Roma, 5 settembre 2020 - Amiamo i gatti così come sono, con le loro episodiche dimostrazioni di affetto ma tendenzialmente asociali, una sorta di curioso mix fra un coinquilino e un estraneo. Ma anche quando pensavamo di sapere tutto su di loro, riescono ancora a sorprenderci: una etologa è convinta che siano capaci di imitare gli esseri umani, una caratteristica che finora era considerata appannaggio solo di una ristretta cerchia di animali, come i delfini, le orche, le scimmie e i pappagalli. Dopo aver dedicato dieci anni a studiare le facoltà cognitive dei cani, Claudia Fugazza dell'Università Loránd Eötvös di Budapest ha deciso di concentrare la sua ultima ricerca sui felini quando un'addestratrice di cani giapponese, Fumi Higaki, le ha raccontato di essere riuscita ad addestrare anche la sua gatta Ebisu al "Do as I Do", ossia "fa' come faccio io", un metodo utilizzato di solito con i cani (ma non solo). Funziona così: si mostra all'animale un comportamento che già conosce dicendo appunto "Do as I Do", e lo si abitua a ripeterlo al comando "Do it!" (fallo). Quando l'animale lo copia correttamente riceve un premio: in questo modo impara a collegare il comando all'imitazione del gesto. Se quindi in seguito, messo di fronte a un'azione che non conosce, al "Do it!" riesce comunque a ripeterla, significa che l'animale è davvero capace di imitare l'uomo. Ebisu è diventata la protagonista dell'esperimento supervisionato da Fugazza a distanza e condotto in prima persona dalla sua padrona Higaki, visto che la gatta era a disagio con gli estranei. Alla richiesta di copiare due azioni per cui non era stata addestrata – toccare con la zampa una scatola e strofinarvi il muso – Ebisu ci è riuscita nell'81% dei casi, ossia in 13 prove su 16. Citando la conclusione dello studio, pubblicato su Animal Cognition, "si tratta della prima prova documentata che il metodo 'Do as I Do' può essere applicato ai gatti, il che suggerisce che l'abilità di riconoscere la somiglianza dei comportamenti possa rientrare nello spettro delle capacità cognitive della specie".
Essendo stato condotto su un singolo gatto, lo studio non può essere preso come conclusivo e dovrà essere avvalorato da altri esperimenti, ma intanto abbiamo scoperto che forse i nostri felini di casa ci osservano più di quanto pensiamo e sono in grado di imparare dalle nostre azioni. Che poi quello che facciamo gli interessi, è un altro discorso.