Sabato 21 Dicembre 2024
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Primo Maggio 2024, le frasi celebri sul lavoro. Da Einstein a Flaubert

Festa dei lavoratori. Ecco alcune citazioni, a partire dall’articolo 1 della Costituzione

Il 1 maggio è la nota data della festa del lavoro (o dei lavoratori) che celebra la lotta per i diritti delle persone impegnate professionalmente. A lottare per primi per le 8 ore lavorative furono gli abitanti dell’Illinois nel lontano 1867, a seguire, lentamente, il moto si spinse in tutti gli Stati Uniti d’America e, poi, nel resto del mondo, Italia compresa. Una data importante che è giusto ricordare e celebrare, ogni anno, per sottolineare sempre più urgentemente i diritti di orari, paghe e dignità per ogni persona assunta. E, legate a questo giorno, ci sono molte frasi e citazioni che sono importanti evidenziare. Ve ne riportiamo alcune.

Costituzione, articolo 1
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Primo maggio, storia e origini della Festa del Lavoro

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Frasi celebri legate al Primo Maggio

Non possiamo non partire dalla frase cardine e simbolo del lavoro e dello spirito di ogni singolo individuo, ovvero l’articolo 1 della Costituzione che recita così: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Voltaire, nel suo romanzo filosofico, il Candido, sottolineò, invece, quanto il lavoro, per l’essere umano sia simbolo di stimoli, appagamento e indipendenza: “Il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno”. Le necessità (magari legate ad altre persone), la noia di passare intere giornate senza sapere cosa fare e il vizio (non avendo tempo di poterne avere molti) sono al centro della sua riflessione. Ideale per tutti è sicuramente questa frase legata al primo maggio: “Possiamo vivere nel mondo una vita meravigliosa se sappiamo lavorare e amare, lavorare per coloro che amiamo e amare ciò per cui lavoriamo”. La paternità è di Lev Tolstoj nel suo racconto “I cosacchi”. Ed è davvero l’essenza stessa di quello che ogni singolo individuo sogna e si augura fin da ragazzino: riuscire a trovare un’occupazione che possa appagare i propri stimoli, le proprie passioni e ritrovarsi quindi ad amare quello per cui si è pagati. Non semplice, forse troppo utopistico per poterlo rapportare a chiunque ma sicuramente è ciò a cui ciascuno aspira. Il pensiero è molto simile a quello espresso da Confucio quando dichiarò: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita”. Albert Einstein, invece, evidenziò quanto tutto lo sforzo umano, per la maggior parte della vita, risultasse alla fine vacuo. Il motivo è semplice: se siamo sulla terra per un periodo di tempo limitato, perché investire così tanta energia, tempo e fatica per qualcosa che, poi, non conserveremo mai? Ecco le sue parole: “È veramente un enigma per me che cosa induce la gente a prendere il proprio lavoro con tanta maledetta serietà. Per chi? Per se stessi? Tutti quanti dobbiamo ben presto andarcene. Per i contemporanei? Per i posteri? No, rimane sempre un enigma”. Opposto a quello di Einstein, invece, è l’idea di Gustave Flaubert: “In fin dei conti il lavoro è ancora il mezzo migliore di far passare la vita”. In questo caso, lavorare appare come simbolo del trascorrere inesorabile del tempo (forse anche per combattere la noia, come citato prima da Voltaire?). Buon Primo Maggio per chi aspira ad altro, per chi è riuscito a trovare il lavoro della propria vita e per chi, invece, sta ancora cercando la sua strada.