Mercoledì 22 Gennaio 2025
ANDREA SPINELLI
Magazine

Gabbani: "Viva la vita e viva Sanremo"

Il cantautore torna con un "brano adatto" all’Ariston "I successi al Festival mi hanno cambiato l’esistenza".

Francesco Gabbani, 42 anni, torna in gara all’Ariston col brano Viva la vita

Francesco Gabbani, 42 anni, torna in gara all’Ariston col brano Viva la vita

Lui lo definisce "un cluster di tante intuizioni", un raggruppamento di atomi, quindi, che lo porta sul palco dell’Ariston per la quarta volta. Lui è Francesco Gabbani e il “cluster” quel Viva la vita a cui chiede un’altra impresa festivaliera dopo la vittoria tra le Nuove Proposte con Amen nel 2016 e fra i Big con Occidentali’s Karma nell’edizione successiva. Entrambe, guarda un po’, con Carlo Conti nei panni di padrone di casa.

"Non è esagerato dire che m’ha cambiato la vita, tanto artistica che privata – ammette – Avendo già vissuto quella dimensione mi vedo bene a cantare all’Ariston un brano così. Si dice che per andare a Sanremo occorre il brano giusto, ma a mio avviso questa sua idoneità non è legata solo al fatto che è radiofonico e può diventare una hit, ma che può rendere bene in quella cornice. La prima esibizione è un ‘one shot’, col pubblico che non conosce la canzone, e credo sia importante il controllo che riesci ad avere della comunicazione".

Da che consapevolezza nasce?

“Da quarantaduenne che ha maturato una serenità d’approccio con l’inquietudine di vivere. La canzone suggerisce di prendere la vita così com’è e di onorarla finché c’è. Ognuno ha il suo percorso di insofferenze, mancanze, insoddisfazioni, lacune, ma alla fine raggiunge la piccola, grande, illuminazione di accettare la vita così com’è".

Ma le canzoni vanno spiegate?

"No, perché una volta rese pubbliche diventano degli altri. E ognuno le vive come crede. Viva la vita, però, sviscera il fatto che volente o nolente, davanti alle domande supreme sul senso della vita, la natura non ci dà risposte dirette e quindi ognuno trova l’espediente per superare le sue paure. Oggi, però, questa paura si cerca di superarla con l’arrivismo sociale, l’autodeterminazione, il raggiungimento di scopi materiali, che creano ancora insoddisfazione e voglia di rivalsa sugli altri".

Quest’anno a Sanremo, nella serata riservata alle collaborazioni, si può anche duettare con un collega in gara. Lei con chi lo farebbe?

"Mi piacciono molto Brunori, Willie Peyote, ma ho un grande rispetto per Massimo Ranieri e per Giorgia. Purtroppo, non è arrivata l’idea artistica giusta".

Su disco non ha mai fatto duetti.

"Non è capitato, perché è un’esigenza che deve nascere dall’affinità artistica e non dal calcolo. Come accaduto a Cremonini con Carboni, ad esempio. Non sono fan di nessuno, ma quest’estate incontrare Vasco nel backstage di un suo concerto è stato entusiasmante. Questione di energia. Non puoi rimanere indifferente se il Papa ti dà una carezza".

Il 21 febbraio arriva Dalla tua parte, sesto album in studio.

"Ci ho messo tutte canzoni scritte recentemente con Pacifico, Fabio Ilacqua, Michele Bitossi che firma Pensieri, forse una tra le canzoni che preferisco. Parla, infatti, di insoddisfazioni adolescenziali. Insomma, un disco cantautorale e intimista, con una componente ironico-provocatoria un po’ più smussata del passato. Un album d’analisi, che si pone delle domande. Come il brano di Sanremo".

Dopo l’anteprima al Forum di Assago, il 15 marzo debutta al Mandela Forum a Firenze con un nuovo tour, e il 1° ottobre sarà all’Arena di Verona.

"L’altra volta a causa della pandemia ho cantato con l’Arena a metà capienza. Stavolta sarà completa e mia madre si convincerà una volta per tutte di quel che faccio".