Sabato 29 Marzo 2025
VALERIA VERBARO
Magazine

Fenomeno Shondaland. Donne in un mondo ostile: l’inclusione è una serie tv

The Residence, il nuovo murder mystery di Shondaland su Netflix, conquista il pubblico con la detective Cordelia Cupp.

Uzo Aduba (44 anni) è la detective Cordelia Cupp nella serie tv The Residence

Uzo Aduba (44 anni) è la detective Cordelia Cupp nella serie tv The Residence

Ironico, avvincente e con una grande protagonista femminile, The Residence è il murder mistery di Netflix che, in streaming dal 20 marzo, è diventato rapidamente – anche in Italia – uno dei titoli più visti sulla piattaforma. Il suo successo però è tutt’altro che inaspettato. Dietro l’interesse intorno alla serie si cela infatti il nome di Shonda Rhimes e della sua Shondaland, la casa di produzione da cui nascono anche Grey’s Anatomy, Le regole del delitto perfetto, Scandal e Bridgerton. Le serie, molto diverse tra loro, hanno in comune almeno i principi che costituiscono anche i valori fondanti della loro casa di produzione: innovazione audace, autenticità, potere condiviso e visibilità, intesa come rappresentazione consapevole delle minoranze. Tutti i prodotti di Shondaland, cioè, si impegnano innanzitutto a ribaltare gli stereotipi della televisione generalista statunitense, portando nel mainstream storie e personaggi di solito privati di qualsiasi spazio o qualsiasi voce.

Lo si è visto in modo evidente in Bridgerton e nel suo spin-off, La regina Carlotta, in cui la storia si piega alle esigenze creative, ricostruendo l’età della Reggenza come un mondo liberato dal colonialismo e dalla schiavitù. Un mondo in cui non è il colore della pelle a determinare chi può indossare una corona o chi può ricevere un titolo nobiliare e in cui infatti le questioni sociali restano sempre sullo sfondo, immutabili, rispetto alle trame d’amore.

Shondaland è stata altrettanto rivoluzionaria tuttavia anche vent’anni fa, quando, in un contesto televisivo ancora cauto e conservatore, Grey’s Anatomy ha iniziato a raccontare per la prima volta in modo ampio e sfaccettato il sesso, l’amore tra le corsie del Seattle Grace Hospital, anche attraverso complessi personaggi Lgbtqia+. Un cambiamento radicale dell’immaginario che Shonda Rhimes ha poi raddoppiato e portato avanti con il ruolo di Viola Davis in Le regole del delitto perfetto. La sua Annalise Keating è la migliore penalista di Filadelfia, un’eccellenza sia nelle aule di tribunale sia in quelle dell’università. Donna nera e queer, geniale e apparentemente invincibile, anche se tormentata da grandi traumi, nel 2014 Annalise Keating stravolge la rappresentazione tradizionale della donna afroamericana, grazie anche alla potente e drammatica interpretazione di Viola Davis, tanto che la serie, conclusa nel 2020, resta ancora un punto di riferimento negli Stati Uniti, così come Scandal e la sua protagonista Olivia Pope. È proprio da Scandal però che oggi riparte Shondaland, o almeno dal suo luogo principale, la Casa Bianca, e dal suo autore capo, Paul William Davies, che firma anche il soggetto di The Residence. Il progetto tuttavia è un’assoluta novità all’interno della fabbrica di idee di Rhimes.

La nuova serie in otto episodi per Netflix, infatti, per la casa di produzione è la prima che usa toni comici ma ha la struttura di un classico giallo. La nuova protagonista, la detective Cordelia Cupp, interpretata da Uzo Aduba, è perciò un personaggio al tempo stesso nuovo e familiare. Come Olivia Pope, Annalise Keating o la regina Carlotta, è prima di tutto una donna nera in un mondo spesso ostile nei suoi confronti. È una donna a cui viene dato un certo potere e con il potere anche la visibilità, ossia il diritto di reclamare il proprio posto nel mondo, di non sentirsi annientata o messa da parte. Da sola sa di poter risolvere il caso meglio di chiunque la circondi dentro la Casa Bianca, Fbi compresa. Al tempo stesso però rappresenta lei stessa un mistero da svelare, protetta dalla distanza che il suo umorismo pungente e i suoi modi bizzarri mettono fra sé e il pubblico.

Costituisce un prototipo sorprendente di protagonista femminile per Shondaland, che però obbedisce sempre alla missione principale di Rhimes, ossia riuscire a raccontare storie in grado di unificare il pubblico attraverso sentimenti e volti in cui potersi riconoscere.