A Singapore, Taiwan e Bangkok ci sono baracchini di street food e punti vendita di catene che negli ultimi anni sono stati premiati (a sorpresa, loro in primis) con la stella Michelin. "E perché io no?", si è domandato il gestore di un fast food di pollo fritto in Australia, che ha così lanciato la sua personalissima campagna per conquistare il massimo riconoscimento delle guide.
Il trentasettenne Sam Edelman dirige con entusiasmo il ristorante KFC di Alice Springs, una cittadina di poche anime sperduta nel deserto, a 1500 km di distanza dalle due città vere più vicine, Adelaide e Darwin. Va molto orgoglioso del suo lavoro ed è convinto che il suo fast food soddisfi i criteri in base a cui vengono assegnate le stelle.
Prima di tutto la qualità, e a suo dire il pollo fritto che servono è delizioso, quindi che il ristorante sia meritevole di uno stop, se non addirittura di una deviazione o di un viaggio apposito, ed Edelman sostiene che ci sono clienti che percorrono centinaia di chilometri per venire al suo KFC. Insomma, le condizioni per aspirare alla stella, anzi magari a due o anche tre, ci sarebbero tutte.
La sua campagna ha suscitato curiosità e divertimento, che lo hanno fatto finire sulle testate di mezzo mondo. Per sostenere la causa, Edelman ha anche aperto un gruppo su Facebook.
Alla fine, le chance di riuscita sono minime se non nulle e la campagna pro-stella vale più che altro come simpatica trovata pubblicitaria. Anche perché c'è un ostacolo non da poco: Michelin non pubblica una guida sull'Australia. Fino ad allora, fosse anche il fast food più buono del mondo, niente da fare.
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MagazineFast food nel deserto a caccia di stelle Michelin