Roma, 22 settembre 2024 – Il genere maschile è ingombrato dal fallo, sentenziava Lacan e dal secolo scorso a oggi non è che la fulminante sintesi del maestro francese possa dirsi all’improvviso démodé. L’ultimo esempio? Se prendiamo per genere maschile tre cantautori-trapper, o quel che sono, e le loro liti via social che hanno dominato l’immaginario adolescenziale, aperitivistico e smediatico da metà settimana a ora, il genere maschile è talmente ingombrato dal proprio fallo che l’unico modo che i tre hanno trovato per insultarsi l’un l’altro è stato comporre delle canzoni in cui non parlano praticamente d’altro se non della pars pro toto e di come la usano o meno gli uni e gli altri con le rispettive compagne/fidanzate attuali, presunte, passate prossime o remote (future, si spera: mai). A partire da Chiara Ferragni.
I tre genere maschile sono ovviamente Fedez, Tony Effe e Niky Savage: a metà settimana è scoppiata questa disputa musical-letteraria che oggi viene chiamata dissing come fanno i rapper Usa, ma che in realtà è una pratica di antica tradizione nostrana, vedi alla voce “Stornello“ (Treccani), “forma di canto popolare italiano, di varia figura metrica: nato probabilmente in Toscana, non prima del 17° sec., è assai diffuso nell’Italia centrale ma conosciuto anche in quella meridionale, e per la facilità di improvvisazione è molto usato nelle gare poetiche popolari”. Come dire: dal Rinascimento agli stornelli a dispetto tra Gabriella Ferri e Claudio Villa: “Canto breve e semplice lo stornello si offre facile all’improvvisazione e nasce spesso nelle gare o tenzoni fra contadini durante il lavoro o nei riposi dell’aia”, continua Mario Pelaez per Treccani, “dal provenzale estorn che vuol dire “combattimento””.
I combattenti della settimana pop sono stati: da una parte Tony Effe (ex Dark Polo Gang) quest’estate al top con la perdibile Sesso e samba, dall’altra Fedez in compagnia di un altro trapper che si chiama Niky Savage (anche lui quest’estate al centro di un momento di gloria grazie a un feat con la “Vera Baddie“ Anna ed esteticamente assai simile a Tony Effe).
Tony Effe dice in un’intervista che Fedez gli ha chiesto di collaborare ma lui gli ha detto no, Fedez s’arrabbia: "Mica l’ho mai pregato”. Partono gli stornelli: con Niky, Fedez fa uscire Di Caprio, una canzone in cui i due ironizzano su Tony che si era più o meno autodefinito “bello come il divo”; Tony risponde con Red Bull 64 Bars citando Chiara Ferragni e una certa disinvoltura di Roberryc, attuale fidanzata di Savage; Roberryc via social dice a Tony Effe ma come ti permetti, con chi e con quanti vado saranno fatti miei. Fedez ririsponde a Tony col brano L’infanzia difficile di un benestante in cui per offendere il “crackomane“ Effe rappa di alcune ragazze (Chiara Biasi, Vittoria Ceretti), mentre nel video si accompagna con un’altra ex di F, Taylor Mega.
Lo stornello di risposta di Tony Effe è l’ormai famosa canzone Chiara, sulla Ferragni abbandonata nel momento del bisogno e i figli fatti da Fedez per essere postati, e la voce registrata “manipolata“ della Ferragni che direbbe che Fedez voleva comprarsi gli streaming ecc; quello di Fedez è il brano Allucinazione collettiva, diretto alla moglie, in cui un po’ l’infama un po’ le chiede perdono: "Io mi chiedo ancora se c’è un lieto fine a una favola infelice”. Chiara risponde: “Questa è una finta canzone romantica priva di sincerità: un palese tentativo di sfruttare il momento, un atto violento”.
Le canzoni succitate sono piene di volgarità machiste e sessiste, la modalità della “battaglia“ è stata l’oggettificazione da parte di tre uomini delle donne, il ritenerle “roba“ propria da usare senza alcun rispetto, in piena italica patriarcale tradizione tossica, vedi una puntata x di Temptation Island. II dissing forse è finito, Priapo invece è sempre lì.