Uno studio ha analizzato gli spostamenti di 925 gatti domestici e ha scoperto che raramente si allontanano da casa. Ma il loro impatto ecologico è enorme
I gatti domestici hanno un grosso impatto ecologico
Quali mirabolanti avventure vivono i nostri gatti quando escono di casa? Niente di particolarmente eccitante, in realtà: nutriti, coccolati e al sicuro, di solito restano nei paraggi. Quanto basta, però, per diventare una minaccia per l'ecosistema. Uno studio ha monitorato gli spostamenti di 925 gatti domestici di sei paesi (dagli Stati Uniti all'Australia), equipaggiati di localizzatori GPS, scoprendo che raramente i mici si allontanano più di cento metri da casa. Questo però fa sì che il loro terreno di caccia sia molto ridotto e concentrato, e qui seminano distruzione fra uccelli, lucertole e altri piccoli animali.
Dove vanno i gatti quando fanno un giro
Pubblicato sulla rivista Animal Conservation, lo studio è frutto di anni di lavoro. Ha calcolato che in media i nostri gatti si muovono in un territorio di 3,6 ettari, ossia 0,036 km²: tendenzialmente si accontentano di gironzolare intorno a casa, con giusto qualche puntata nel vicinato per sgranchirsi le zampe. Non devono procacciarsi il cibo e nemmeno un partner per l'accoppiamento, essendo in gran parte sterilizzati, e quindi non sentono l'esigenza di spingersi oltre.
Solo tre esemplari si muovevano su un territorio superiore al km²: due gatti neozelandesi, con aree rispettivamente di 2,1 e 8,6 km², e il gatto inglese Max con un'area di 2,2 km², che durante il periodo di monitoraggio ha fatto due volte una passeggiata andata e ritorno fra due villaggi distanti 1,7 chilometri. Il perché resta un mistero da felino.
L'impatto dei gatti sull'ambiente
Queste informazioni potrebbero apparire niente più di una semplice curiosità, oltre a confermare quello che già sappiamo: i gatti sono pigri. In realtà sono servite ai ricercatori per calcolare il loro impatto ecologico, che è molto più serio e preoccupante di quanto si possa immaginare.
Come termine di paragone è stato preso in considerazione il gatto della giungla, un felino selvatico che uccide in media 390 topi al mese. Il suo territorio di caccia però si estende per 605 ettari, duecento volte più ampio di quello dei cugini civilizzati; fatti i calcoli, uccide in media 0,6 prede per ettaro al mese.
I gatti di casa invece concentrano le loro attività di caccia in aree ristrette, e così quelli più pigri eliminano in media 1,2 prede per ettaro al mese, quelli più attivi 3,2. Se poi consideriamo che i gatti domestici vivono vicini e non isolati come le controparti selvatiche, il loro impatto totale sulla piccola fauna è dalle quattro alle dieci volte superiore. Il numero di gatti domestici è stimato in 600 milioni in tutto il mondo, più della somma di tutti gli altri felini esistenti: ecco perché i loro svaghi venatori pongono un grosso problema per la conservazione delle specie autoctone.
Il consiglio del professor Roland Kay della North Carolina State University, l'autore principale dello studio, non piacerà ai gattofili: "Tenete i gatti in casa".
Leggi anche:
- Ricerca: ecco perché i gatti preferiscono ignorarci
- Ancora non capiamo bene le espressioni dei gatti
- "I gatti amano i loro padroni più dei cani"