Non è ancora iniziato e scoppiano le polemiche. A un mese e mezzo dall’apertura del Festival di Cannes, il mondo del cinema è in subbuglio. Dalla scelta di aprire la 76esima edizione della prestigiosa rassegna con il film in costume ‘Jeanne Du Barry’ – con Jonny Deep e Maïwenn Le Besco, entrambi coinvolti da pesanti questioni legali legate a presunti episodi di violenza – alla rumorosa assenza in gara del nuovo film di Woody Allen, regista ormai diventato divisivo per lo star-system cinematografico dopo le accuse di violenza sessuale da parte della figlia adottiva Dylan Farrow. In cartellone non ci sarà nemmeno Roman Polanski, condannato negli Stati Uniti per violenza sessuale su una ragazzina di 13 anni. A difendere le scelte artistiche degli organizzatori di Cannes 2023 (dove ci saranno tre film italiani in concorso) è Thierry Frémaux, direttore dell'Institut Lumière di Lione e delegato generale del Festival. La decisione di aprire il prestigioso festival cinematografico – che si svolgerà dal 16 al 27 maggio – con ‘Jeanne Du Barry’ non sarebbe “una scelta controversa”, secondo Frémaux. “Se a Johnny Depp fosse stato vietato di lavorare sarebbe stato diverso, ma non è così. Sappiamo solo una cosa: è il sistema giudiziario e penso che abbia vinto la causa legale”. E sulla mancata selezione di ‘Coup de Chance’, il thriller romantico di Woody Allen, replica: “Sappiamo che se il suo film venisse proiettato a Cannes, subentrerebbe la polemica, contro il suo film e contro gli altri film”. E poi, lapidario, taglia corto: comunque il film di Allen “non era candidato”.
Deep e Maïwenn: le accuse
Diretto e interpretato da Maïwenn Le Besco, ‘Jeanne du Barry’ è un film biografico sulla famosa favorita del Re Luigi XV, giustiziata nel 1793 durante la Rivoluzione francese. Con Jonny Deep nei panni del sovrano e Maïwenn nel ruolo di Madame du Barry, la pellicola aprirà la rassegna di Cannes il prossimo 16 maggio. Il film sarà proiettato in anteprima mondiale al Grand Théâtre Lumière e uscirà lo stesso giorno nelle sale francesi. È il primo ruolo importante per Depp dopo il processo per diffamazione contro l'ex moglie Amber Heard. I primi venti di polemica si stanno già alzando. Ecco perché. Depp è finito al centro di uno spinoso dibattimento legale con la sua ex moglie Amber Heard, accusatisi a vicenda di diffamazione dopo un’intervista in cui la donna raccontava di essere stata vittima di violenza domestica. Deep ha vinto la causa in primo grado con un maxi risarcimento di 10 milioni di dollari, poi la coppia è arrivata a un accordo tra le parti prima del successivo appello. La reputazione di Depp ha subito un duro colpo, soprattutto per la spregiudicata strategia processuale tenuta dai suoi avvocati. Ma non solo. Sotto i riflettori, oltre al film, quest’anno ci sarà anche Maïwenn. La regista è stata denunciata per aggressione dal giornalista francese Edwy Plenel, che avrebbe affermato di essere stato aggredito in un ristorante di Parigilo scorso febbraio. "Questo non ha nulla a che fare con il festival – è il commento di Frémaux, contattato dal Guardian – soprattutto abbiamo appreso dell'esistenza di questa denuncia dopo aver annunciato Jeanne du Barry all'apertura di Cannes".
Allen e Polanski: registi 'ingombranti'
Woody Allen è ormai diventato una presenza ingombrante per molti. Le accuse di violenza sessuale da parte della figlia adottiva hanno diviso Hollywood: se Scarlett Johansson, Javier Bardem e Alec Baldwin hanno difeso il regista, Kate Winslet, Rebecca Hall, Colin Firth e Michael Caine hanno invece dichiarato che non lavoreranno mai più con lui. Nel 2018, gli Amazon Studios ha rescisso il contratto con l'artista dopo le accuse di violenza sessuale rivolte dalla figlia Dylan Farrow, sempre negate da Allen e che hanno portato all'archiviazione di due inchieste senza la formulazione di accuse contro di lui. Per lo stesso motivo, il memoir ‘A proposito di niente’ è stato poi abbandonato dall’editore Hachette e infine pubblicato nel 2020 da un’altra casa editrice. Il suo ultimo lavoro, ‘Coup de Chance’ – il 50esimo film nel palmares del regista americano – non è tra i 19 film in gara al Festival di Cannes. “Non è stato selezionato”, ha sottolineato Thierry Frémaux, lasciando intendere che la pellicola non sarebbe abbastanza buona per il festival, e poi ha aggiunto di “non aver visto” nemmeno ‘The Palace’, il nuovo film del contestato Roman Polanski con Fanny Ardant nel cast. Dichiarato colpevole di violenza sessuale ai danni di una ragazza di 13 anni, gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione di Polanski, che attualmente vive in Francia. Ma il sistema giudiziario francese si è opposto. Nel 2018, il regista è stato espulso dall’ente degli Oscar, l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, e il consiglio direttivo dei César (il più importante riconoscimento del cinema francese) si è dimesso dopo le proteste ricevute per le nomination assegnate al suo film ‘L’ufficiale e la spia’. L'ultima apparizione del regista a Cannes risale al 2013 con ‘Venere in pelliccia’.