Martedì 11 Febbraio 2025
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Giffoni Film Festival, Verdone: “Sciopero attori Usa giusto, gli algoritmi sono la morte della fantasia”

L’attore e regista presenta ‘Vita da Carlo’ 2 insieme a Sangiovanni, che sarà lui da giovane, e Ludovica Martino

Carlo Verdone a Giffoni con Ludovica Martino e Sangiovanni

Giffoni Valle Piana, 22 luglio 2023 – Carlo Verdone incontra le centinaia di ragazzi del Giffoni Film Festival. Ed è uno strano incontro: fra ragazzi che hanno spesso la maturità e il senso critico di adulti, e lui, Verdone, adulto che da qualche parte tiene nascosto un cuore da ragazzo. Insieme a lui, ci sono Sangiovanni – il cantante Giovanni Damian – e Ludovica Martino, protagonisti insieme a lui di ‘Vita da Carlo’, la cui seconda stagione approderà su Paramount+ il prossimo 15 settembre.

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Giffoni è un paese che, alla metà di luglio, vive tutto attorno al suo festival: festival di cinema per ragazzi, nato negli anni ’70 e diventato, col tempo, una imponente manifestazione internazionale. Ad aspettare, fuori dalla sala intitolata al regista François Truffaut, centinaia di teenager. "Conosco tutti i film di Verdone, il mio preferito è ‘Borotalco’”, dice una ragazza di quattordici anni. "Mi piace come scrive le storie, mi piacciono soprattutto le sue storie". Un’altra – mentre tutti aspettano sotto il caldo – dice: "Il mio preferito è ‘Verde, rosso’… no, ‘Verde, bianco’… no, ‘Bianco, rosso e Verdone’. Vedevo sempre i suoi film con i miei genitori: infatti oggi verranno anche loro. Sono cresciuta insieme ai suoi film. Mi piace molto il suo modo di fare caricature di se stesso, la sua autoironia". "Un po’ lo vediamo come un nonno. È come se lo sfondo delle domeniche pomeriggio in famiglia, ti metti sul divano e fa caldo d’estate, e vedi un film di Verdone". Ma ci sono anche i ragazzi e le ragazze venuti per Sangiovanni. Stanno alla ringhiera, ad aspettare un autografo – old style, sono in tanti con il quaderno aperto – o un selfie.

E alla fine arrivano. Nella sala Truffaut pienissima, si vede una breve clip della seconda stagione di ‘Vita da Carlo’. Poi Verdone conferma: "Sì, Sangiovanni interpreterà me da giovane". E si mette a raccontare un retroscena abbastanza bizzarro, o meglio: abbastanza ‘verdoniano’. "Avevo deciso di raccontare in ‘Vita da Carlo’ un episodio che riguardava me da ragazzo, e che avevo già inserito nel mio libro, ‘La carezza della memoria’. Allora avevo bisogno di un me stesso giovane, ventenne. I produttori mi hanno proposto Sangiovanni, che io non conoscevo: mi hanno detto che aveva moltissimi follower, e mi hanno praticamente detto: o prendi lui o non si fa la serie". Prosegue il regista: "Lo incontro, e mi auguro che sia lui a non volerla interpretare! Invece no, lui è convinto. Io all’inizio un po’ di meno: poi mi sono reso conto delle sue grandi qualità. È un Verdone veneto, ma – vedrete – straordinario. Secondo me avrà un futuro anche come attore".

Una ragazza, sedici anni, pone a Verdone una domanda articolata, matura. Ricorda quando, poco più che ventenne, Verdone fece uno spettacolo per uno spettatore soltanto, pensando che fosse l’ultimo della sua ‘carriera’. Quello spettatore, si rivelò poi, era il critico di un quotidiano importante. Che cosa avrebbe fatto Verdone, se non avesse fatto l’attore? In realtà, sono troppi anni che Verdone è Verdone, che è un’icona del mondo dello spettacolo. Che la sua verità umana e la sua maschera cinematografica coincidono. Forse si è dimenticato che cosa sarebbe diventato: forse, dottore in teologia.

Un’altra ragazza, dalla Basilicata, dice di amare ‘Vita da Carlo’ perché "mette in risalto che c’è una persona dietro il personaggio pubblico. E fa capire che gli attori non sono statue infrangibili: e spesso, i personaggi pubblici vivono una privazione della propria quotidianità…". Verdone è impressionato: "Quanti anni hai?". "Sedici", dice la ragazza. "Brava. Hai un futuro. Secondo me potresti anche fare il critico cinematografico". "Nella prima stagione di ‘Vita da Carlo’ c’era il 70 per cento di vero: non ho voluto nascondere le mie fragilità, le mie debolezze. Ho cercato di raccontare come sono. Questo è importante: essere sinceri. E non pensare al fatto che un film è un business, non pensare ai milioni che stai, in qualche modo, maneggiando". L’ultima ragazza viene da Londra, e gli chiede quale sia la sua posizione riguardo allo sciopero degli attori americani. "Hanno ragione, sto dalla loro parte. Se arriveremo al punto in cui creeranno attori con l’intelligenza artificiale, o – come in qualche modo sta già succedendo – li ringiovaniranno artificialmente di cinquant’anni, beh, penso che sarà la morte del cinema d’autore. Se vorranno chiedere i diritti della mia immagine, per fare film con la mia faccia di trentenne, io mi opporrò. Ma anche gli algoritmi scelti per ‘agganciare’ il pubblico con il finale più ‘adatto’ sono la morte degli autori, la morte dell’invenzione, la morte della fantasia. Se le storie le scriverà l’intelligenza artificiale il nostro lavoro è finito, è finita l’arte, finito il cinema, finito tutto". I ragazzini, però, non sono artificiali. Non sono un pubblico virtuale: sono storie personali venute da tutto il mondo, sono emozione viva. Verdone, mentre riceve il premio del Giffoni film festival, sembra un po’ intenerito.