Roma, 1° dicembre 2024 – Sorride poco, ma sa far ridere. Non sai mai se scherza o dice sul serio. Questo è Gene Gnocchi, al secolo Eugenio Ghiozzi, uno dei grandi comici italiani che riesce a vestire d’assurdo l’attualità. L’uomo è versatile. Passa dalla satira, al cabaret, al teatro, scrive libri, conduce programmi televisivi, fa l’opinionista, ma è stato anche calciatore professionista.
Gene sempre sulla breccia. Fine spettacoli mai?
“Non prendo mai impegni a lungo termine. Per ora penso di smettere verso gli 85-90 anni, poi si vedrà. Adesso sto scrivendo il nuovo spettacolo che andrà in scena l’anno prossimo”.
Faenza la sua città d’adozione è stata pesantemente colpita dall’alluvione. Colpa del clima pazzo o ci sono responsabilità?
“Il clima ha fatto la sua parte e le responsabilità ci sono sempre in questi casi. Ma la politica tende a strumentalizzare. Troppi distinguo, troppe accuse, la gente va aiutata e risarcita in fretta”.
La sua strada era fare l’avvocato?
“Mi sono laureato con una tesi sulla filosofia del diritto e ho esercitato per sei anni. Mi sono capitate cause inverosimili. Tutte a me”.
Tipo?
“Un’anziana andò a trovare il marito al cimitero, salì sulla scala con le ruote per raggiungere in alto il loculo. Ma la scala semovente si mosse, lei rimase appesa lassù poi cadde a terra. Facemmo causa alla gestione del camposanto. Difesi anche un amico che insultò un capostazione. Dopo il turno di notte quando al mattino andava a letto non riusciva a dormire perché il volume dell’altoparlante era troppo alto. Si presentò in stazione urlando in pigiama”.
Cosa voleva fare da grande?
“Il calciatore, ho giocato anche in serie D. Ero una mezzala di belle speranze. Un po’ per scherzo, un po’ per davvero mi tesserò anche il Parma, la mia città, in serie A. Mi allenavo ogni settimana. Avrei dovuto debuttare col Milan poi c’era in ballo la salvezza e quindi non se ne fece nulla”.
Per chi fa il tifo?
“Per i grandi del calcio, Rivera, Zidane, Platini, Messi, Maradona. Ma la squadra del cuore è il Parma”.
Spalletti è l’uomo giusto per la Nazionale?
“Lo adoro, un ottimo mister. Però quando le mie figlie, Irma e Livia, non prendono sonno metto una registrazione di Spalletti che parla e in cinque minuti si addormentano”.
Lei è anche un appassionato tennista. Cosa ne pensa di Jannik Sinner?
“Parla un italiano–tirolese, ma sta facendo crescere la passione del tennis. Muove il Paese, come fecero Alberto Tomba e Valentino Rossi. È un fenomeno collettivo”.
Un paio degli aforismi di Marcello Marchesi che diffondi sul web.
“Chi va con lo zoppo impara il twist, chi troppo vuole firma cambiali. Marcello Marchesi è il mio idolo”.
Cosa apprezza di Donald Trump?
“Sui capelli è un talento. Non si capisce dove la zazzera comincia e dove finisce, comunque è originale perché sembra uno zampirone anti zanzare”.
Elly Schlein.
“Ha sdoganato il mestiere di armocromista, tanto che adesso hanno istituito anche l’albo professionale”.
È vero che vorrebbe aprire una scuola per opinionisti?
“È assolutamente necessaria. La chiamerò ‘Martiri di Daniele Capezzone’. Sarà una scuola che ti insegnerà anche a togliere la parola agli altri durante i dibattiti”.
Suo nipotino Eugenio, due anni a gennaio, le ha cambiato la vita?
“Sì, anche se fa pensare che vista l’età sei quasi anziano. Dopo la sua nascita volevano già regalarmi un montascale”.
Quale tipo di futuro immagina per lui?
“Spero diventi un calciatore di serie A. Gli ho già regalato un paio di Adidas Copa Mundial, non vedo l’ora di portarlo sul campo ad allenarsi con me”.