Malmo, 10 maggio 2024 – Tra le bancarelle di piazza Möllevångstorget, in questi giorni di Eurovision Song Contest gli ambulanti di Malmö ti regalano un’erica in fiore e un augurio. Quello di ritrovare la tua nazione sul gradino più alto di questa 68ª edizione stasera al gran finale su Raiuno.
L’Italia punta su un’Angelina Mango un po’ provata dall’“incidente“ internazionale causato dalla diffusione Rai dei dati del televoto, ma pronta a dare tutto ancora una volta con la cumbia de “La noia”, con un set che nella sua ambientazione naturistica, nella sua foga, sembra un po’ strizzare l’occhio alla mitologia norrena di questi luoghi. "Giovedì sera, dopo il primo passaggio, sono andata a letto orgogliosa di me e di tutti noi", assicura lei, che ieri pomeriggio s’è pure materializzata al Media Center per intonare una Imagine voce e chitarra. "Per chi ama stare in scena e fare musica il regalo più grosso è l’energia di quel palco ipertecnologico. Puoi anche avere avuto una giornata storta, ma quando entri in quella cattedrale di luce ti passa tutto e pensi solo a vivere la gioia del momento".
Cosa l’ha stupita di più di questa macchina infernale?
“Dalle voci sapevo di venire un mondo matto, ma organizzatissimo. E siccome io sono una precisa, me lo sto godendo appieno”.
A cosa si deve quel trono di rami intrecciati alla “Signore degli Anelli” al centro della scena?
“Sotto certi aspetti può sembrare abbastanza dark, ma esprime esattamente il tipo di energia che voglio portare sul palco. Il colore, l’intensità, il calore. Quella di sei ragazze, io e le mie ballerine, che stanno lì a divertirsi. E a divertire, spero. Pure sui costumi ideati da Etro ci sono le rose, le corone di spine e il resto della simbologia legata al testo della canzone. Il trono è un simbolo regale, ma vivo, vegetale, per ribadire che siamo umani; su un palco così hi-tech, infatti, la mia paura era quella di perdere un po’ della semplicità e dell’immediatezza dell’esibizione di Sanremo”.
Ha scelto di girare la video-cartolina che introduce il suo set a Maratea.
“Sì, sotto al Cristo di San Biagio. Un modo per rendere omaggio alla mia terra e alla città in cui sono nata. Ancora oggi l’estate per me è Maratea e sono fiera di farla scoprire al pubblico europeo”.
Col ruolino di marcia che ha la stanchezza non è un’opzione. Da questo punto di vista, più faticoso Sanremo o l’Eurovision? E quale dei due l’ha sorpresa di più?
“Più faticoso Sanremo e più sorprendente l’Eurovision. Mentre Sanremo fa parte del nostro dna di italiani e quindi lo conoscevo, l’Eurovision no. E per me questi giorni a Malmö sono stati tutta una scoperta ritrovandomi catapultata in un’esperienza lontana dalla vita vissuta finora”.
Sommare uno e l’altro nel giro di pochi mesi può avere effetti letali.
“No. È l’Eurovision è un’esperienza bellissima che ringrazio il pubblico italiano di avermi regalato l’onore di vivere. Per non farmi mancare proprio nulla, la faccio seguire dal lancio del disco (‘Poké melodrama’, in uscita il 31 maggio - ndr) e da un tour nei festival europei con coda autunnale nei club, sia italiani che stranieri”.
I giornalisti degli altri paesi sanno chi sono i suoi genitori? “Sì, su questo sono abbastanza preparati. Hanno studiato”.
Mamma Laura Valente è qui a Malmö. Cosa accadrà stanotte appena scesa dal palco?
“Ci guarderemo in silenzio per decomprimere l’emozione vissuta io sopra e lei sotto al palco. Un po’ come accaduto dopo la vittoria di Sanremo, quando siamo rimaste mute in videocall, sguardo nello sguardo, senza trovare le parole per commentare l’incommentabile”.
Fra i suoi amici d’hit-parade, quale vedrebbe bene su questo palco?
“Madame. Sono convinta che farebbe la sua figura”.
Potendo mischiare le carte con uno degli altri protagonisti di questa edizione chi sceglierebbe?
“Probabilmente, la portoghese Iolanda”..