Giovedì 10 Ottobre 2024
SILVIA GIGLI
Magazine

Enola, il caso più difficile di Sherlock Holmes

Arriva il film sull’intrepida sorella immaginaria dell’investigatore. "È nata per combattere la terribile misoginia di Conan Doyle".

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di Silvia Gigli

"Una donna selvaggia ha cresciuto una ragazzina selvaggia", sentenzia Mycroft Holmes mentre si interroga con il fratello Sherlock sulla scomparsa della madre e sulla discutibile istruzione che quest’ultima ha impartito a Enola. Che Sherlock Holmes avesse una sorella è per molti una novità. Una sorpresa, per l’esercito degli "sherlockiani" più ortodossi, che per la biografia familiare e la riservatissima vita privata del proprio eroe restano ancorati ai (pochi) fatti usciti dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle: la discendenza di famiglia da signorotti di campagna, una nonna sorella del grande pittore francese Vernet; data di nascita dell’eroe non pervenuta: dal racconto Il suo ultimo saluto e dagli scritti del 1962 del biografo di Holmes William Baring-Gould, l’anno potrebbe essere il 1854 e il giorno – ancora festeggiato dai fan – il 6 gennaio.

Acclarata l’esistenza del fratello Mycroft, di 7 anni più grande di lui; che ce ne sia un altro, di nome Sherrinford, maggiore di entrambi, mai trasferitosi a Londra dal nativo Yorkshire, è sempre ipotizzato da Baring-Gould e nel mistero vivrebbe un’altra sorella, Eurus. Per il resto, di Sherlock giovane si sa che frequentò il college e un’università (non pervenuta la facoltà) abbandonata dopo due anni per dedicarsi alle indagini. Prima di conoscere nel 1878 il dottor John Watson, ha abitato a Londra in Montague Street; successivamente la residenza è divenuta il 221B di Baker Street, dove com’è noto si svagava suonando il violino e – come è un po’ meno noto, ma testimoniato dal romanzo di Nicholas Meyer e dal film di Herbert Ross Soluzione sette per cento – facendo uso di cocaina. La frase "Elementare Watson", mai pronunciata. La pipa calabash e il cappello da cacciatore? Invenzioni dell’attore teatrale William Gillette. Rapporti con le donne? Zero: "L’amore è un’emozione – fa dire Conan Doyle a Holmes –, e tutto ciò che è emozione contrasta con la fredda logica che io pongo al di sopra di tutto".

La sorella Enola, poi? Ma quando mai. Invece eccola qui. Nata dalla penna della scrittrice statunitense Nancy Springer, Enola Holmes è una ragazzina geniale educata da una mamma fuori dagli schemi e intraprendente come il più celebre fratello. La Springer ha rivelato di averla voluta creare – protagonista di sei romanzi pubblicati a partire dal 2006 – perché "Conan Doyle era un terribile misogino e il super intelligente Sherlock totalmente all’oscuro del mondo femminile. Più facevo ricerche sulle ridicole restrizioni che erano imposte alle ragazze e alle donne nell’epoca vittoriana, più scoprivo una subcultura di donne straordinarie che si inventavano soluzioni ingegnosissime per sfuggirvi".

E quelle donne straordinarie arrivano adesso sul piccolo schermo con il film Enola Holmes che Netflix farà uscire il 23 settembre. A interpretare la giovane investigatrice è Millie Bobby Brown, l’attrice 16enne superstar della serie Stranger Things che al debutto in quel telefilm, ad appena 12 anni, venne definita "la nuova Meryl Streep". La mamma selvaggia che l’ha partorita nel 1884 e l’ha chiamata Enola è la grande Helena Bonham Carter. A interpretare Sherlock e Mycroft, Henry Cavill ("non all’altezza del nostro mito" per i discendenti di Conan Doyle) e Sam Claflin (Io prima di te; Hunger Games). La regia è di Harry Bradbeer (Fleabag).

Nel trailer diffuso ora, la giovane Enola si allena con la madre a usare la spada, fare esperimenti chimici, tirare con l’arco e giocare con mille travestimenti, anche maschili. "Puoi prendere due strade, Enola: la tua o quella che gli altri vorrebbero per te" le dice la mamma Eudoria. E così fa l’intraprendente fanciulla, scappando dai fratelli che vorrebbero metterla in collegio, e iniziando la sua avventura in cerca della madre scomparsa.

Una sterzata femminista nella saga del celeberrimo investigatore che Conan Doyle fece esordire nel 1887 in Uno studio rosso, primo di quattro romanzi e 56 racconti. Già nel 1889, quando uscì Il mastino di Baskerville, Holmes aveva investigato su 500 casi diventati 1000 nel 1891. Ufficialmente si ritirò nel 1904 in un cottage nel Sussex ma la sua attività non si è davvero mai fermata. E il suo metodo ipotetico-deduttivo o abduttivo, continua a ispirare infiniti epigoni: adesso tocca a Enola. A dispetto di Conan Doyle (e tra le contestazioni dei suoi eredi), i geni degli Holmes sono finiti nel cervello di una signorina. Che siamo certi non ci farà rimpiangere il celebratissimo fratello.