Sabato 21 Dicembre 2024
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Fosse, il Nobel (annunciato) del Grande Nord

Il premio per la letteratura al drammaturgo e narratore norvegese, tradotto in tutto il mondo. "Me lo aspettavo, ma non ora"

Fosse, il Nobel (annunciato) del Grande Nord

Marchetti

Lunghi silenzi, ripetizioni, una prosa che all’apparenza procede all’infinito e senza interruzioni di frase. Nella ‘slow prose’ di Jon Fosse c’è il senso del tempo, la solitudine, il dramma dell’esistenza umana: "Tutto ciò che scrivo deve essere un universo a sé stante", ha spiegato lo scrittore e drammaturgo norvegese che ieri è stato proclamato vincitore del premio Nobel per la Letteratura "per le sue opere teatrali e la prosa innovativa che danno voce all’indicibile". "Sono sorpreso ma non troppo", ha commentato l’autore sessantaquattrenne: da una ventina d’anni i bookmaker lo davano tra i favoriti alla vittoria, "e mi sono preparato con cautela al fatto che ciò potesse accadere – ha confessato Fosse –, ma non mi aspettavo di ricevere il premio oggi. Questo è un premio alla letteratura innanzi tutto, senza alcuna altra considerazione"".

Tradotto in più di cinquanta lingue, Jon Fosse è riconosciuto come uno dei maestri della letteratura scandinava contemporanea: drammaturgo intenso e profondo (lo hanno definito "il Samuel Beckett del XXI secolo"), nel 1983 ha esordito nella narrativa con il romanzo Raudt, svart (Rosso, nero), un confronto forte sul tema del suicidio, e ha poi sperimentato diversi generi di scrittura, con uno stile minimalista ma anche una prosa ipnotica, quasi magica, che è divenuta la sua cifra.

Fra i suoi lavori più famosi, il monumentale progetto letterario Septologien (Settologia), un ‘romanzo-mondo’ strutturato in tre volumi, suddivisi in sette parti, che in Norvegia è apparso fra il 2019 e il 2021, e in Italia viene pubblicato da La Nave di Teseo: dopo i primi due volumi riuniti ne L’altro nome. Settologia, proprio martedì prossimo arriverà in libreria il seguito, Io è un altro. Settologia III – V.

È la storia di due uomini che condividono lo stesso nome, Asle: uno di successo, l’altro troppo dedito all’alcol, si incontrano, si parlano, o forse sono la stessa persona...

"Quando ho saputo del Nobel a Jon Fosse mi sono commossa – rivela Elisabetta Sgarbi, direttrice della casa editrice milanese –. Già nel 2004 me lo fece conoscere Michela Cescon che portò in Italia, fra le prime, i suoi drammi. Mi colpì moltissimo. Poi lo ritrovai nel 2016 a Parigi: un’edizione francese del suo Mattino e sera. E quello fu un colpo di fulmine editoriale".

Quello di Settologia, aggiunge Elisabetta Sgarbi, "è un grande affresco esistenziale con personaggi straordinari che, come nella grande letteratura, sintetizzano le sfumature e i misteri dell’essere umano. Ed è una trilogia sull’illusione e il fantasma dell’identità di cui tanto oggi si parla". La sua prosa fluviale "ha una grande forza letteraria – sottolinea la direttrice editoriale –. Fosse è uno scrittore che spazia dal teatro alla prosa, al romanzo, ai racconti, alla poesia e ai libri per bambini. Racconta l’Invisibile e le cose essenziali, crea atmosfere e suggestioni. E il Fosse drammaturgo si lega al Fosse narratore nell’intenzione artistica, un’idea altissima della scrittura e della letteratura".

Autore prolifico e poliedrico, Jon Fosse è nato in un piccolo villaggio sulla costa occidentale norvegese e si è laureato all’Università di Bergen. In anni recenti ha vissuto nella residenza onoraria di Grotten, a Oslo, che il re di Norvegia gli ha concesso per i suoi meriti letterari. In lui e nelle tematiche che affronta si può forse riconoscere un’anima scandinava, "ma io credo che ora si debba riconoscere soltanto l’universalità della letteratura – annota ancora la responsabile de La nave di Teseo –. Bisogna uscire dalle latitudini geografiche".

Jon Fosse merita più spazio in Italia, e il prossimo anno uscirà anche il terzo capitolo della trilogia, sempre tradotto da Margherita Podestà, "ma cercheremo anche i suoi libri per ragazzi e bambini", annuncia Elisabetta Sgarbi.

E nel prossimo marzo al teatro Carignano di Torino debutterà La ragazza sul divano con Giovanna Mezzogiorno, Pamela Villoresi e la regia di Valerio Binasco: mentre si crea un dipinto, emergono ipocrisie, tradimenti, parole non dette. E, come sempre, il grande inconfessabile mistero della vita.