Sabato 2 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
Magazine

Federico Fanti: cacciatore di dinosauri per National Geographic. "I giganti, che emozione"

Paleontologo e National Geographic Explorer, da Trieste alla Mongolia: "Ci stiamo organizzando per riprendere le spedizioni. Il fascino sui bambini? Ecco perché"

Roma, 1 gennaio 2023 - Federico Fanti, 41 anni, paleontologo, il cacciatore di dinosauri più famoso d’Italia. Bolognese, professore al dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali, nel 2017 per il suo talento è stato scelto dalla National Geographic Society come Emerging explorer. Da allora attraversa i continenti cercando le tracce dei giganti. Ha compiuto scoperte di eccezionale valore scientifico, da nuove specie al coccodrillo marino più antico. Ma sa essere spiazzante. "La mia storia - si racconta - è semplicissima. Da bambino sono rimasto folgorato dai dinosauri. E continua ad essere così".

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Dove la porteranno i prossimi cantieri con National Geographic?

"Stiamo ripartendo dopo il blocco della pandemia. Al momento abbiamo due grandi progetti tra Stati Uniti e Canada. E da settembre vogliamo assolutamente riprendere gli scavi in Mongolia. Uno dei luoghi dove lavoriamo da più tempo con più risultati. Sono 2500 km quadrati".

Qual è la scoperta più emozionante fatta in quella terra?

"Sono state 2 in particolare: il nido con il dinosauro in cova, nel 2007. Poi nel 2016 abbiamo ritrovato un giacimento scomparso. Era stato scoperto per la prima volta negli anni '60 ma poi per 50 anni era svanito nel nulla. L’ho ritrovato, c’è tutto il resto dello scavo da fare, l’animale aspetta ancora di essere estratto".

Riporta a galla tesori inestimabili che altrimenti resterebbero sconosciuti

"Questa è la parte divertente del mio mestiere. Non vado a scavare sapendo già tutto, è esattamente l’opposto. Parto con la speranza di trovare qualcosa. Nel 50% dei casi si va per la prima volta in quel luogo, nell’altra metà invece siamo sulle tracce di qualcuno che ci ha preceduto e ha capito che da quelle parti poteva esserci qualcosa di importante".

Ma come viene scelto un sito?

"Scegliendo zone dove qualcuno ha già trovato qualcosa. Può essere stato vent’anni prima, può essere la segnalazione su un manoscritto... Oppure si va in esplorazione nuda e cruda, quindi senza avere idea di quel che ci aspetta. Anche se le informazioni in nostro possesso, dalle carte geologiche ai dati, ci dicono che in quella zona le rocce sono giuste e la possibilità di trovare materiale c’è. E si scopre in tempo reale se avevamo ragione oppure no".

Quanto tempo serve?

"In tutta onestà qui comanda la fortuna, la pura fortuna. Quando ho trovato il dinosauro in cova ero al mio secondo giorno in Mongolia. In altri luoghi magari sono rimasto per lungo tempo e abbiamo scoperto i fossili dopo 10 anni. Non esiste una mappa con la croce sopra! La mattina si procede in una direzione con una luce e nessuno vede niente; la sera si torna indietro esattamente nello stesso posto con una luce diversa e si scopre qualcosa".

Lei ha girato tutti i continenti, qual è il luogo che le è rimasto nel cuore?

"Sicuramente il Canada, dove ho cominciato. Partecipavo a uno scavo organizzato da altri su un dinosauro con le corna che si chiama Centrosaurus. La scoperta è stata proprio letterale. Ti metti a sedere per terra, inizi a scavare ed emergono le ossa. Difficile da dimenticare".

In Italia ha lavorato al Villaggio del Pescatore a Trieste. Oggi è chiuso: perché?

"Il Villaggio del Pescatore è una vecchia cava, quindi un sito molto complicato da un punto di vista burocratico. Che sia chiuso è un enorme peccato e un grave danno al patrimonio nazionale".

Cosa serve per poterlo riaprire?

"Intanto il sito è ancora proprietà privata, tutelato ma non più attivo. Giustamente in Italia per scavare servono i permessi. Ma lavorare al Villaggio del Pescatore, a differenza di quel che accade in Mongolia per dire, costa tanto perché servono strumenti da cava. Servono lame diamantate, poi i blocchi che si estraggono sono da 500-600 chili...".

Nella mappa dei dinosauri in Italia quali sono i tre luoghi più significativi?

"Sicuramente Trieste, il Villaggio del Pescatore è il giacimento più importante dove trovare scheletri. Poi la Puglia, la considererei proprio come regione. Conserva centinaia e centinaia di impronte. Come terzo sito Pietraroja, in provincia di Benevento".

Dove è stato trovato Ciro

"Sì, il primo dinosauro italiano ma non solo. Perché il giacimento di Pietraroja ha prodotto decine di fossili. Pesci, coccodrilli, animali marini...".

L’Ingv ha fatto una Tac a Ciro. Quali sono gli strumenti all’avanguardia?

"Io sono quello che va a scavare per terra con il martello ma sicuramente questo mestiere è cambiato moltissimo. Oggi le tecnologie applicate allo studio degli animali fossili sono molto avanti. Tac ad alta e ad altissima risoluzione. Hanno cambiato radicalmente la ricerca perché si inizia a investigare più nel microscopico, quindi nelle strutture di questi animali".

Cosa ci raccontano le ultime scoperte sui dinosauri?

"Se fino a una quindicina d’anni fa quello che interessava era soprattutto la forma dell’animale, adesso guardando i minimi dettagli - le cellule dei tessuti, il contenuto dello stomaco, la forma del cervello, i nervi - stiamo ricostruendo esattamente come vivevano e come crescevano. Li stiamo trattando sempre più come animali e non come qualcosa che è vissuto nel passato. L’interesse non è più capire come sono fatti ma come funzionano. A che velocità crescevano, come si prendevano cura dei cuccioli, come bevevano, che olfatto avevano, come sentivano. Questa è stata la rivoluzione degli ultimi 5 anni".

Estinzione dei dinosauri: fu davvero asteroide?

"Sì, i dinosauri si sono estinti assieme a tantissimi altri animali principalmente a causa dell’asteroide. Le scoperte più recenti riguardano lo studio del cratere. Negli ultimi due anni abbiamo messo la lente di ingrandimento sulla successione di eventi legata all’impatto dell’asteroide. Che come noto è stato in America Centrale. A mano a mano che ci si allontana da lì, le conseguenze sono diverse. I dinosauri si sono estinti dalla sera alla mattina, altri animali invece sono sopravvissuti fino ad oggi. Quindi cerchiamo di capire chi è morto perché è morto, chi è sopravvissuto come ha fatto. Su questo si è acceso il dibattito".

E cosa c’entra Gubbio in questo evento che ha cambiato la storia?

"La scoperta dell’asteroide che ha sterminato i dinosauri viene fatta proprio a Gubbio, parliamo degli anni 70. Un gruppo di geologi si accorge che nelle rocce di quella zona c’è un intervallo, una riga, uno strato molto sottile di un centimetro che non c’entra niente con tutti gli altri. È nero. Fanno le analisi e si accorgono che con ogni probabilità quello strato è legato alla caduta di un asteroide da qualche parte nel pianeta. Lo vanno a datare, risale a 66 milioni di anni fa, combacia con l’evento che ha portato all’estinzione dei dinosauri. E da Gubbio parte la caccia all’asteroide".

Ha conosciuto anche predatori di dinosauri?

"Eccome, contro di loro facciamo battaglie da anni. Distruggono, rubano e saccheggiano i giacimenti in giro per il mondo. Prendono i fossili, li rivendono e li fanno sparire. Poi ci sono gli acquirenti, il mercato in tutto il mondo vale miliardi e negli ultimi anni avere un dinosauro in casa negli ambienti di un certo tipo è proprio diventato una moda".

Un’ultima curiosità: è vero che i bambini 'folgorati' dai dinosauri sono più intelligenti?

"Diciamola così: i dinosauri sono lo strumento più potente mai esistito per avvicinare e incuriosire un bambino alla scienza. L’aspetto positivo nei più piccoli è che ne vogliono sapere di più. Vogliono capire come è possibile che esista una cosa del genere che non si vede in giro. Io sono stato un bambino folgorato dai dinosauri a 4-5 anni. Ed è ancora così”.

Bambino incantato davanti a uno scheletro di dinosauro
Bambino incantato davanti a uno scheletro di dinosauro