Martedì 6 Agosto 2024
COSTANZA CHIRDO
Magazine

Figli delle stelle: "Caro papà Zappa, quanto ti ho amato. E quanto mi hai ignorata"

Esce il memoir di “Moon Unit“, la primogenita del geniale musicista scomparso nel ’93. "Tutto era più importante della famiglia: arte da creare, donne con cui dormire"

Moon Unit (oggi 57 anni) figlia di Frank Zappa

Moon Unit (oggi 57 anni) figlia di Frank Zappa

Roma, 6 agosto 2024 – Cosa vuol dire essere figlia di una celebrità? E non una celebrità qualsiasi, si parla di una rockstar famosa a livello globale, che ha fatto la storia della musica. A raccontarlo è Moon Unit Zappa, 57 anni, primogenita di Frank Zappa. In Earth to Moon, in uscita negli Stati Uniti il 22 agosto per White Rabbit, Moon per racconta la sua vita in costante ricerca delle attenzioni del padre, consegnando al lettore un’immagine ben diversa da quella del personaggio acclamato come visionario e genio.

Come scrive il Guardian, nel memoir di Zappa il cantante appare come una “figura spettrale” la cui capacità di attenzione si estende solo ai propri interessi artistici, mentre sua moglie Gail deve occuparsi di gestire tutto il resto. Prima di quattro figli, Moon è stata chiamata Moon Unit dal padre perché credeva che il suo arrivo li avrebbe uniti per sempre. Però non è stato così. La frenetica vita da celebrità di Zappa ha sempre avuto il sopravvento: "C’era arte da creare e molte donne con cui dormire".

Moon si è resa conto abbastanza presto che la sua infanzia era stata “atipica”, e che l’unico modo per relazionarsi con quel periodo della sua vita era farlo attraverso il sarcasmo – ed è proprio con questo tono che racconta la sua storia nel libro. Quando Zappa era a casa, Moon faceva di tutto per cercare di attirare la sua attenzione. È grazie a lei se è nata Valley Girl, la prima canzone di Zappa a diventare un successo globale nel 1982. Il cantante, divertito dalle imitazioni che la figlia faceva del linguaggio degli adolescenti californiani, decise di portarla in studio per registrarle nella canzone. Ma perché ciò succedesse, Moon dovette prima mandare un biglietto al padre, che infilò sotto la porta dello studio di registrazione, in cui si presentava e si proponeva come voce per le canzoni di Zappa. Il tutto, semplicemente per passare più tempo con lui. E così anche Moon Zappa si ritrovò, a soli 14 anni, a essere una celebrità. Iniziò a fare l’attrice, ma tutti dicevano che somigliava molto a sua padre, e "Mio padre dice sempre che è brutto. Immagino che significhi che sono brutta anch’io" scrive Moon – che con il fratello Dweezil ha intrapreso una lunga lotta contro gli altri figli di Frank, Ahmet e Diva, per l’eredità artistica del padre – in quella che il Guardian ha definito una "straordinaria storia di sopravvivenza in una famiglia tanto celebre quanto disfunzionale".

Nonostante tutto, Moon adorava Zappa, gli era completamente devota, al punto che quando il cantante si ammalò di cancro – sarebbe morto nel 1993, all’età di 53 anni – lei avrebbe scambiato la propria vita con la sua – come scrive nel memoir. Gail era infastidita da questa adorazione: sua figlia la irritava, e i rapporti non migliorarono quando Moon crebbe. Il titolo del libro si riferisce proprio a come sua madre la deridesse per il fatto di sognare a occhi aperti.

Moon Unit Zappa non è la sola figlia di celebrità ad aver avuto un rapporto con i genitori che le è costato ore di terapia. Se non peggio. Il cantautore statunitense Jeff Buckley incontrò suo padre Tim solo una volta, all’età di otto anni. Tim Buckley era a sua volta un famoso cantautore molto amato, che abbandonò la famiglia, senza mai avere un rapporto con il figlio, e poi morì di overdose. Julian Lennon, primo figlio del leader dei Beatles avuto con Cynthia Powell, soffrì molto la separazione dei suoi genitori, e il suo rapporto con il padre John divenne teso e distante. Si avvicinò molto invece a Paul McCartney, che scrisse Hey Jude per consolarlo durante il divorzio che portò Lennon a risposarsi con Yoko Ono.

Frances Bean Cobain, dopo la morte del padre, il frontman dei Nirvana Kurt Cobain scomparso nel 1994 quando lei aveva due anni, solo ora sta cercando di ricostruire la relazione con sua madre, la frontwoman di Hole Courtney Love, che aveva perso la custodia della figlia nel 2009. Frances non ha mai avuto un rapporto con il padre, lo scorso aprile, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Kurt, gli ha reso omaggio in un post, scrivendo che avrebbe voluto conoscerlo, ma allo stesso tempo sente di aver imparato molto da lui: "Mi ha fatto dono di una lezione sulla morte che può venire solo attraverso l’esperienza vissuta della perdita di qualcuno. È il dono di sapere con certezza che, quando amiamo noi stessi e coloro che ci circondano con compassione, con apertura, con grazia, il nostro tempo qui diventa intrinsecamente più significativo".