Mercoledì 19 Marzo 2025
MATTEO MASSI
Magazine

Frigidaire, la più ribelle delle avanguardie

A Roma una mostra dedicata al mensile che seppe coniugare arte e provocazione. Un’esperienza di rottura nata sulla scia de “Il Male“

C’è stata una stagione ribelle sì, ma soprattutto irriverente. Artisticamente bella, ma anche profondamente drammatica per le storie personali. Era il declivio dei Settanta, inteso come decennio del Novecento, che tirava dritto e rapido verso gli Ottanta. Quando i buchi sulla pelle e sul corpo avevano iniziato a lasciare segni indelebili. E le urgenze erano diventate altre. Di quella stagione lì Frigidaire può considerarsi – senza esagerare – l’ultima avanguardia novecentesca. Ma le radici vanno ricercate qualche anno prima.

A un mese dal sequestro di Aldo Moro, febbraio 1978 infatti, esce per la prima volta nelle edicole il settimanale Il Male. Una rivista così non c’era mai stata. L’Italia del Dopoguerra stava per affrontare la sua prova più difficile: il culmine degli anni di piombo. Perché il sequestro Moro paralizzò il Paese: l’attacco era stato sferrato proprio al cuore dello Stato. Quello Stato che Il Male – affidandosi a una foto del giorno dei funerali di Moro – prese a pretesto per titolare “Lo Stato si è estinto“.

Appena un anno dopo – c’erano stati gli arresti di Padova e il cosiddetto teorema Calogero – Il Male stampò tre false prime pagine (La Stampa, Paese Sera e Il Giorno) con la foto di Ugo Tognazzi in manette e il titolo: “Preso il capo delle Brigate Rosse“. Lo stesso Tognazzi – in un Paese ipocritamente perbenista che gli rinfacciava quella scelta, considerandola inopportuna – rivendicò "il diritto alla cazzata".

Era satira certo e politicamente scorrettissima. Costruita però con un senso artistico. Perché chi stava dietro al progetto de Il Male era padrone dei mezzi espressivi, non solo di quel tempo ma anche di quelli che sarebbero arrivati più avanti: editing, fotografia e fumetti. Una banda che nel giro di pochi anni avrebbe messo testa e mani anche in altre avventure editoriali. Una su tutte: Frigidaire.

Frigidaire, il nome innanzitutto. Tributo al primo frigorifero (1917), diventato nel frattempo elettrodomestico di massa e simbolo della società dei consumi. Frigidaire, rispetto a Il Male, era un mensile. Ottantaquattro pagine che escono per la prima volta nel novembre del 1980, quando Ronald Reagan sta per conquistare la Casa Bianca, subito dopo la presidenza del democratico Jimi Carter.

Come un frigorifero con i suoi scompartimenti, il mensile non è solo fumetti: recupera la tradizione de Il Male (il direttore è Vincenzo Sparagna che arrivava dalla precedente esperienza) nel creare false prime pagine dei giornali (e in certi casi s’internazionalizza anche, fino a riprodurre finte prime della Pravda e della Stella Rossa: un attacco all’Ortodossia), ma porta avanti anche giornalismo d’inchiesta (nel 1983 ci sarà il primo viaggio dentro il mondo dell’Hiv, provando a sfatare che sia solo il “cancro dei gay“). Ci sono poi le tavole di Stefano Tamburini e Andrea Pazienza, anche loro reduci da Il Male e da Cannibale, altra irriverente esperienza che durò meno di un giro di vento. E ci sono i loro personaggi: Zanardi e Ranxerox (che porterà avanti poi Tanino Liberatore, amico dello stesso Pazienza), due antieroi.

L’editoriale di Sparagna sul primo numero è più di una dichiarazione d’intenti: "Frigidaire è un’occasione per lo sguardo. Conserva su quell’imprecisata categoria che è l’attualità un’ironica distanza". La prima copertina è dedicata ai Devo. Viene presentato a Lucca Comics con Pazienza che mima d’iniettarsi l’eroina con la siringa. Sparagna non fermò l’atto, lo considerò, disse più volte, come "un Sid Vicious che spara ai suoi fans". Il no future professato dal punk. E il futuro sia per Tamburini sia per Pazienza diventerà (entrambi senza immaginarlo), un orizzonte molto ristretto.

Tamburini muore per un’overdose d’eroina nel 1986: gli amici e i colleghi di Frigidaire trovano il corpo in casa, già in stato di decomposizione. E due anni dopo fa la stessa triste fine Pazienza. Nel frattempo il mondo è completamente cambiato. E anche l’Italia, con la sua classe politica così come l’avevano conosciuta e dissacrata, s’avvia a disfarsi. Frigidaire fu davvero avanguardia per la capacità d’imprimere in quell’aspra stagione l’irriverenza (che si faceva apprezzare o perseguire come tra l’altro accadde) del racconto sul campo. Giocando spesso d’anticipo su ciò che avremmo poi vissuto.