Sabato 21 Dicembre 2024
ANDREA SPINELLI
Magazine

Il coraggio di Fiorella: “Io, la disobeddiente”. Mannoia torna in tour nei teatri

La cantante si racconta a Sound Check: “Quando la tua morale ti dice che c’è un’ingiustizia, lottare è un dovere. Per la pace. Per noi donne”

Milano, 8 ottobre 2024 – L’artista è il rischio che corre. Fiorella Mannoia se ne dice convinta. E un rischio è stato pure quel tour con grande orchestra che, dopo le piazze e gli altri luoghi d’arte dell’estate, la riporta in scena domani sera al Moderno di Grosseto per proseguire il cammino fino a Natale. “I teatri pieni sono la mia libertà… e non da ora, da sempre” assicura lei nello studio di Sound Check, il format musicale disponibile sul sito web (www.quotidiano.net) e sui social del nostro giornale, nell’attesa di avviare il cammino che la porta pure a Milano l’11 e 12 ottobre, a Legnano il 10 novembre, a Bologna l’11, a Firenze il 15 e 16, ad Ancona il 19, a Cremona il 21, a Brescia il 12 dicembre, a Treviglio il 13 e a Montecatini il 19. “Non sarò mai abbastanza grata al pubblico per darmi la libertà di dire su e giù dal palco ciò che penso. Se la gente viene ad ascoltarti in massa, infatti, vuol dire che si ritrova in quel che dici”.

Visto che pure questo spettacolo era una scommessa, come cambia nei teatri?

“Oltre al nuovo singolo Disobbedire, abbiamo aggiunto Il peso del coraggio che quest’estate non facevamo, ma il concetto rimane esattamente lo stesso. E così la formazione che m’accompagna. Visto che le canzoni sono completamente riarrangiate per grande orchestra, in alcuni casi con un risultato molto diverso dall’originale, s’è trattato di un successo non scontato. E poi, venendo da Mariposa, che è una canzone sì dal testo importante, ma dalla veste allegra, abbiamo sterzato parecchio per realizzare questo sogno che mi portavo dietro da molto tempo”.

Come diceva Fromm la disobbedienza, in quanto atto di libertà, è l’inizio della ragione?

“Quando la tua morale ti dice che qualcosa non è giusta, che c’è un’ingiustizia, disobbedire diventa quasi un dovere. Tutti i grandi pensatori, i grandi artisti, sono stati disobbedienti. E noi ci siamo evoluti grazie anche alla disobbedienza. A cominciare da quella di Eva”.

In mezzo al calendario del tour c’è pure il Concerto per la Pace che il 23 ottobre la vede in scena al Forum di Assago con una quindicina di colleghi, tra cui Annalisa, J-Ax, Elodie, Piero Pelù, Emma, Madame, Giuliano Sangiorgi.

“A mio avviso mancava un grande evento per offrire agli artisti di gridare quella che oggi è diventata una parola rivoluzionaria: pace. Non so, infatti, cos’è accaduto al mondo, ma ormai sembra che ci si stia abituando alla guerra come ci si abitua alla pioggia. A sentire le diverse rivendicazioni hanno ragione tutti, ma qual è il fine di questa violenza a oltranza con migliaia e migliaia di vittime innocenti? Come diceva Gino Strada, l’80% delle vittime sono padri, madri, bambini, che stanno nelle loro case e all’improvviso non hanno più niente. Forse siamo diventati incapaci di provare empatia, umanità, compassione. Per questo mi sembra arrivato il momento di gridare: non in mio nome”.

Fiorella pasionaria, sempre dalla parte giusta. Quella delle donne. Quanto hanno inciso su questo suo slancio le storie delle eroine della lirica votate a un tragico destino che da piccola le raccontava suo padre Luigi preferendo addormentarla, da melomane, con le trame d’opera piuttosto che con le favole?

“Ricordo che ogni racconto era un pianto. Rigoletto che ammazza la figlia per sbaglio, Tosca che si butta da Castel Sant’Angelo, Madama Butterfly fa harakiri nell’attesa del fil di fumo della nave dell’amore che non arriva mai, Violetta che muore di tisi… Tutte queste morti mi mettevano addosso una grande angoscia. Quella che mi piaceva di più era Tosca, perché almeno lei si vendica e Scarpia muore. Ma l’apoteosi del maschilismo è quella del Duca di Mantova quando canta “la donna è mobile, qual piuma al vento, muta d’accento, e di pensiero“. Noi veniamo da lì. Abbiamo combattuto tanto per scardinare questa mentalità, ma c’è ancora tanto c’è da fare”.

Fiorella, donna di duetti. Un sogno rimasto tale?

“L’unico rimpianto è forse quello di non aver condiviso niente con colui che m’ha cambiato la vita: Fabrizio De André”.

Nell’album Onda tropicale collaborò con grandi artisti brasiliani. Ha in animo un “sequel” allargato magari al resto del Sudamerica?

“Non mi dispiacerebbe. Ho pensato ad esplorare la musica dell’America latina non portoghese. Quella cubana, ad esempio: mi piacerebbe fare un disco di son, perché è un genere in cui sento che la mia voce potrebbe trovarsi a suo agio. È un sogno che con mio marito Carlo (Di Francesco, percussionista - ndr) prima o poi realizzeremo”.

E invece un altro album di canzoni inedite?

“Lo stiamo registrando e, se rimaniamo nei tempi, uscirà prima di Natale”.