Sabato 27 Luglio 2024
RICCARDO JANNELLO
Magazine

Gabo, cronaca di un bestseller annunciato

Esce oggi in tutto il mondo, per volontà dei figli del Nobel, il romanzo postumo che García Márquez non avrebbe voluto mai pubblicare

Gabo, cronaca di un bestseller annunciato

Gabo, cronaca di un bestseller annunciato

L’America Latina è una terra di "uomini allucinati e donne la cui infinita ostinazione si fonde con la leggenda" in nome dell’amore. Donne come Ana Magdalena Bach. Che possiamo conoscere grazie ai figli di Gabriel García Márquez – Rodrigo, regista, e Gonzalo, artista – che contro la volontà espressa dal padre prima di morire fanno uscire in occasione di due anniversari il romanzo – anzi, un racconto lungo in cinque episodi – che vede protagonista questa enigmatica figura femminile. Ci vediamo in agosto esce in libreria oggi, giorno della nascita dell’autore di Cent’anni di solitudine avvenuta ad Aracataca in Colombia nel 1927, e a quasi dieci dalla morte sopraggiunta il 17 aprile 2014 a Città del Messico. García Márquez è stato insignito nel 1982, a 55 anni, del Premio Nobel per la Letteratura dopo il successo planetario di Cronaca di una morte annunciata. Pur avendo lasciato la Colombia, Gabo ha voluto che le sue ceneri vi tornassero e ora il poeta del realismo magico riposa a Cartagena de Indias nel mausoleo accanto alla moglie Mercedes Barcha Pardo, morta nel 2020.

La vicenda di En Agosto nos vemos, il titolo originale, è complessa: nel 1999 fu Gabo stesso a pubblicare alcune anticipazioni su El País e The New Yorker; quindi proseguì il lavoro firmando al termine del dattiloscritto per approvarlo, ma quando sentì che la vita se ne stava andando minata da problemi a reni e polmoni, e soprattutto se ne andava la memoria colpita all’Alzheimer, decise che non sarebbe mai stato pubblicato postumo. I motivi cerca di spiegarli il suo amico del cuore e biografo Plinio Apuleyo Mendoza: "La malattia aveva reso Gabo autocritico ed esigente con se stesso, non lo riteneva un lavoro al pari dei precedenti". E così quel racconto lungo è rimasto per quasi dieci anni fra i documenti che la famiglia aveva venduto all’Harry Ransom Center di Austin in Texas. Poi la decisione che non potesse rimanere sepolto in un fondo, lontano dai lettori appassionati di tutto il mondo.

I figli hanno quindi deciso di affidare il testo alla Penguin Random House per l’edizione nei paesi di lingua spagnola, alla Knopf per gli Stati Uniti, alla Grasset per la Francia e alla nostra Mondadori per l’Italia (con la traduzione di Bruno Arpaia). Tutte in uscita contemporanea nel giorno che sarebbe stato il novantasettesimo compleanno di Gabo.

Rodrigo e Gonzalo hanno spiegato perché non hanno rispettato la volontà dello scrittore: "Questo romanzo è il risultato dell’ultimo sforzo di nostro padre per continuare a creare nonostante le sue condizioni. Rileggendolo a quasi dieci anni dalla sua morte, abbiamo scoperto che il testo aveva molti pregi altamente godibili e nulla ci impedisce di deliziarci con gli aspetti più eccezionali dell’opera di Gabo: la sua capacità di invenzione, il suo linguaggio poetico, la sua narrazione accattivante, la sua comprensione del genere umano e il suo affetto per le nostre esperienze e disavventure soprattutto in amore, forse il tema principale di tutte le opere".

Ci vediamo in agosto – che nelle prime intenzioni era una raccolta di cinque racconti per un centinaio di pagine – ha al centro della storia una donna, appunto Ana Magdalena Bach, una professoressa di poco più di quarant’anni e da troppi impegnata in un rapporto matrimoniale di routine. La sua esistenza è scandita per diciotto anni, ogni 16 agosto, dall’anniversario della morte della madre. Quel giorno lei prende alla solita ora il traghetto che la porta in un’isola caraibica, sale sul medesimo taxi, compra sempre un mazzo di gladioli e pernotta nello stesso hotel. Questa ripetitività la fa riflettere sulla necessità, semel in anno, di essere diversa da se stessa e un incontro le farà esplorare la propria sensualità e la porterà a sondare ciò che davvero cova nel suo cuore, che cosa sia davvero vivere e amare in un modo diverso da come la conoscono le altre persone.

Secondo il progetto di Márquez, la storia di Ana Magdalena avrebbe completato la trilogia formata da L’amore ai tempi del colera (1985) e Dell’amore e di altri demoni (1994), un’ideale conclusione alle vicende delle due protagoniste, Fermina e Sierva Maria de Todos los Angeles, donne forti e orgogliose alle prese con amore e rimpianti, nostalgia e dolore. Fermina "era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato". "Lei – scrive Márquez di Sierva Maria – gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, che l’amore poteva tutto. “È vero“, le rispose lui, “ma farai bene a non crederci“". Gabo, in fondo, all’amore credeva.