Giovedì 2 Gennaio 2025
PIERO DEGLI ANTONI
Magazine

Fazio da record, è assalto al duopolio Rai-Mediaset

Al debutto sul Nove ‘Che tempo che fa’ supera i due milioni di spettatori. L’apice della rivoluzione in atto nella tv generalista

Roma, 17 ottobre 2023 – Il pubblico televisivo si sfalda. Un tempo c’erano sei grandi castelli che custodivano ognuno il proprio pubblico, difendendolo dagli spalti contro le aggressioni dei nemici. Oggi le mura sono crollate, e il pubblico sciama ovunque. La clamorosa notizia del giorno è l’ascolto ghermito da Fabio Fazio nella prima puntata del suo Che tempo che fa trasmesso domenica sera sul nuovo binario Nove. Dunque: 2,1 milioni di telespettatori e il 10,5% solo su quel canale, mentre ha raggiunto i 2,6 milioni e il 13% in simulcast (cioè la trasmissione contemporanea sulle altre reti del gruppo Discovery).

Fabio Fazio e Liliana Segre
Fabio Fazio e Liliana Segre

Un risultato miracoloso, visto che la media del Nove di solito si aggira sul 2%. Giusto per rendere le proporzioni, la serata è stata vinta da Raiuno con la fiction Cuori 2, con 2,8 milioni di spettatori e il 16.8% di share. Poi ci sarebbe Canale 5 con Caduta Libera - I Migliori su Canale 5, con 1,6 milioni e l’11.5%. Prendiamo a prestito il condizionale perché, se consideriamo l’ascolto complessivo di Fazio, il suo programma risulta il secondo più visto della serata.

Un risultato inaudito, impensabile solo fino a un anno fa, che abbozza una redistribuzione radicale del pubblico. Non per nulla lo stesso Fazio è sembrato stupefatto del risultato: "Grazie davvero, grazie con tutto il cuore a tutti", ha fatto sapere sui social. "Non sapete quanto siamo felici del risultato di ieri: siamo tornati e ritrovarvi tutti è stata una sorpresa bellissima.". Come se avesse pensato di salire su una Tipo e, solo una volta arrivato, si fosse accorto di aver viaggiato su una Lamborghini.

Cosa ne possiamo dedurre? Primo, il pubblico è diventato liquido, scorre qui e là inseguendo i protagonisti. Fazio ha squillato la tromba radunando intorno a se i fedelissimi e con loro ha attraversato il deserto (la manna ce l’ha messa Discovery). D’altronde, anche Bianca Berlinguer ha effettuato una traversata analoga: da Raitre a Retequattro, i fedelissimi non hanno perso la strada (anche se nelle ultime settimane sempre qualcuno in più sceglie altri sentieri). Secondo, del bollino stampigliato sullo schermo, al pubblico importa sempre meno. Terzo, l’oligopolio delle grandi tv generaliste (da Raiuno, a scendere fino a Retequattro) si è screpolato, come se una piccola rivoluzione francese avesse dato l’assalto alla Bastiglia delle grandi emittenti.

Il caso Fabio Fazio è l’ultimo e il più clamoroso. Ma prima di lui altri sinistri scricchiolii avevano minato la solidità delle sei fortezze. Cominciamo da Maurizio Crozza, ormai solido pilastro di Nove. Il suo programma sfiora il milione di ascoltatori e il 5%. Prendiamo DiMartedì: Giovanni Floris supera il milione ed è sempre sopra il 7%, roba che Retequattro e anche Raidue si leccherebbero le dita, anzi gli indici (d’ascolto). Otto e mezzo viaggia tra il 7 e l’8, spesso fa anche il 9. Aldo Cazzullo con Una giornata particolare è partito mercoledì scorso al 7.2 e Massimo Gramellini con In altre parole è intorno al 5,5. Propaganda Live è sopra il 6. Avanti un altro: la Gialappa’s, col suo Show in onda su Tv8 (gruppo Sky) nella prima edizione ha viaggiato su una media di oltre il 5%, niente niente male.

A scavare tunnel sotto le fondamenta dei colossi televisivi hanno contribuito anche la pletora di canale a pagamento che ormai dissangua non solo il portafoglio degli spettatori ma anche gli ascolti dei fratelloni maggiori, finora intoccabili. A soffrire sono soprattutto Raidue e Raitré, depredati dei loro migliori campioni. I più attenti avranno notato che il gruppo dei guerriglieri televisivi (La7, Tv8, Nove) non hanno cresciuto talenti nella propria cantera: i grossi ascolti li hanno fatti ammaliando le star covate dai grandi canali. Fazio ovviamente (40 anni in Rai) ma anche Crozza, Floris, Gialappa’s, tutti gli altri, vengono dalla buona, vecchia, tv generalista. Tutti top player che evidentemente hanno preferito giocare in squadre minori ma in un ruolo più congeniale (e un miglior ingaggio). Sul telecomando le piccole tv hanno toccato il tasto giusto.

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