Lunedì 28 Ottobre 2024
LORENZO GUADAGNUCCI
Magazine

Esploratore nell’anima dei grandi scrittori

Morto a 92 anni Pietro Citati, critico indipendente e autore di famose biografie letterarie: da Goethe a Kafka, da Tolstoj a Leopardi

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di Lorenzo Guadagnucci

Pietro Citati iniziava i suoi libri per esempio così: "Un libro su Leopardi non può cominciare che come un’opera buffa: preferibilmente di Gioachino Rossini, che era nato vicino a Recanati, a Pesaro, e poi aveva infiammato Milano, Roma, Parigi e tutto il mondo musicale. Il protagonista di questa opera buffa non è Giacomo, sebbene amasse sino alle lacrime Il barbiere di Siviglia e La donna del lago, ma suo padre Monaldo, nato a Recanati nel 1766 da un’antica famiglia che risaliva, o diceva di risalire, al tredicesimo secolo". Seguono, in questo caso, oltre quattrocento pagine nelle quali la vita del poeta e la sua opera finiscono per diventare un tutt’uno, mescolando biografia e analisi dei testi, aneddotica e filologia, scavo letterario e contestualizzazione storico-filosofica.

Pietro Citati è morto ieri all’età di 92 anni nel buen retiro di Castiglione della Pescaia, in Maremma, lo stesso scelto da altri due letterati del ’900, Italo Calvino e Carlo Fruttero. Non era un accademico, Citati, non aveva cattedre all’università né altrove, pur avendo insegnato per qualche anno, fresco di laurea in Lettere moderne alla Normale di Pisa, in scuole medie e tecniche fra la periferia romana e Frascati. È stato tuttavia un grande uomo di lettere: consulente editoriale di raffinata cultura, critico letterario fra i più rispettati, con fama (piuttosta rara nell’ambiente) di piena indipendenza, nonché grande firma da terza pagina, fra Il Giorno (negli anni Sessanta), la Repubblica e Corriere della sera.

Non era – per confrontarlo con un suo coetaneo – un lettore, scrittore e critico così onnivoro e così pop da spaziare, come Umberto Eco, fra storia medievale e Mike Bongiorno, fra letteratura classica e fumetto, fra giallo storico e saggistica accademica, ma nella sua vasta bibliografia figurano incursioni nella storia letteraria, del pensiero e delle religioni senza limiti di tempo e di genere, da Omero a Kafka, Proust e i coniugi Fitzgerald; dai Vangeli, all’Odissea ai grandi pensatori dell’Oriente. Ha curato con passione e per decenni la collana di “Scrittori greci e latini“ della Fondazione Lorenzo Valla.

Citati deve la sua fama più solida e duratura alle biografie dei grandi scrittori, raccontati in modo personale, con una speciale forma di divulgazione, da scrittore colto a lettori forti, pronti a calarsi con lui nello scavo letterario, filologico e biografico di un Goethe, un Tolstoj, un Kafka, un Leopardi.

Non sono libri facili, da leggere sotto l’ombrellone o pensando di curiosare nel privato di un grande autore; sono piuttosto navigazioni fra testo e vita, fra opera e storia. Federico Fellini, a proposito di Tolstoj, forse il più noto dei suoi ritratti, arrivato a vincere il Premio Strega nel 1984, scrisse così: "È come visitare una cattedrale con un architetto amico che ti introduce ai sistemi della dinamica, di spinte e controspinte, nervature, contrafforti, pilastri e capriate con cui il Costruttore ha saputo tradurre in scienza la sua ispirazione religiosa e artistica". Per esempio, descrivendo così l’autore di Guerra e pace al tempo della terza età, nella residenza di Jasnaja Poljana: "Tolstoj fissava il visitatore noto o ignoto: dalla foresta dei sopraccigli, usciva uno sguardo duro, non buono, impenetrabile, acutissimo, uno “sguardo da lupo“, che dava l’impressione di un succhiello che scavasse la mente; Turgenev diceva che sembrava di vederne uscire la punta dalla nuca delle persone".

"Ogni opera critica – diceva Citati – nasce da una identificazione con l’opera letteraria": un principio che lui stesso applicava ai grandi scrittori. È probabile che abbia inventato un genere, non è ancora chiaro se mai avrà degli eredi.