Venerdì 17 Gennaio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Fòcara, simbolo e significato dei tradizionali falò che salutano l'inverno

Si rinnova, nel giorno di Sant’Antonio Abate, il rito dei grandi fuochi di comunità che illuminano la fine della stagione fredda

Folklore: celebrazioni dell'inverno

Folklore: celebrazioni dell'inverno

Dalla benedizione della terra alla celebrazione della fine del freddo, la fòcara è molto più di un semplice fuoco: essa celebra il legame tra il passato e il presente, evocando un tempo ancestrale, fatto di vicinanza alla natura, agricoltura e senso del cambiamento attraverso i ritmi stagionali. Non a caso nella seconda metà di gennaio si festeggia anche il Capodanno Cinese, profondamente legato ai cicli lunari e all’antico calendario agricolo.

La parola “fòcara” in dialetto salentino indica il falò che viene acceso nei tre “Giorni del fuoco” per cui è celebre Novoli. Ma non solo Puglia: è possibile incontrare i falò di Sant’Antonio in molti luoghi del territorio italiano. Simbolo di rigenerazione e rinnovamento, qualche volta i falò possono essere associati a festività e tradizioni differenti, ma in generale sono sempre connessi a un momento di cambiamento e all’auspicio della fine dell’inverno.

I fuochi di Sant’Antonio per secoli hanno rappresentato un rito collettivo, un momento di festa in cui a essere celebrato è l’inizio di un tempo differente. Una volta lasciato alle spalle il solstizio, e i giorni più bui dell’anno, la luce progressivamente aumenterà fino alla svolta che segna l’arrivo della stagione primaverile. Ecco che il fuoco diventa, così, un atto propiziatorio, in grado di scacciare simbolicamente i giorni freddi e richiamare la forza del sole, destinato a fare ritorno fra non molto.

La Fòcara di Novoli: il gigante del Salento

Ogni anno, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, si assiste a un rito di origini antiche in grado di affascinare grandi e piccoli. A Novoli, in Puglia, la tradizione prevede la costruzione di un imponente falò chiamato “Fòcara”, alto 25 metri e con un diametro di circa 20 metri. Questo rito, che va avanti da trecento anni, richiede l’impegno di un centinaio di persone che lavorano per giorni raccogliendo e assemblando oltre 100.000 fascine di vite.

Per costruire la Fòcara, le fascine sono trasportate e posizionate con l’aiuto di scale. In cima alla struttura viene posta un’effige raffigurante Sant’Antonio Abate, che verrà bruciata il giorno dell’accensione come segno di devozione. L’accensione del falò avviene attraverso un’installazione di fuochi pirotecnici che illuminano la notte, accompagnati da musica popolare salentina e spettacoli.

Tra gli elementi più affascinanti c'è lo spettacolo delle “fasciddre”, scintille incandescenti che si librano nell’aria, creando la suggestiva “pioggia di fuoco”: a Novoli quelli tra il 16 e il 18 gennaio sono chiamati i “giorni del fuoco”. L’edizione 2025 si terrà dall’8 al 25 gennaio.

Simboli e significati dei fuochi contro l’inverno

I falò non sono solo spettacolari, ma anche intrisi di simboli archetipici. Il fuoco è associato alla purificazione, poiché elimina ciò che è vecchio, bruciando il passato per prepararsi al futuro. Rappresenta anche la fertilità, infatti le ceneri dei falò venivano sparse nei campi per aiutare la terra. Inoltre, il fuoco simboleggiava la protezione, poiché si credeva che potesse allontanare gli spiriti maligni e proteggere la comunità. In molte comunità, il momento del falò ancora oggi è accompagnato da canti, balli e piatti tradizionali, un modo per rievocare la tradizione contadina salutando l’inizio di un tempo nuovo.

Se tra i falò d’inverno i più noti troviamo quelli preparati per la festa di Sant’Antonio Abate, celebrata il 17 gennaio, bisogna aggiungere che anche in occasione della Candelora, il 2 febbraio, un tempo si accendevano nelle campagne i falò, portafortuna contro le ultime tempeste, fertilizzante per la terra e auspicio di luce. Infine, ancora particolarmente diffusi in Puglia i riti di San Giuseppe, il 19 marzo: gli ultimi falò che chiudono l’inverno per annunciare, finalmente, l’arrivo della stagione primaverile.