Sabato 17 Agosto 2024
CHIARA DI CLEMENTE
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Gena Rowlands, l’antidiva più amata. Con lei al cinema finalmente la verità

L’attrice ha cambiato la storia di Hollywood: con “Una moglie“ del 1974 per la prima volta sullo schermo una sconvolgente madre in crisi

Gena Rowlands, l’antidiva più amata. Con lei al cinema finalmente la verità

Gena Rowland in Volti (’68) e in alto in Una moglie (’74); sotto, con John Cassavetes. L’attrice è morta mercoledì a 94 anni

"A metà di Una moglie – uno dei numerosi e sorprendenti film interpretati da Gena Rowlands, morta mercoledì a 94 anni – la distanza tra lo spettatore e lo schermo svanisce bruscamente. È quel momento in cui il mondo sembra dissolversi e si diventa un tutt’uno con il film. Può essere rivelatore; a volte, come nel caso dell’interpretazione di Rowlands, può anche essere straziante, visceralmente doloroso". In Una moglie Gena Rowlands è Mabel, sposata con Nick (Peter Falk), madre amorevole di due bambini, donna sull’orlo dell’abisso della follia, o della semplice devastante saturazione dell’incomprensione del marito, che pure la ama: durante una lite in cui lei fa smorfie, mima parole, il volto e le mani implodono in rabbia muta, incomprensibile, inguardabile a un certo punto – continua l’articolo scritto in onore di Gena dalla firma più importante del cinema del New York Times, Manohla Dargis – "Mabel guarda Nicky, con il viso aperto e morbido. “Dimmi cosa vuoi che faccia, come vuoi che sia”, dice. “Posso essere così. Posso essere qualsiasi cosa”. Rowlands mi spezza il cuore ogni volta che guardo questa scena. È travolgente ed è sempre scioccante, è vera, intimamente vera come lo siamo noi, come lo sono io nelle mie liti, nelle mie battaglie. Sento la performance di Gena – e la confusione e la disperazione di Mabel – nelle mie ossa".

Una moglie è del 1974. In quel periodo il rapporto di John Cassavetes con Gena Rowlands era molto burrascoso. Si erano sposati nel 1954, era un venerdì, il 19 marzo, quattro mesi dopo essersi conosciuti. Gena – che all’epoca del matrimonio aveva 24 anni – era nata a Cambria, vicino a Madison, cresciuta in campagna in un ambiente benestante, poi era andata a Washington con la famiglia al seguito del padre, già senatore del Wisconsin; adolescente viziata, ipocondriaca, timida, lascia l’università in seguito alla crisi che attraversano i suoi genitori (1950) e che le procura quello che lei stessa definisce, senza mai entrare nei particolari, un "crollo". È a questo punto che decide di trasferirsi a New York per studiare recitazione all’American Academy of Dramatic Arts, lavorando anche come maschera in un cinema accanto alla scuola, cinema dove la visione dell’Angelo azzurro la colpisce al punto da immedesimarsi, persino in alcuni gesti, in Marlene Dietrich.

Alta, bionda, elegante, bellezza clamorosa, gli studi da attrice vanno così così: l’unico obiettivo è il teatro – cinema fuori discussione, tv men che meno –, ma ciò che Gena trova sono solo piccoli ruoli in piccole produzioni; anno dopo anno, niente di che: accetta un lavoro in sartoria (anche se non sa cucire a macchina) pur di rimediare qualche particina a portata di palco e quando ne trova una meno peggio delle altre – 1952 – abbandona la scuola.

A 19 anni, nel ’49, anche il newyorkese John Cassavetes si era iscritto alla stessa Accademia di Gena, arrivando al diploma, cercando poi lavori da attore pure in tv, passando di delusione in frustrazione (ai provini veniva rifiutato pure perché “basso“), elaborando al contempo una sua poetica visione artistica totale che non mancò di farlo passare – nell’ambiente – più che per eccentrico proprio per “pazzo“. Basso ma bello, aria maledetta e sbruffona, scapolo impenitente, senza soldi, continuava a frequentare le sale dell’Accademia e fu qui che un giorno vide Gena e restò folgorato: era la prima volta che la vedeva, e disse all’amico attore che era con lui, John Ericson: "Quella è la ragazza che sposerò".

Sposati, hanno avuto tre figli (Nick, nato nel 1959, regista; Xan nel 1965, Zoe nel 1970), e sono stati sempre insieme fino alla morte di lui, a 60 anni, nell’89; insieme hanno girato Gli esclusi (’63), Volti (’68), Minnie and Moskowitz (’71), Una moglie (’74), La sera della prima (’77), Gloria (1980), Love Streams (’84). Lui attore (per soldi più che altro; è anche il protagonista di Rosemary’s Baby di Polanski) ma soprattutto "il più indipendente di tutti i registi", come lo definisce l’allievo Martin Scorsese: "Che non ha niente a che vedere con il fatto di essere dentro o fuori l’industria hollywoodiana ma è solo una questione di determinazione e forza; bisogna avere la passione di dire qualcosa di talmente forte che niente e nessuno potrà fermarvi". Lei, la sua musa, antidiva per vocazione. Ed è probabilmente proprio in Una moglie – i soldi per girarlo non c’erano: Falk dà i suoi guadagnati con Colombo, la pellicola è rubata su un set porno – che Gena raggiunge il punto più alto della sua arte: "Una moglie nacque dalla mia disperazione, dalla messa in discussione del significato della mia vita – racconta Ray Carney nell’ Autobiografia postuma di Cassavetes (Minimum Fax) –. La vita familiare è molto diversa da quella che ci hanno propinato la tv, la radio e l’avidità sbadata e noncurante che ci circonda. Oggi – 1974, ndr – i film mostrano solo un mondo di sogni e hanno perso il contatto con le vera natura delle persone. È possibile essere innamorati, sposati ma anche infelici. Credo che la famiglia di Una moglie sia la prima vera famiglia che io abbia mai visto sullo schermo".

Ed è vera perché "poteva essere qualsiasi cosa", Rowlands. Fare e trasmettere emozioni ordinarie, dolore insostenibile, gioia sfrenata, ironia, e anche tutto contemporaneamente. La più bella, la più brava (non a caso Oscar avuto a fine carriera, concessione persino imbarazzante dinnanzi a un talento così straordinario). "Rowlands e Cassavetes hanno cambiato il cinema americano e, cosa altrettanto importante, hanno cambiato le donne che ne facevano parte, realizzando film che parlavano della loro liberazione, i più grandi e veri film sulle donne. Rowlands è stata una partner del genio alla pari, in grado di spingersi al limite, di spezzare i cuori e di far esplodere le menti con personaggi disordinati e reali, terribilmente e gloriosamente imperfetti", scrive ancora Dargis. Tante attrici sono brave ma "nessuna lo è stata come lei", ha ricordato ieri Scorsese.