Sabato 6 Luglio 2024
CRISTIANA MARIANI
Magazine

Francesco Sacco: “La musica deve sapere anche essere critica”

‘Ti somiglia ma non sei tu’ è il nuovo singolo del fondatore del collettivo Cult of Magic, resident al Plastic di Milano, cantautore, producer e compositore

Il cantautore Francesco Sacco

Il cantautore Francesco Sacco

Compositore, cantautore, producer, musicista. Ma non solo. Francesco Sacco è un artista a 360 gradi. Basti pensare che insieme a Giada Vailati, Samira Cogliandro e Luca Pasquino è l'anima del collettivo Cult of Magic. Oltre ad essere resident al Plastic di Milano. 'Ti somiglia ma non sei tu' è il suo nuovo singolo. Un brano nel quale Francesco Sacco non risparmia ironia tagliente e attacchi all'attuale classe politica.

Francesco, come è nata 'Ti somiglia ma non sei tu'?

"La musica e l’arte che non sono specchio della società rimangono senza un obiettivo. Questa canzone è stata registrata con Mattia Cominotto dei Meganoidi. Con lui abbiamo discusso proprio del fatto che tantissimo cantautorato attuale è legato all’interiorità e si arrabbia poco rispetto a quanto succede nel mondo intorno. Quando mi sono messo a lavorare a questo brano, che anticipa il disco, mi sono trovato a trattare temi di attualità. Avevo tanta rabbia e tanto sconforto per quello che sta succedendo. Non potevo ignorarlo, è stata una scelta necessaria e obbligata dalla mia interiorità. Stavo già lavorando sulla musica allegra del brano ed è diventato un gioco di contrasti. Ringrazio anche la mia etichetta, Nicotina Dischi, che non mi ha limitato. Anzi, sono stato spronato a parlare di questi temi”.

C'è l'idea che il cantautorato italiano si stia un po' “disinnescando” ultimamente?

"I cantautori guardano molto all’interiorità per vari motivi. I social, ad esempio, accentuano l’individualismo anche dal punto di vista artistico. Puoi comunicare in tempo reale con ogni parte del mondo e quindi c’è una minore idea di comunità. Negli anni Settanta la comunità chiedeva quasi di schierarsi agli artisti e la stessa cosa sta succedendo adesso in America sui grandi temi come quello del genocidio. Poi c’è anche una questione legata al mercato: l’ambiente discografico musicale di oggi è molto autoconservativo e tende ad adottare strategie per avere meno problemi possibili”.

Sei un artista poliedrico, quale delle tue numerose attività ti piace di più? 

"Sono poliedrico ed è la soluzione che ho trovato al fatto che mi annoio facilmente nei progetti che affronto. Mi sono sempre molto divertito a mescolare le carte, non ho un’attività preferita”.

Se non avessi fatto l'artista cosa saresti diventato? 

"Un architetto. Figura che è comunque artistica, visto che ha una dimensione legata alla società anche più evidente. L’architettura, infatti, determina gli spazi della vita. Altrimenti avrei potuto vendere strumenti musicali, è un mondo che mi piace molto".

Se potessi scegliere, la tua collaborazione dei sogni sarebbe con?

"Ci sono tanti nomi. Uno di una generazione passata come Nada o qualcuno di molto più giovane rispetto a me. Mi piace confrontarmi con mondi differenti rispetto al mio".

Progetti futuri?

"Ragiono molto a termine breve. Il disco è quasi finito. Sono un grande perfezionista, quando si parla di musica. Mi sento sempre di dire ‘Sei sicuro?’ e tendo a perfezionare tutto all’infinito. Sto lavorando a tanti progetti. I prossimi mesi saranno ricchi di novità”.