Mercoledì 25 Dicembre 2024
PATRIZIA TOSSI
PATRIZIA TOSSI
Magazine

Emanuela Fanelli, miglior attrice non protagonista ai David di Donatello: chi è la Raffaella di ‘Siccità’

“Mi è sembrato di esordire in Champions League”, ha detto in lacrime alla cerimonia

Emanuela Fanelli alla cerimonia dei David di Donatello

Emanuela Fanelli premiata ai David di Donatello, come migliore attrice non protagonista del film ‘Siccità’ di Paolo Virzì. L’attrice si è calata nei panni di Raffaella, moglie tradita, nel viaggio tra cuori inariditi e paure profonde che fa un bilancio di due anni di pandemia, tra psicosi e confinamento. Un’interpretazione che le è valsa il suo primo David di Donatello, uno dei più prestigiosi premi cinematografici del mondo. “Non so se mi avete vista quando mi hanno inquadrata: avevo la faccia spiritata. Per prima non credevo. Grazie a Paolo Virzì che mi ha guardato. Non so come abbia pensato a me. Lo ringrazio per voler così bene agli attori e agli esseri umani. Mi è sembrato di esordire in Champions League con voi”, ha detto Emanuela Fanelli, con la statuetta in mano, alla consegna del premio ai Lumina Studios di Roma.

Chi è Emanuela Fanelli

“Dire ‘Faccio l’attrice’ mi suona tanto strano. Ci ho messo anni ad ammettere con me stessa che volevo fare questo lavoro. Dirlo a voce alta significava esporsi al rischio di un fallimento al quale non ero, e non sono nemmeno adesso, preparata”. È arrivata al cinema in punta di piedi e ne è uscita da star, consacrata con il suo primo David di Donatello. Una vittoria che spazza via le incertezze e la paura di non essere preparata, come quella ammessa in un’intervista rilasciata tempo fa a Quotidiano Nazionale. Nata a Roma nel 1986, Emanuela Fanelli ha esordito al cinema con il lungometraggio di Claudio Caligari, ‘Non essere cattivo’ (2015). Da quel momento l’ascesa è stata inarrestabile. Arrivano i film di Massimiliano Bruno – ‘Gli ultimi saranno ultimi’, con Alessandro Gassman e Paola Cortellesi, e ‘Beata ignoranza’ – e poi ‘Assolo’ di Laura Morante, ‘La casa di famiglia’ e ‘A mano disarmata”.

Dal cinema alla tv

Il vero successo arriva nel 2016 con la serie tv ‘Dov'è Mario?’, dove recita nel ruolo di Cinzia al fianco di Corrado Guzzanti. Poi arrivano Lillo & Greg nel programma ‘610’ di Radio2, nel quale interpreta diversi personaggi con la sua vena di ironica comicità. Emanuela è stata tra i nuovi volti de ‘La TV delle ragazze - Gli Stati Generali 1988-2018’ di Serana Dandini e in molti se la ricordano come co-protagonista insieme a Valerio Lundini, con i suoi monologhi rivelazione nel programma ‘Una pezza di Lundini’ (20020-22) in onda su Rai 2. È stata madrina alla cerimonia di premiazione del 'Torino Film Festival 2021', tra gli ultimi film in sala da segnalare ‘Brave ragazze’ di Michela Andreozzi e ‘Siccità’, il film che l’ha consacrata migliore attrice non protagonista dell’anno.

“Da bambina sognavo di fare l’attrice”

“Da bambina sognavo di fare l’attrice – ha raccontato Emanuela a Quotidiano Nazionale – il teatro è sempre stata la mia passione. E mi davano spesso parti comiche, così poi ho iniziato anche a scrivere i monologhi. Una sera mi stavo esibendo in un locale con un gruppo di amici e nel pubblico c’era Federica Remotti, che oggi è la mia agente. Ma io fino al 2019 ero maestra in una scuola materna, ho lavorato con i bambini per dieci anni, pensavo fosse quello il mio mestiere ‘da grande’. Ho sempre portato avanti il teatro ma fatto anche altri lavoretti, dal call center alla cameriera, dalla hostess alla commessa”. Ma un desiderio si è avverato: “Sognavo di lavorare con Paolo Virzì e il sogno si è avverato” con il film ‘Siccità’, al fianco di Monica Bellucci, Valerio Mastandrea e Silvio Orlando. Un’interpretazione unica che le è valsa il David di Donatello.

Dagli scherzi al telefono ai riflettori

“Da piccola passavo i pomeriggi con mia nonna. Insieme, all’insaputa di mia madre – ha ricordato l’attrice – facevamo scherzi telefonici: chiamavamo gente a caso, lei diceva qualcosa in calabrese stretto, poi mi passava la cornetta e io improvvisavo. L’altra nonna, invece, era vittima dei miei giochetti al telefono. Anche scuola facevo scherzi tremendi e imitazioni. L’inclinazione a far ridere ce l’ho sempre avuta ma per molto tempo ho avuto paura a mostrarla”.