Roma, 8 luglio - Arriverà nelle sale a settembre ‘Lettere a Catello’, il primo film che racconterà la vita del boss Matteo Messina Denaro a meno di un anno dal suo arresto, avvenuto lo scorso 16 gennaio, dopo trent'anni di latitanza, nella clinica palermitana ‘La Maddalena’. Sono diversi i progetti allo studio, tra documentari e serie tv (tra cui quella annunciata per i primi mesi del 2024 dal produttore Pietro Valsecchi) ma "Lettere a Catello", prodotto da Indigo Film, batterà sul tempo le altre produzioni. Le riprese, che si sono svolte a Trapani, in una dimora antica nel centro storico, e nella provincia (praticamente il regno di Messina Denaro), erano iniziate a maggio e si sono concluse qualche giorno fa.
A dare il volto al superboss è Elio Germano, 42 anni; dietro la macchina da presa Antonio Pizza e Fabio Grassadonia, registi palermitani che hanno anche scritto la sceneggiatura e che il tema della mafia lo hanno già affrontato con ‘Sicilian Ghost Story’, il film con cui, nel 2017, hanno raccontato il terribile omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso e sciolto nell'acido per ordine proprio di Messina Denaro solo perché "colpevole" di essere figlio del pentito Santino. Accanto a Troiano ci sono, tra gli altri, Toni Servillo e Filippo Luna, quest'ultimo visto anche nella serie di Raiuno ‘Màkari’ nei panni del vicequestore Randone.
Dal momento del suo arresto, Messina Denaro, 61 anni, si trova in regime di 41 bis nel carcere di massima sicurezza de L'Aquila. Già affetto da un tumore al colon, il boss è stato recentemente sottoposto a un intervento chirurgico urologico, dopo il quale è stato riaccompagnato in carcere.