Mercoledì 18 Dicembre 2024
Andrea Spinelli
Magazine

Bob Dylan promuove Chalamet: “Mi rivedo in lui”

A gennaio arriva nei cinema il film di James Mangold “A complete unknown“. Bob soddisfatto: “È brillante, sarà credibile nei miei panni”

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Timothée Chalamet, 29 anni, sarà il giovane Bob Dylan del film di James Mangold

Milano, 18 dicembre 2024 – “Timmy è un attore brillante, quindi sono sicuro che sarà assolutamente credibile nei miei panni. O nella mia versione giovane. O, almeno, una qualche mia versione” ha scritto Bob Dylan su X dando così il suo imprimatur ad A complete unknown, il film di James Mangold sulla sua ascesa ambientato nella scena folk del Greenwich Village primi anni Sessanta così come raccontata da Elijah Wald nel volume Dylan Goes Electric!

Già dal riferimento alla “svolta elettrica” si evince che davanti alla macchina da presa di Mangold scorrono i primi quattro anni della carriera di Dylan, da quando nel 1961 abbandona il Minnesota per approdare a New York alla ricerca dell’idolo Woody Guthrie (1912-1967), il cantautore folk interpretato da Scoot McNairy, a quando nel 1965 sul palco del Newport Folk Festival attacca la spina in aperta sfida al mondo del folk e del mentore Pete Seeger, impersonato da Edward Norton. C’è pure Johnny Cash, col volto di Boyd Holbrook.

A vestire i panni dell’hobo di Duluth ci pensa, appunto, il ventinovenne Timothée Chalamet, che fa suoi in maniera credibile pure alcuni pezzi d’epopea come Like a Rolling Stone e Girl from the North Country, primo assaggio della colonna sonora in arrivo il 25 dicembre, data d’uscita del film negli Stati Uniti. In Italia, invece, A complete unknown è annunciato nelle sale il 23 gennaio. “Vedere quel post è stato molto rassicurante – ha detto l’attore, commentando il post di Dylan – Quando sei un giovane artista, non importa quanto successo tu abbia, ricevere una pacca sulla spalla da una leggenda, specialmente una leggenda di poche parole come Bob Dylan, è un sogno che si avvera”.

Elle Fanning nel film interpreta Sylvie Russo, figura ispirata a quella di Suze Rotolo, amore militante che ne influenzò profondamente l’impegno sociale affinato poi da pietre filosofali della sua produzione come Blowin’ in the Wind o Masters of War. Come nota a margine si può rilevare che fu proprio lei, Susan Elizabeth Rotolo, ad avvicinarlo per la prima volta all’Italia, quando nel luglio del ’62 Dylan raggiunse a Perugia, dove la sua giovane fiamma frequentava i corsi estivi di italiano all’Università per stranieri, ma rimase a vagare solo per la città perché frattanto lei se n’era tornata a New York. Nel capoluogo umbro c’è ancora chi ricorda un ragazzo americano aggirarsi per i vicoli della città con un mazzo di rose rosse in mano.

Nel febbraio successivo, il fotografo Don Hunstein realizzò all’incrocio fra West Fourth e Jones Street, poco lontano dall’appartamento che Bob e Suze condividevano al Greenwich Village, il celebre scatto abbracciati nella neve divenuto poi la copertina di The Freewheelin’. Di lì se ne andarono a vivere in un altro appartamento su West Fourth Street da cui l’attivista italoamericana, però, se ne fuggì una volta scoperto di essere rimasta incinta.

Abortì illegalmente, mentre Dylan avviò una relazione con Joan Baez, interpretata sullo schermo da Monica Barbaro (vista in Top Gun: Maverick) coprotagonista di alcuni tra i momenti più riusciti della colonna sonora. La Rotolo (scomparsa nel 2011) sposò poi nel 1970 Enzo Bartoccioli, operaio della Perugina conosciuto proprio durante la sua breve permanenza umbra, col quale andò a vivere nell’East Village e da cui nel 1980 ebbe il figlio Luca, ma questa è un’altra storia.

Contemporaneamente al film (e alla ristampa di Il giorno che Bob Dylan prese la chitarra elettrica, edizione italiana del libro di Wald in arrivo il 10 gennaio), è da poco arrivato in libreria Bob Dylan: Mixing up the medicine, monumentale inventario dell’opera di His Bobness attinto dalle bozze, le lettere, le immagini, i taccuini manoscritti, custoditi al Bob Dylan Center di Tulsa, in Oklahoma; centomila “pezzi” che il Vate, bontà sua, si sarebbe convinto a cedere per una cifra tra i 15 e i 20 milioni di dollari.

In tutto 624 pagine ed oltre due chili e mezzo di peso. Fra i reperti raccolti dai curatori della mostra, Mark Davidson e Parker Fishel, c’è perfino il tamburo turco del chitarrista-polistrumentista Bruce Langhorne che avrebbe ispirato Mr. Tambourine Man.