Giovedì 21 Novembre 2024
Andrea Spinelli
Magazine

Eurovision, pioggia di fiori per Angelina Mango

Mango stasera alla prima esibizione, In scena anche l’israeliana Eden Golan, mentre il cantante svedese indossa sul palco la kefiah

Roma, 9 maggio 2024 – Ci sono le suggestioni di Umberto Tozzi e Raf e la grinta dei Måneskin nella cartolina che introduce il set con cui Angelina Mango si gioca questo Eurovision 2024. Il modo scelto dagli organizzatori per legare passato e presente della manifestazione che vede la figlia di Pino Mango e Laura Valente in tv già stasera per un assaggio di quel che sarà l’esibizione di sabato, quando in ballo ci saranno gli ambitissimi “douze points”.

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Angelina Mango all'Eurovision (Ansa)
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Angelina è uno dei protagonisti annunciati di una maratona all’ultimo voto di cui i bookmaker hanno già indicato, a loro insindacabile giudizio, la vetta, assegnando (dati di ieri) il 35% delle chance di vittoria al croato Baby Lasagna (l’istriano Marko Purišić, superflui i commenti sul nome d’arte e su un brano che somma heavy metal e folk citando mucche e gatti), il 17% allo svizzero non-binario Nemo, il 10% proprio ad Angelina con La noia, l’8% alle ucraine Al’ona Al’ona e Jerry Heil. Anche se le indicazioni più attendibili inizieranno ad arrivare da domani, quando il cartellone sarà definitamente formato con l’esito della seconda semifinale in onda stasera (con gli spettatori italiani che possono votare). Il set di Angelina, impreziosito da cinque ballerine e dalle coreografie di Mecnun Giasar, non esattamente il primo che passa visto che ha lavorato con Madonna, Billie Eilish e Rosalia, la sprofonda in un contesto favolistico su una scena caratterizzata da un grosso trono di rami intrecciati formato con una pioggia di fiori rossi e il rovente finale di una cascata di fuoco. Gran parte delle performance è tecnologicamente di alta qualità. Musicalmente un filo meno. In gara anche San Marino.

E mentre ieri per le proteste pro-Palestina è stato chiuso pure il ponte di Öresund con la Danimarca, ed è scoppiata una polemica sul cantante svedese Eric Saade, il cui padre è palestinese, che ha indossato una kefiah avvolta al polso durante la sua esibizione di martedì in apertura della prima semifinale ("un gesto triste”, lo ha definito il produttore dell’Ebu Ebba Adielsson; “reazione razzista”, ha scritto Saade sui suoi social), è certo che stasera protagonista di questa seconda semifinale sarà l’israeliana Eden Golan, con quella Hurricane che continua a tenere alta la tensione nell’area di Malmö.

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Perché la “Sanremo continentale” è pure un fatto politico e c’è chi, analizzando i numeri, dice che se la comunità ebraica riuscisse ad assicurare alla rappresentante israeliana il 10% di voti in ogni paese, la Golan sarebbe sicuramente sul podio. Fatto non inverosimile, come sa bene Marco Mengoni relegato lo scorso anno da Noa Kirel al quarto posto, solo per 12 voti di scarto. Quella israeliana è, infatti, una delle comunità più vicine ai propri rappresentati. Non per niente l’ex primo ministro Neftali Bennett lo scorso anno, qualche tempo prima dei devastanti attacchi del 7 ottobre, aveva dato un consiglio a quanti si preoccupavano per le sempre più frequenti infiltrazioni di miliziani che bussavano alla porta spacciandosi per soldati delle forze di difesa: “Prima di aprire, chiedetegli se sanno chi ha rappresentato Israele all’ultimo Eurovision. Se sono terroristi arabi non lo sapranno di sicuro”.

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