 milioni di tonnellate di peso – galleggiano sulla superficie. La velocità con cui questi rifiuti (per lo più microplastiche) vengono gettati in acqua è potrebbe perfino triplicare entro il 2040. Sono le stime e le proiezioni di uno studio pubblicato su ‘Plos One’ da un gruppo di ricercatori guidato da Marcus Eriksen, co-fondatore dell'organizzazione no-profit 5 Gyres Institute. Se non si inverte la rotta, la percentuale di plastica gettata nei mari potrebbe persino triplicare entro i prossimi diciassette anni.
L’importanza degli oceani
Non ci si pensa mai abbastanza, ma i fattori e i parametri che guidano i sistemi e i processi degli oceani – dalle loro temperature alle forme di vita – costituiscono delle condizioni determinanti affinché la Terra sia abitabile per l'umanità. Sono elementi imprescindibili che regolano anche l’acqua piovana, l’acqua potabile, il clima, le spiagge, l’ossigeno, il cibo a nostra disposizione. Non va dimenticato, poi, che, nel corso dei millenni e dei secoli, oceani e mari sono stati canali vitali per il commercio e il trasporto.
I numeri
- Tre quarti della superficie della Terra è coperta dagli Oceani, che assorbono almeno il 30% della CO2 prodotta dagli esseri umani, contenendo così l’impatto del riscaldamento globale.
- L’intervento dell’uomo condiziona fortemente lo stato di salute e di benessere delle acque oceaniche, provocando inquinamento e riducendo le riserve ittiche, nonché danneggiando gli habitat naturali costieri.
- Sono oltre tre miliardi le persone il cui sostentamento dipende dalla biodiversità marina e costiera.
- Il valore di mercato stimato delle risorse e delle industrie marine e costiere, su scala globale, è pari a 3 mila miliardi di dollari annui, ovvero circa il 5% del prodotto interno lordo planetario.
- Gli oceani ospitano all’incirca 200.000 specie identificate. Ma quelle presenti potrebbero essere molte di più, rientrando nell’ordine di milioni di unità.
- Negli ultimi anni le temperature delle acque sono aumentate il 20% più rapidamente della media globale. Entro il 2100, poi, il livello degli oceani dovrebbe superare il metro di altezza. Il Mediterraneo sta risultando il mare caratterizzato dal riscaldamento più veloce e con la concentrazione salina più elevata.
Sostenibilità
Una gestione attenta della risorsa globale essenziale di mari e oceani è una caratteristica chiave nell’ottica di un futuro sostenibile. Tuttavia, al momento attuale, c'è un continuo deterioramento delle acque costiere a causa dell'inquinamento e dell'acidificazione degli oceani, che ha un effetto negativo sul funzionamento degli ecosistemi e della biodiversità. Gli impatti negativi si riversano sulla pesca, sia quella su scala industriale, sia quella dei piccoli imprenditori.
La ricorrenza
La Giornata Mondiale degli Oceani si celebra proprio l’8 giugno per un motivo preciso che risale a oltre trent’anni fa. In quella data, infatti, nel 1992, a Rio de Janeiro, in Brasile, si tenne un evento parallelo alla Conferenza dell'Onu dedicato all’ambiente. In questo modo veniva data la possibilità a organizzazioni non governative e alla società civile di esprimere il proprio punto di vista sulle questioni ecologiche. Tutt’oggi la ricorrenza costituisce l’occasione per riflettere sull’importanza e sui benefici degli oceani e sul dovere dei singoli e delle comunità di attuare comportamenti sostenibili per soddisfare le attuali esigenze, tutelando però i bisogni e le risorse delle generazioni future.
Obiettivi
La tutela dell'oceano rientra anche nei punti fondamentali dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, fissati per promuovere lo sviluppo sostenibile di Paesi, istituzioni, comunità, economia e tanti altri ambiti. La conservazione e l’utilizzo, in modo rispettoso, ecologico e senza sprechi, di oceani e risorse marine sono alcune delle priorità. In particolare, ecco alcuni dei traguardi prefissati nel programma d’azione globale dell’Onu: - entro il 2025, occorrerebbe prevenire e ridurre ogni forma di inquinamento delle acque marine e oceaniche, soprattutto quello che deriva da attività che hanno luogo sulla terraferma e che poi si riversano nei bacini idrici sotto forma di detriti (ingeriti anche dai pesci e dal resto della fauna ittica); - gestire in modo sostenibile e proteggere l’ecosistema; questo, invero, sarebbe stato un obiettivo da raggiungere già entro il 2020, ma molto lavoro deve essere ancora fatto in tal senso; - contenere al minimo gli effetti dell’acidificazione degli oceani (fenomeno per cui si è ridotto il pH oceanico a causa dell’incremento di anidride carbonica nell’atmosfera) promuovendo la ricerca scientifica.