Domenica 8 marzo si celebra la
Giornata internazionale dei diritti della donna, nota ai più con il nome (meno corretto) di
festa della donna. La ricorrenza offre l'occasione per commemorare anni di
lotte e
conquiste sociali, ma anche per riflettere sulle
discriminazioni che le donne devono ancora affrontare in molte parti del mondo.
La Giornata internazionale dei diritti della donna porta con sé anche una
bufala ricorrente, che fa risalire le origini della celebrazione a un
incendio che provocò la morte di
centinaia di lavoratrici in uno stabilimento di
New York. Si tratta in realtà di una leggenda metropolitana che, pur nascondendo qualcosa di vero, non presenta un nesso diretto con l'8 marzo.
8 marzo: origini confuse
Il
falso storico più famoso racconta di un rogo avvenuto l'8 marzo 1908 in una fabbrica di camicie della Grande Mela, in cui persero la vita
134 operaie (alcuni dicono 140). L'incendio è forse una
fantasiosa rielaborazione di una tragedia effettivamente successa il
25 marzo del 1911, quando, sempre a New York, la fabbrica Triagle andò a fuoco causando la morte di
146 persone (123 donne e 23 uomini), per lo più immigrati italiani ed ebrei dell'est Europa.
Questa non è però l'unica bufala che riguarda l'8 marzo. Un'altra diceria afferma infatti che la Giornata internazionale della donna nasce in ricordo della
violenta repressione che la polizia newyorkese riservò nei confronti di una
manifestazione sindacale di operaie tessili, nel
1857. Anche in questo caso non ci sono riscontri documentati e anzi esistono
versioni della storia che spostano gli incidenti in altre città, tra cui Boston e Chicago.
Le vera storia dell'8 marzo
La Giornata internazionale dei diritti della donna
è stata istituita ufficialmente dall'ONU nel 1977, dando respiro globale a una ricorrenza che veniva già commemorata in diversi Paesi da oltre mezzo secolo. In realtà i primi segni di quella che diventerà poi la festa della donna vanno ricercati durante il
VII Congresso della Seconda Internazionale socialista, tenutasi a Stoccarda tra il
18 e
il 24 agosto 1907. Qui fu dedicato ampio spazio alla rivendicazione del voto femminile, tema ripreso successivamente dal Partito socialista di Chicago, che per sensibilizzare l'opinione pubblica organizzò il
primissimo "Woman's Day" il
23 febbraio 1909.
Dopo la
Conferenza internazionale delle donne socialiste, che ebbe luogo a Copenaghen del
1910, la festa fu celebra in modo discontinuo e in date diverse anche al di fuori degli Stati Uniti. La svolta decisiva avvenne tuttavia l'
8 marzo 1917, quando a
San Pietroburgo le donne scesero in piazza per rivendicare la fine della guerra, trovando in tutta risposta una scarsa reazione da parte dei cosacchi incaricati di spegnere la protesta. Questo incoraggiò ulteriori manifestazioni, che contribuirono al
crollo dell'impero zarista. Sull'onda quei successi, nel
1921, a Mosca, la
Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste decise che l'8 marzo sarebbe stato da lì in avanti la
"Giornata internazionale dell'operaia".
Il
forte imprinting politico dato all'8 marzo spiega probabilmente il motivo per cui nei decenni successivi, con l'isolamento dell'Unione Sovietica dopo la seconda guerra mondiale, nacquero svariati aneddoti che
hanno coperto la memoria storica della Giornata internazionale della donna.