Lunedì 4 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Magazine

Foliage 2023 in ritardo, ecco perché. L’esperto: “Dall’abete rosso ai pioppi, cosa dobbiamo aspettarci”

Casanova, ambientalista ed ex Forestale: “Sta cambiando anche l’altezza dei filari delle viti, cosa impensabile fino a pochi anni fa”

Roma, 1 ottobre 2023 - Il calendario segna il 1 ottobre ma il foliage è in ritardo, anche quest’anno. “Il fenomeno si spiega con il cambiamento climatico e soprattutto perché non fa freddo, la notte. Dal 20 settembre in poi avremmo dovuto avere faggete e ciliegi già in fase di cambiamento di colore, sulle Alpi i lariceti in alta quota, a 1.700-1.800 metri, già prossimi al colore oro. Invece sono ancora verdi, appena appena impalliditi”. Luigi Casanova, ambientalista, montanaro delle Alpi, un’esperienza da Forestale per 30 anni, consegna però un messaggio positivo. “Le piante - assicura - si stanno difendendo benissimo. Si stanno adattando velocemente”.

Foliage 2023 in ritardo: l'esperto spiega perché e cosa dobbiamo aspettarci
Foliage 2023 in ritardo: l'esperto spiega perché e cosa dobbiamo aspettarci

Ma che conseguenze possiamo prevedere da questo ritardo? “Io vedo una conseguenza positiva, le piante che mantengono attive le funzioni vitali per 15-20 giorni in più sicuramente avranno uno sviluppo e una crescita più accelerati. Invece, nel medio periodo, questo comporterà una modifica strutturale delle nostre formazioni forestali”.

Che cosa ci dobbiamo aspettare

Per far comprendere il cambiamento in atto, Casanova cita “l’abete rosso sulle Alpi, destinato a soccombere. È una trasformazione naturale, sarà così anche sull’Appennino”. E ancora: “I pioppi nella pianura padana alzeranno la loro soglia di sopravvivenza a 400-500 metri, dove troveranno i terreni umidi. I vigneti sono stati spostati fino a 1.000.1.100 m di quota, 10 anni fa questo era impensabile per un contadino di montagna. Invece scompariranno quelli più in basso. E avremo sicuramente una sofferenza dei meleti, da 400-500 metri si alzeranno fino ad 800”.

Cosa dobbiamo fare

Quindi dobbiamo essere pronti a cogliere questo cambiamento? Casanova distingue: “Sicuramente per le piante che ci interessano dal punto di vista alimentare dobbiamo anzi anticipare le novità. Per i boschi, invece, sarebbe necessario chiedere al servizio forestale una cautela che è stata  perduta in questi anni. Cosa significa? Meno intervento possibile dell’uomo, lasciare che la natura faccia il suo corso e ci indichi le essenze vegetali più idonee in un certo terreno”.