Martedì 3 Settembre 2024
Roberta Rampini
Magazine

Finazzer Flory firma il docufilm su Galeazzo Arconati mecenate. Prodotto dalla Fondazione Augusto Rancilio, viene presentato al Lido di Venezia

“Dal 20 ottobre si vedrà all’Anteo di Milano. Poi lo distribuiremo negli Stati Uniti per raccontare l’Italia”

E’ un omaggio a Galeazzo Arconati (1580 – 1649), primo mecenate della modernità. Racconta il suo contributo alla cultura e all’arte, mettendo in luce il ruolo fondamentale che ha avuto nella conservazione delle opere di Leonardo. Ma promuove anche due luoghi unici della Lombardia, la Pinacoteca Ambrosiana di Milano e Villa Arconati di Castellazzo di Bollate. È il docufilm “Il Mecenate“, regia di Massimiliano Finazzer Flory, prodotto dalla Fondazione Augusto Rancilio, che verrà presentato oggi al Lido di Venezia in collaborazione con l’assessorato alla cultura della Regione Lombardia, nell’ambito degli eventi realizzati in occasione della 81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, nello spazio Italian Pavilion Hotel Excelsior Lido e che uscirà il prossimo 10 ottobre.

Come è nata l’idea di questo docufilm?

“E’ un progetto che nasce un paio di anni fa - racconta il regista - Insieme alla Fondazione Augusto Rancilio abbiamo organizzato alcuni eventi per raccontare miti, leggende e la storia di Villa Arconati. Cammin facendo abbiamo pensato di realizzare anche questo docufilm che porta sul grande schermo anche Galeazzo Visconti, mito di se stesso”.

Un viaggio nella Villa che coinvolge le opere d’arte?

“In Villa Arconati è conservata la più grande statua romana presente nel nord Italia il ‘Pompeo Magno’ sotto la quale la leggenda narra sia stato ucciso Cesare. Il restauro della statua è ripreso anche dalle telecamere. Fin dal Seicento la Villa è popolata da eroi e divinità della mitologia classica, come il mito Diana e Ercole, ci sono anche labirinti e satiri in viaggio con il carro di Fetonte e la morte di Laocoonte. Ma tutta questa storia di grande bellezza non sarebbe possibile senza Galeazzo Visconti, che acquista i dodici codici di Leonardo da Vinci e nel 1637 li dona all’Ambrosiana”.

Chi era Galeazzo Arconati?

“Un collezionista ma soprattutto uno dei più rari esempi di mecenatismo dell’epoca. Pur non essendo un politico acquista e protegge opere d’arte. Lui insieme a suo cugino, il cardinale Federico Borromeo, che per primo inaugurò la prima biblioteca pubblica dove è custodita l’opera di Leonardo, fanno la storia del mecenatismo moderno”.

Ci sono oggi ancora mecenati come Galeazzo Arconati?

“No. Provi a pensare se le viene in mente il nome di qualche politico italiano o europeo che oggi protegge e sostiene arte e artisti, non ce ne sono”.

Il docufilm è un’opera di 30 minuti che racconta questa storia, in che modo?

Attraverso una sequenza di immagini, alcune dell’epoca, altre attuali, voci e volti dei più grandi esperti su Leonardo da Vinci: Pietro Marani, Marco Maria Navoni Prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, lo scrittore Matteo Nucci e la professoressa Silvia Romani”.

Dopo l’anteprima alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia dove potremo vedere il docufilm?

“A Milano dal 20 ottobre al cinema Anteo. Poi lo distribuiremo negli Stati Uniti per raccontare l’Italia e in particolare per promuovere il territorio lombardo”.