L’8 settembre 2022, com’è noto, è morta la regina Elisabetta II, la sovrana più longeva del Regno Unito. Aveva 96 anni e ha regnato per più di sette decenni. La sua morte ha catalizzato l’attenzione della maggior parte dei media del mondo, certamente per la portata storica dell’evento, che ha segnato uno spartiacque per la monarchia inglese, chiudendo un’era e aprendone un’altra sotto la guida di re Carlo III. Ma non solo. In ballo c’è anche l’eredità di Elisabetta II, pensando inevitabilmente alle enormi fortune che appartengono a una Corona come quella britannica e alla questione della successione dinastica anche sul piano finanziario.
L’eredità di Elisabetta: testamento segreto per 90 anni
In realtà l’eredità di Elisabetta II è difficile da quantificare con precisione e occorre attenersi ad alcune stime. Per volontà della sovrana il suo testamento rimarrà segreto per almeno novant’anni, così come quello del principe consorte Filippo, scomparso nel 2021 all’età di 99 anni, in linea con una tradizione secolare della famiglia Windsor. Il documento con le ultime volontà e l’eredità di Elisabetta è stato sigillato e rinchiuso in una cassaforte in un luogo segreto a Londra insieme a quelli di altri reali defunti. Questa pratica, infatti, risale al 1910 dopo la morte di Francesco di Teck, fratello minore della regina Mary, nonna della defunta regina: il testamento di questo principe è stato il primo di oltre 30 custoditi sotto chiave nella cassaforte, che è sotto la custodia di un giudice. Attualmente è Andrew McFarlane il responsabile della cassaforte contenente i testamenti reali. Tuttavia secondo diversi esperti è possibile che, sull’eredità di Elisabetta, sapremo qualcosa prima anche prima della fine dei nove decenni di silenzio che proteggerebbero il suo testamento.
L’eredità di Elisabetta: il patrimonio personale
In base comunque alle valutazioni attualmente disponibili, fatte da alcuni commentatori e analisti, nell’eredità di Elisabetta andrebbe incluso il suo patrimonio personale di circa 500-600 milioni di dollari. Un tesoro che comprenderebbe: - oggetti di arte; - collezioni pregiate; - gioielli; - cavalli; - Buckingham Palace; - il Castello di Balmoral; - Sandringham House. Nel patrimonio personale appartenuto a Elisabetta erano compresi anche i beni che la sovrana aveva a sua volta ereditato dalla Regina Madre Elizabeth Bowes-Lyon, che aveva lasciato tutto a lei e al nipote preferito, Carlo, per un totale di circa 85 milioni di dollari. Dopo la morte del principe consorte Filippo, a Elisabetta erano andati anche 12 milioni di dollari ereditati dal marito.
L’eredità di Elisabetta: i beni della Corona
Ma non è tutto. Nella fortuna attribuita a Elisabetta II, ovviamente, rientrerebbero anche beni della Corona e tenute reali – che a loro volta generano profitti – del valore complessivo di 28 miliardi di dollari. In questo comparto rientrerebbero: - proprietà terriere della Crown Estate (tra cui il Castello e il Parco di Windsor e l’ippodromo di Ascot); - Ducato di Cornovaglia; - Ducato di Lancaster; - Kensington Palace; - proprietà scozzesi. A ricevere la maggior parte dell’eredità di Elisabetta è il suo successore, cioè il suo primogenito, re Carlo III e, in parte più esigua, il suo primogenito, il principe del Galles William in quanto attualmente primo in linea di successione al trono. Da settembre 2022, Carlo III è erede per diritto della gestione del Sovereign Grant, ovvero un fondo versato ogni anno dai sudditi-contribuenti alla famiglia reale britannica. È una prassi che risale al 1760 e che è stata ridefinita nel 2012, attraverso il Sovereign Grant Act. Si tratta di una forma di sussidio pubblico tramite cui chi sale al trono ha tutti i mezzi economici per poter svolgere i propri compiti e coprire i costi degli eventi ufficiali, dei viaggi istituzionali, della ristrutturazione e manutenzione delle residenze reali.
L’eredità di Elisabetta: Carlo non la divide con i fratelli?
In base a una legge approvata nel 1993 durante il governo guidato dal premier John Major, se tutte le proprietà di un monarca passano all’erede diretto, quest’ultimo non deve pagare le tasse di successione (il fisco inglese richiede il 40% per i lasciti superiori alla somma di 325 mila sterline). Dunque starebbe a Carlo, che ha ricevuto nelle sue mani l’eredità di Elisabetta o, con ogni probabilità, la parte più consistente di essa, provvedere affinché parte del patrimonio vada anche agli altri parenti stretti, magari sotto forma di donazioni. Come si è visto, le residenze dei Windsor sono in alcuni casi proprietà diretta dei regnanti, in altri sono sotto la gestione della Crown Estate, il portafoglio finanziario della Corona britannica gestito da un’organizzazione indipendente sotto la direzione della Crown Estate Commissioners. Ebbene, per quanto riguarda gli immobili reali dell’eredità di Elisabetta, per i motivi sopra elencati potrebbero rimanere a bocca asciutta i fratelli minori di Carlo: la principessa Anna, il duca di York Andrea – ormai ai margini della Royal Family dopo il suo coinvolgimento nello scandalo Epstein a luci rosse, con relativi guai giudiziari annessi – ed Edoardo, che da poco ha ricevuto il titolo di duca di Edimburgo, appartenuto al padre Filippo. Oltretutto, com’è risaputo, il re, che sarà incoronato il 6 maggio con la regina consorte Camilla, sta portando avanti un’operazione di snellimento della monarchia che prevede costi più contenuti anche per quanto riguarda i palazzi e le tenute reali. Relativamente ai gioielli indossati da Elisabetta II, sembra che molti di questi possano essere ereditati soprattutto da Kate Middleton, moglie del principe William, erede al trono, e dalla loro secondogenita Charlotte.
L’eredità di Elisabetta e i Sussex, gli esclusi
Secondo alcune indiscrezioni, per via di incomprensioni e tensioni interne alla Royal Family, dall’eredità di Elisabetta potrebbero essere stati esclusi i duchi di Sussex, ovvero il secondogenito di Carlo e Diana, il principe Harry, sua moglie Meghan Markle e i due figli della coppia, Archie Harrison e Lilibet Diana. A incidere sull’eventuale decisione non sarebbe stata solo l’iniziativa di due anni fa dei Sussex di dimettersi da membri attivi a tempo pieno della famiglia reale, in cerca di autonomia e indipendenza, anche economica. Avrebbero remato contro anche le interviste al veleno, come quella clamorosa rilasciata in esclusiva a Oprah Winfrey nella primavera del 2021, con rivelazioni scottanti sui Windsor. La regina Elisabetta è scomparsa l’8 settembre 2022, quindi prima dell’uscita su Netflix della docu-serie “Harry&Meghan”, alquanto controversa, e dell’autobiografia-bomba di Harry, “Spare” (Penguin Random House, in Italia per Mondadori). Tuttavia la sovrana potrebbe essere stata informata dell’esistenza di questi e altri progetti dei Sussex, potenzialmente pericolosi per l’immagine della monarchia ed essere corsa al riparo, apportando, a quanto dicono, alcuni cambiamenti al suo testamento proprio pochi giorni prima di spegnersi al Castello di Balmoral, con modifiche riguardanti per l’appunto proprio il nipote, un tempo prediletto, e la moglie americana.