Domenica 6 Ottobre 2024

Giornata Mondiale degli scacchi il 20 luglio: la storia del gioco

Il 20 luglio si celebra in giro per il globo la Giornata Mondiale degli scacchi: ecco tutto quello che c’è da sapere sul gioco

Crediti iStock - Giornata Mondiale degli scacchi

Crediti iStock - Giornata Mondiale degli scacchi

Roma, 18 luglio 2023 – Il 20 luglio si celebra a livello internazionale la Giornata Mondiale degli Scacchi, un’evenienza che corrisponde alla data di fondazione dalla FIDE, l’organizzazione fondata nel 1924 che si occupa di coordinare a livello mondiale le diverse federazioni nazionali dedicate a questo gioco. Tutto nasce di fatto nel 1966, quando l’UNESCO propose per la prima volta l’idea di istituire questo evento, ricevendo volentieri il nulla osta da parte della stessa FIDE. Ad oggi la giornata si festeggia in almeno 189 nazioni, che ogni anno organizzano per l’occasione tornei e festeggiamenti di varia natura, per un totale di circa 650 milioni di giocatori sparsi nei quattro angoli del globo. Per chi volesse celebrare questo importante evento, imperdibile per tutti gli appassionati, ecco una breve panoramica sulla storia del gioco, tanto complesso quanto intrigante.  

Come sono nati gli scacchi

L’etimologia della parola stessa è piuttosto interessante, perché il termine “scacchi” deriva dal catalano e dal provenzale “escac”, una parola a sua volta derivata dal persiano “Shah”, che significa “re”, proprio come uno degli ideali personaggi che si possono utilizzare durante una partita. Il gioco di per sé si svolge sopra una scacchiera, una superficie che include un totale di 64 quadranti (anche chiamati “caselle” o “case”) di due colori alternati, tendenzialmente bianco e nero. Al di sopra di ogni casella i giocatori pongono un totale di 16 pezzi a loro volta bianchi e neri, chiamati “pedine”, che rappresentano idealmente gli abitanti di una corte o di un castello medievale. Ecco dunque che chi gioca a scacchi potrà muovere al di sopra dello scacchiere un re, una regina (anche chiamata “donna”), due cavalli, otto pedoni e due torri. Ogni singola casella potrà essere occupata da un solo pezzo, che potrà andare a mangiarne un altro occupando la rispettiva casella. La partita si sviluppa a partire da mosse che hanno come obiettivo quello di arrivare alla cattura del re, o “scacco matto”, in modo tale che l’avversario non possa più effettuare delle mosse considerate legali secondo il regolamento. La loro nascita e la loro diffusione, per il resto, è davvero antichissima. Si pensa infatti che gli scacchi siano nati in India nel VI secolo d.C., per poi diffondersi intorno all’anno 1000 anche nel Vecchio Continente con ogni probabilità grazie alla mediazione dei mori. Con il passare degli anni il gioco acquisì una popolarità crescente, assumendo le caratteristiche che oggi tutti conoscono in Spagna e in Italia verso il XV secolo, nonostante sia soltanto con l’arrivo del XIX che è stato di fatto sviluppato un vero e proprio regolamento che ancora oggi viene seguito in tutto il mondo.  

Le regole del gioco degli scacchi

Tutto quello che sappiamo oggi nel dettaglio sul gioco degli scacchi è stato codificato da parte della FIDE all’interno della sezione ‘Laws of Chess’ di uno speciale libro i cui insegnamenti sono stati adottati dalla medesima organizzazione a partire dal 2018. Si comincia dalla scacchiera e dalle sue caratteristiche: la superficie del gioco deve essere prima di tutto composta da traverse numerate da 1 a 8, mentre le colonne sono contrassegnate dalle lettere dell'alfabeto da "a" a "h". In una sessione di gioco, inoltre, la scacchiera deve essere posizionata in modo tale che la casella nell'angolo in basso a destra di ciascun giocatore sia chiara. Evidentemente, nel corso dei secoli questo strumento è stato oggetto di infinite trasformazioni: alla versione classica in legno o in plastica si sono aggiunte nel corso del tempo scacchiere in vetro, metallo, cuoio, e più di recente anche strumenti digitali, in grado di riconoscere l’esecuzione delle mosse e di trasferire le relative informazioni ad un computer. Sullo stesso supporto, inoltre, è possibile al contempo giocare anche a dama, seppur però sia necessario sottostare in questo caso a regole ben diverse. Per quanto riguarda le pedine, esse devono essere bianche (o anche color crema) o scure (non solo nere, ma anche marroni di tonalità intermedie) e devono avere un aspetto di tipo Staunton, ovvero immediatamente riconoscibile. Non ci devono essere, insomma, dubbi sul fatto che un pezzo possa essere un re piuttosto che una regina: generalmente, a proposito, sulla sommità del re è posta una croce, mentre sopra la donna è posizionata una corona. Generalmente, per il resto, tutti i pezzi sono piombati, cioè includono una base di piombo che assicura loro una maggiore stabilità e impedisce loro di cadere tra una mossa e l’altra. A livello del gioco, in estrema sintesi, i pezzi hanno la possibilità di muoversi sulle varie caselle seguendo precise modalità. Nessun pezzo, per esempio, potrà andare ad occupare una casella in cui è presente un pezzo dello stesso schieramento, mentre potrà certamente spostarsi su una casa occupata da un pezzo avversario: in questo secondo caso, in termine tecnico, si dice che la pedina andrà così a mangiare il nemico. La partita si concluderà quando il re sarà catturato, non potendo di fatto sottrarsi alla minaccia diretta dei pezzi avversari. Nulla vieta, in ogni caso, che si possa giungere ad una condizione di parità: ciò accade, per esempio, quando il re non è sotto scatto ma al contempo l’avversario non è in grado di effettuare alcuna mossa legale. Un’altra possibilità è che l’avversario decida di arrendersi, consegnando di fatto la vittoria all’altro giocatore.  

Gli scacchi nella cultura popolare: il successo di The Queen’s Gambit

Gli scacchi sono tornati di moda proprio di recente grazie all’enorme successo della serie Netflix The Queen’s Gambit/La regina degli scacchi, interpretata dalla carismatica Anya Taylor-Joy. La vicenda gira intorno alla protagonista Beth Harmon, una ragazzina prodigio costretta a vivere in un orfanotrofio che fin da piccolissima dimostra di avere un enorme talento nel gioco degli scacchi. Le sue capacità la porteranno lontano, regalandole enormi soddisfazioni che non riusciranno però a tenerla lontana dalla dipendenza dall’alcol e dagli psicofarmaci. Ispirato dall’omonimo romanzo di Walter Tevis, il serial non avrà purtroppo alcuna seconda stagione: la sua interprete principale ha infatti confermato con un recente tweet che non c’è speranza di rivedere nuovi episodi inediti con al centro il suo amatissimo personaggio.