Roma, 27 novembre 2020 - Il cambiamento climatico frenerà tante coppie che stanno pensando di mettere al mondo un figlio. È la tendenza emersa dal primo studio di sempre a focalizzarsi su come (e in quale misura) gli effetti a medio-lungo termine del riscaldamento globale siano potenzialmente in grado di cambiare i progetti dei giovani adulti di oggi. La ricerca, pubblicata sulla rivista Climatic Change, è stata condotta allo Yale-NUS College a Singapore.
Come il cambiamento climatico influenza i progetti di vita
Gli esperti hanno intervistato un campione di cittadini americani di età compresa tra i 27 e i 45 anni. Il 92,3% dei soggetti ha fornito una visione negativa di quello che sarà il futuro nei prossimi decenni, il 5,6% si è detto neutro e solo lo 0,6% ha mostrato un pizzico di ottimismo. Una delle tendenze che gli accademici non si aspettavano ha riguardato il timore dei giovani adulti (ancora senza figli) di mettere al mondo un bambino per via degli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Il riscaldamento globale, infatti, porta con sé delle gravi conseguenze ecologiche che si riflettono negativamente sull’economia, sulla società e sulla salute psicofisica dei cittadini. Il 96% degli intervistati senza figli, secondo i risultati, ha detto di essere “molto” o “estremamente” preoccupato per il benessere dei loro potenziali bambini in un mondo così danneggiato dalle attività umane che stanno causando il “climate change”.
I timori del mondo che verrà
Sul paper della ricerca si possono leggere alcune dichiarazioni dei soggetti intervistati. Una donna di 31 anni, ad esempio, ha detto che il cambiamento climatico è l’unico fattore che la spinge a non avere figli biologici: “Non voglio dare alla luce un figlio in un mondo morente, anche se desidero ardentemente diventare madre”. Tra i genitori, invece, una piccola parte ha ammesso spontaneamente di provare rimorso verso i figli: “Da un lato ho il rammarico di avere avuto figli perché ho paura che debbano affrontare conseguenze catastrofiche sulla loro pelle”, ha spiegato una madre di 40 anni. Tra i commenti più pessimisti c’è quello di padre di 42 anni, secondo il quale “nel 2050 il mondo sarà un inferno rovente caratterizzato da guerre per accaparrarsi risorse limitate, civiltà in collasso, agricoltura fallimentare, innalzamento dei mari, scioglimento dei ghiacciai, fame, siccità”. Al di là del tono delle osservazioni, questo studio è una finestra sul mondo che testimonia come il riscaldamento globale sia in grado di influenzare a 360 gradi la vita delle persone. Il prossimo passo della ricerca accademica sarà approfondire il rapporto tra gli effetti del “global warming” e la salute mentale: la settimana scorsa, non a caso, un sondaggio ha rivelato che più della metà degli psichiatri infantili e adolescenziali ha notato che molti pazienti sono angosciati per le minacce subite dall’ambiente.