Roma, 3 settembre 2020 - Ci sono proprietari di gatti e proprietari di gatti. Secondo un nuovo studio scientifico, condotto dai ricercatori dell'Università di Exeter, sono 5 i tipi di proprietari di gatti, definiti in base all’atteggiamento nei confronti dei felini di casa. In particolare le personalità dei proprietari si estrinsecano studiando il loro mood rispetto a due cose: il vagabondaggio dei loro gatti e la propensione alla caccia dei felini più diffusi del mondo. Il che porta a categorie psicologiche ben definite. Perché una ricerca del genere? Perché i gatti, che sono in gran numero, con le loro abitudini venatorie stanno iniziando a mettere in pericolo la fauna selvaggia e dunque la biodiversità: un problema ancora agli inizi ma piuttosto serio, che deve essere affrontato per mantenere l’ambiente in equilibrio.
I 5 tipi di proprietari di gatti
Gli studiosi inglesi hanno intervistato proprietari di gatti del Regno Unito e hanno scoperto che rispondono a categorie precise: ci sono i "guardiani coscienziosi", che sono preoccupati per l'impatto dei gatti sulla fauna selvatica e che si sentono in qualche modo responsabili. Poi, all’opposto, ci sono i "difensori della libertà" che si oppongono totalmente a qualsiasi tipo di restrizione sul comportamento dei gatti. In mezzo ci stanno altre tre personalità: i "protettori preoccupati", che si concentra sulla sicurezza dei gatti; i "guardiani tolleranti", che non amano che i loro gatti vadano a cacciare ma che alla fine accettano questo aspetto; e infine i "proprietari del laissez-faire", per lo più inconsapevoli di qualsiasi problema riguardante i gatti che vagano e cacciano.
Perché i gatti sono un rischio per l’ambiente
Il senso della ricerca, pubblicata su 'Frontiers in Ecology and the Environment', è collegato al crescente numero di animali catturati ogni ano dai gatti, che inizia a preoccupare le organizzazioni per la protezione della fauna. La maggior parte dei gatti domestici uccide in realtà pochissimi animali selvatici; il problema è che i fatti, nel solo Regno Unito, sono 10 milioni, così il numero di uccelli, piccoli mammiferi e rettili catturati ogni 12 mesi comincia a diventare importante. Inoltre, sembra che la maggior parte dei proprietari trova che gli animali morti portati a casa siano un aspetto spiacevole che rivela il lato selvaggio del gatto. Lo studio quindi prosegue, alla ricerca di una modalità di conservazione della natura che vada a vantaggio di tutti (gatti, altri, animali, uomini, biodiversità), con l’obiettivo finale di una gestione migliore dei gatti e della riduzione della mattanza della fauna selvatica. Intanto arrivano le prime misure suggerite per ridurre il successo nella caccia dei gatti, come un semplice copricollare dai colori vivaci e campanelli che potrebbero avvertire le prede dell’arrivo di un gatto e avvantaggiarli nella fuga.