Sabato 27 Luglio 2024

Fernando Botero è morto. Il celebre scultore aveva 91 anni

I media: "L'artista colombiano più grande di tutti i tempi". Sette giorni di lutto nella sua Medellin

Bogotà, 15 settembre 2023 - Fernando Botero è morto, il celebre scultore e pittore colombiano aveva 91 anni. Botero era conosciuto a livello mondiale per le sue famose e voluminose figure umane rappresentate nelle sue sculture e nei suoi dipinti.

Il leggendario pittore è morto nella sua casa nel Principato di Monaco: era stato ricoverato per diversi giorni in un centro medico, ma lui stesso ha chiesto di essere trasferito a casa per curarsi. Sua figlia Lina Botero ha confermato a Caracol Radio che  il padre è morto questa mattina a casa sua: "Era in pessime condizioni di salute da cinque giorni perché aveva contratto una polmonite".

I media colombiani definiscono il pittore nato il 19 aprile 1932 a Medellin, "l'artista colombiano più grande di tutti i tempi". Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha twittato "il pittore delle nostre tradizioni e dei nostri difetti, il pittore delle nostre virtù".

Medellin ha proclamato sette giorni di lutto per la scomparsa dell'artista nato in città. "A Medellin piangiamo con il dolore nell'anima la morte del maestro Botero. La sua vita, la sua opera, il suo amore per Medellin e la Colombia dureranno per sempre. Medellin decreta sette giorni di lutto e renderà omaggio a piazza Botero e negli altri siti dove la sua eredità rimarrà per sempre", ha scritto su Twitter il sindaco della città, Daniel Quintero Calle. Previsti anche eventi davanti alle 29 scultore che Botero aveva regalato alla città.

Caratteristica della pittura di Botero è l'insolita dilatazione fisica che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, quasi irreali, ma con un proprio fascino. L'artista si rivela distante dai suoi soggetti facendo scomparire dai personaggi la dimensione morale e psicologica. Gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che osservino senza guardare.

Il padre David Botero era un uomo d'affari, e la madre Flora Angulo una sarta, lui era il secondo di tre figli. Affascinato fin da bambino dall'architettura barocca e dalle illustrazioni della Divina Commedia di Dante Alighieri. A 16 anni già aveva trovato un lavoro come illustratore dei supplementi di "El Colombiano", il giornale più importante di Medellìn. E già nel 1948 espose per la prima volta nella sua città natale.

Tra il 1953 e il 1954 Botero viaggiò tra Spagna e Italia eseguendo copie di artisti rinascimentali. Poi dopo aver fatto la spola tra Bogotà e New York, nel 1966 si trasferì definitivamente nella Grande Mela. Approfittando della vitalità culturale della City si immerse in un lavoro instancabile, cercando soprattutto di sviluppare l'influenza che Rubens stava assumendo nella sua ricerca, soprattutto sull'utilizzo delle forme plastiche.

Negli anni '70 inizia a realizzò le sue prime sculture. Saranno le mostre in Germania e negli Stati Uniti a proiettarlo nel successo mondiale. Sempre in movimento tra New York, la Colombia e l'Europa, i sui ritratti di persone, le figure degli animali, e perfino nelle nature morte sono uscite dai musei per arredare e integrarsi con gli spazi urbani e con l'architettura, dagli Champs Elysees, a Pietrasanta in Toscana, fino a Bologna. Poi a Barcellona, Locarno, Madrid, perfino nella remota Yerevan, in Armenia.

Botero, in un'intervista per Diners, una volta affermò: "La cosa più terribile dell'idea della morte per un artista è sapere che non potrà più dipingere. Voglio morire come Picasso, che all'età di 93 anni, dopo aver dipinto un quadro - brutto come quelli che fece alla fine - andò a lavarsi i denti alle due del mattino e cadde morto. Noi pittori non andiamo mai in pensione".