Milano – Le possibilità che questa candidatura ed eventuali altre siano prese in considerazione sono nell’ordine percentuale dello zero virgola. Ma Francesca Caruso, assessore regionale alla Cultura, ci prova. E lo fa con una nota ufficiale diramata ieri a metà giornata: “Siamo pronti – dice – ad ospitare La Gioconda in Lombardia”. Perché il capolavoro di Leonardo Da Vinci dovrebbe o potrebbe muoversi da Parigi? A dare lo spunto all’assessore regionale è la lettera nella quale Laurence des Cars, direttrice del Louvre, elenca al ministro della Cultura francese, Rachida Dati, tutta una serie di criticità del museo più famoso del mondo che interessano anche la sala che ospita La Gioconda. La lettera è stata pubblicata in esclusiva dal quotidiano Le Parisien il 22 gennaio.
“Non entro in merito alle precise osservazioni del presidente sullo stato del museo – prosegue Caruso –, ma accolgo l’appello relativo alla ricerca di una collocazione diversa. Direi che in attesa delle decisioni del Governo francese in merito a spostamenti o ristrutturazioni, noi in Lombardia siamo ben lieti di ospitare questa opera che rappresenta al meglio l’arte e la cultura italiana ed è patrimonio dell’intera umanità. Una ospitalità – conclude l’assessore regionale alla Cultura – che avrebbe un significato ancor più forte se proiettata in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Sarebbe il miglior modo per rendere fruibile questo splendore del genio italiano al grande pubblico che verrà in Lombardia e deciderà di visitare le opere di Leonardo Da Vinci in quello che amo chiamare circuito vinciano”. Posto che al momento non è stato avviato nulla neppure sul fronte della verifica dei luoghi dove potrebbe essere dirottata La Gioconda, le sedi in ipotesi sono soprattutto tre: il Vittoriale degli italiani, in quel di Gardone Riviera (Brescia), la Pinacoteca di Brera, a Milano, o l’Accademia Carrara di Bergamo.
I problemi denunciati dalla direttrice de Louvre sono, per l’esattezza, il preoccupante stato di degrado nel quale versano alcuni spazi del museo, con il risultato che alcune sale espositive non sono più impermeabili, ma anche le variazioni di temperatura che mettono a rischio la conservazione delle opere. Da qui quel disperato bisogno di interventi di ristrutturazione rimarcato da des Cars per non pregiudicare la stato dei quadri e del museo stesso. Vale la pena sottolineare che, a proposito della Gioconda, già nei mesi scorsi i vertici del Louvre hanno iniziato ad esaminare lo spostamento dell’opera in un’altra sala, costruita nel seminterrato e parte del futuro progetto Grand Louvre. Una soluzione che sembrava rispondere, però, alla necessità di migliorare la fruizione del capolavoro.